X

Borse di nuovo a picco sulla scia della Cina: banche e auto trascinano a fondo Piazza Affari

Con la crisi cinese sono ripartite le vendite sul petrolio. Sia il Brent che il Wti sono arrivati a cedere il 3% su nuovi minimi per poi recuperare leggermente. A metà seduta il Brent cede l’1,61%% a 33,68 dollari al barile e il Wti il 2,27% a 33,20. Le vendite sull’oro nero sono sostenute dalle tensioni tra Iran e Arabia Saudita e dai timori sull’economia mondiale confermati dalle mosse di Pechino. Sul mercato pesano poi anche le preoccupazioni sul nucleare in Nord Corea.

Nella notte è arrivata una nuova svalutazione dello yuan: le autorità di Pechino hanno fissato stamane il livello base del cambio a 6,5646 contro il dollaro, ai minimi dal marzo 2011. La mossa è stata interpretata dai mercati come una sorta di dichiarazione di guerra valutaria da parte della Cina, con l’obiettivo di tamponare la crisi che ha colpito manifattura e servizi.

BUFERA SULLA CINA, ESTESO IL DIVIETO DI VENDITA

LA BANCA MONDIALE TAGLIA ANCORA LA CRESCITA 

La bufera non si è fatta attendere sulle Borse cinesi, che hanno registrato il secondo stop alle contrattazioni a distanza di pochi giorni dal precedente, lunedì, quando sono stati resi noti i dati sulla manifattura, scesa a dicembre per il quinto mese di fila (dati Pmi). Le contrattazioni a Shanghai e Shenzen sono state interrotte dopo che le azioni sono crollate di più del 7%. La Cina ha prolungato le limitazioni di vendita da parte degli azionisti, il giorno prima della scadenza del divieto stabilito a luglio prevista per domani 8 gennaio. Divieto che rientrava nelle misure adottate per contrastare il drammatico crollo della scorsa estate e che impedisce ai “grandi azionisti”, (più del 5% in una società quotata) di vendere la loro partecipazione.

Effetto domino anche sulla Borsa di Hong Kong che ha perso il 3,09%. Tokyo ha chiuso in calo del 2,3%.

Allo stesso tempo è arrivato il terzo taglio di fila sulle stime di crescita globale da parte della Banca Mondiale. L’istituto di Washington prevede per il 2016 un Pil globale in aumento del 2,9%, lo 0,4% in meno rispetto ai calcoli dello scorso giugno ma meglio del 2,4% preliminare del 2015. Colpa delle prospettive in peggioramento soprattutto per le economie emergenti per cui “quest’anno rappresenta il test maggiore dalla crisi globale finanziaria” del 2008. 

FTSE MIB SOTTO I 20MILA PUNTI

RAFFICA DI VENDITE E SOSPENSIONI

L’economia dell’Area euro, dice la banca Mondiale, dovrebbe espandersi quest’anno dell’1,7%, lo 0,1% in meno di quanto previsto la scorsa estate ma oltre il +1,5% stimato per il 2015. 

Anche in Europa i listini sono travolti della congiuntura internazionale. A Piazza Affari è raffica di vendite in tutti i settori e sospensioni con il Ftse Mib che scende sotto i 20mila punti a 19.929,79 punti (-2,41%), comunque leggermente sopra i minimi di giornata. A Piazza Affari le vendite colpiscono soprattutto le banche: Bmps -5,2%, Buzzi Unicem -4,91%, Banca Mediolanum -4,59%. Tra i peggiori anche Fca (-4,41%). Costruzioni a due facce: crolla Buzzi (-4,8%), corre Astaldi (+4%).

Rispetto al Ftse Mib, fanno ancora peggio le altre principali piazze europee. Parigi cede il 2,89%, Londra il 2,71% e Francoforte il 3,67%.

Sul fronte dei dati macroeconomici, a novembre il tasso di disoccupazione italiano è calato all’11,3% ai minimi dal novembre 2012, secondo i dati provvisori sul mercato del lavoro. 

In Europa a dicembre l’indice della Commissione europea che misura la fiducia del business nella zona euro (Bci) ha registrato un leggerissimo miglioramento di 0,05 punti portandosi a quota +0,41 punti ( nella stessa area nella quale si trovava nel luglio 2011). L’indice sempre della Commissione europea che misura la valutazione sull’andamento dell’economia di business e consumatori ha registrato a dicembre un “leggero miglioramento” nella zona euro di 0,7 punti portandosi a quota 106,8 punti. 

In Germania a novembre le vendite al dettaglio sono aumentate dello 0,2% rispetto al mese precedente e del 2,3% annuo, sotto le attese del mercato che prevedevano una crescita dello 0,5 per cento. Record invece nel Regno Unito per le immatricolazioni di auto che hanno toccato un nuovo record chiudendo il 2015 con un balzo del 6,3 per cento. Dagli Usa nel pomeriggio è atteso solo il dati sulle richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione.

Related Post
Categories: Finanza e Mercati