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Borse di nuovo in ribasso ma non sembra una correzione, la Spagna fa risalire lo spread oltre 315

Nuova seduta negativa per i listini europei e Piazza Affari perde l’1,7%: però, secondo gli analisti, non è una correzione di rotta ma solo un temporaneo alleggerimento delle posizioni – Il mal di Spagna peggiora anche il nostro spread Btp-Bund che si assesta attorno a quota 318 dopo una lunga discesa – Banche sotto tiro, si salvano Stm e Telecom Italia

Borse di nuovo in ribasso ma non sembra una correzione, la Spagna fa risalire lo spread oltre 315

Giornata no per Milano: Spread Btp-bund a quota 318 e Borsa a -1,7%. Sul Ftse Mib pesano le banche con il Banco Popolare che crolla del 4,66%. A poco è servito l’aumento del prezzo obiettivo da parte di Equita a 2,4 euro da 2,2 e la conferma del giudizio buy. Male anche Bper -4,28% e Mediolanum –4,44% che cade sui conti con l’utile netto 2011 in calo del 70% a 67 mln. Exor cede il 4,28% e Finmeccanica il 3,93%. In controtendenza con i migliori rialzi sul Ftse Mib Stm +1,46%, Diasorin +0,90%, Telecom Italia +0,38%, Snam +0,11% e Terna +0,27%. Fitch ha confermato i ratings (e anche l’outlook negativo) mentre dalle rilevazioni Consob si è appreso che Gernerali è al 2% del capitale.

Da Standard & Poor’s è arrivato un altro fendente sull’Italia, proprio mentre il Governo affronta una delle prove più difficili per la tenuta politica: la riforma del lavoro che ha già innescato dure polemiche contro la modifica dell’art.18. “L’Italia – ha detto Moritz Kraemer, uno dei principali analisti Standard & Poor’s secondo quanto riferito da Bloomberg – è il Paese più tenuto d’occhio da parte delle autorità internazionali, e questo a causa dei suoi grossi requisiti di finanziamento che superano qualsiasi sostegno credibile con l’attuale rete di sicurezza finanziaria”.

Nel frattempo però il Btp Italia si avvia a chiudere l’ultimo giorno di collocamento con una domanda che ha superato i 6,5 miliardi di euro, ben sopra le iniziali stime del Tesoro di 1,5-2 milairdi segno che la fiducia sul debito italiano dei piccoli risparmiatori, ma anche degli istituzionali, sta tornando. E oggi da Bruxelles Monti avrebbe incassato una prima conferma su quanto va ripentendo da tempo: non sono necessarie nuove riforme. Fonti europee hanno riferito all’agenzia Ansa che l’Italia ”non ha bisogno di una manovra aggiuntiva” e sembra ben avviata verso il pareggio del bilancio nel 2013, come promesso all’Europa che ora si aspetta ”un ulteriore sforzo orientato alla crescita”.

Giudizi che si aggiungono alle sferzanti parole di ben Bernanke (la situzione europea resta difficile) e ai rinnovati timori sulla crescita europea con la contrazione dell’indice dell’attività manifatturiera che non ha risparmiato Francia e Germania. Senza dimenticare le nubi che si addensano sul rallentamento dell’economia cinese (indice pmi cinese è peggiorato anche a marzo).

Per finire, l’European Sistemic Risk Board dopo la sua quinta riunione svoltasi oggi a Francoforte ha affermato che la situazione sui mercati finanziari ”e’ migliorata”, anche se resta ”un rischio sistemico” legato alla incertezze sul debito sovrano, alla pressione sul finanziamento delle banche e alle basse prospettive di crescita.

Non hanno aiutato alcuni buoni dati in arrivo dagli Usa: le richieste di disoccupazione nell’ultima settimana sono crollate al livello più basso degli ultimi 4 anni, e il superindice dell’economia è salito dello 0,7%. Negativo invece il dato sui prezzi delle case il cui indice è risultato invariato a gennaio contro le attese di un aumento. A Wall Street alla chiusura dei listini europei il Dow Jones cede lo 0,52% e il Nasdaq lo 0,12%. Il cambio euro dollaro arretra leggermente a 1,3190 mentre il Wti si raffredda a quota 105 dollari al barile.

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