Il primo day after di Jerome Powell, nuovo presidente della Federal Reserve che martedì ha fatto il suo esordio dinanzi al Congresso Usa, non lascia particolari strascichi sulle Borse europee. Powell, come atteso, ha confermato il rialzo graduale dei tassi e anche una migliore crescita economica e una maggiore fiducia nel raggiungimento dei target di inflazione, e il suo intervento ha portato a un rialzo del dollaro e a vendite sostanziose sull’azionario americano e asiatico. Mentre l’Europa per ora limita i danni, anche se la tendenza è decisamente per il segno “meno”.
La peggiore a metà giornata è Madrid, mentre Milano si barcamena intorno alla parità, intorno ai 22.700 punti. Sul Ftse Mib spicca la performance di Salvatore Ferragamo, che sale sopra i 23 euro per azione con un avanzamento nettamente superiore al 2% a mezzogiorno. La maison fiorentina ha appena registrato un nuovo terremoto al vertice: l’ad Eraldo Poletto, dopo il calo del fatturato e del titolo in Borsa, annuncia le sue dimissioni dopo soli due anni e ora è partita la caccia a un nuovo timoniere.
Tra i titoli migliori da segnalare anche Unipol, Leonardo e Luxottica, tutti in controtendenza con guadagni superiori all’1%. Realizzi invece su Campari dopo il rally di martedì, arrivato in scia agli ottimi conti del 2017, che hanno battuto le attese e visto crescere anche il dividendo per gli azionisti. Oggi il titolo perde più del 3% ed è il peggior del Ftse Mib a metà giornata. Male anche Buzzi, Tenaris e Italgas, con perdite superiori all’1%.
Contrastate le banche: Unicredit guadagna lo 0,7%, così come Ubi Banca. Intesa Sanpaolo avanza di mezzo punto percentuale, mentre Banco Bpm è in rosso come Mediolanum. A proposito di Banco Bpm, la banca ha detto di non commentare “voci e indiscrezioni su eventuali operazioni che le vengono attribuite”. Fuori dal listino principale sale dell’1% Italmobiliare, dopo le indiscrezioni su un possibile acquisto di una quota del caffè Borbone.
Tranquillo l’obbligazionario europeo, con lo spread Btp-Bund in lieve calo a 131,4 punti base, nonostante la minaccia del voto italiano che continua a non rassicurare del tutto i mercati. Sul mercato valutario il dollaro si conferma sui massimi da tre settimane con l’euro sceso a 1,221 (da 1,2233 ieri sera). L’euro/yen è a 130,9 (da 131,5), mentre il dollaro/yen è a 107,2 (da 107,5). Petrolio ancora in calo con il Brent in flessione dello 0,38% a 66,38 dollari al barile e il Wti a 62,72 dollari al barile (-0,46%).
Sul fronte macro oggi è atteso il Pil Usa mentre in Europa ci sono novità sull’inflazione. L’inflazione dell’Eurozona è attesa in frenata, allo stesso ritmo stimato dagli analisti secondo quanto emerge dai dati preliminari pubblicati oggi dall’Ufficio statistico europeo (Eurostat), che ha pubblicato la stima flash. I prezzi al consumo sono attesi all’1,2%, su base tendenziale, come indicato anche dal consensus, ed in frenata rispetto all’1,3% del mese precedente. Il dato frena anche in Italia: l’Istat ha stimato un aumento solo dello 0,1% su base mensile a febbraio e dello 0,6% su base annua (da +0,9% di gennaio).