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Borse deboli dopo tre giorni di rally

I listini del Vecchio Continente tirano il freno – Poco mossi spread, euro e petrolio – A Piazza Affari brilla Maire Tecnimont dopo un nuovo accordo in Oman – Bene anche Saipem in scia a un’intesa con la norvegese Aker Solutions – Banche deboli, prese di beneficio su Telecom Italia

Borse deboli dopo tre giorni di rally

Frenano oggi le Borse europee, in sintonia con lo storno di Wall Street e delle Borse asiatiche. Tokyo, partita in rialzo, ha chiuso con un ribasso dell’1,9% dopo le decisioni della Banca centrale, giudicate (come era già capitato alla Bce il 3 dicembre) troppo blande: l’Istituto destinerà 300 miliardi di yen all’acquisto di Etf su azioni di aziende impegnate ad aumentare gli investimenti. Estesi inoltre ai titoli a 12 anni gli acquisti dell’Istituto. 

I listini del Vecchio Continente si assestano così dopo tre giorni di consistenti rialzi. A Milano l’indice FtseMib perde lo 0,8% con cali diffusi fra le blue chip. Le Borse europee procedono con cali comunque inferiori al mezzo punto percentuale. Debole ma non troppo la Borsa di Madrid (-0,43%) alla vigilia del voto di domenica: l’Ibex perde il 4,4% dall’inizio del 2015. 

Lo spread Btp-Bund viaggia stabile a 103 punti. Il rendimento del Btp decennale è in calo all’1,61%. Lo spread tra Btp e i BOnos spagnoli sale a 31 punti. 

Il cambio euro/dollaro registra un lieve rafforzamento della valuta Usa a 1,081 da 1,086. 

Petrolio poco mosso con il Brent in rialzo dello 0,4% a 37,2 dollari al barile. In evidenza in Piazza Affari alcuni titoli legati ad accordi internazionali.

Sale Saipem (+1,8%): la società ha annunciato oggi un’intesa per la collaborazione con la norvegese Aker Solutions per lo sviluppo di progetti sottomarini in tutto il mondo. Attraverso un gruppo di lavoro congiunto, le due compagnie identificheranno le possibilità per integrare le tecnologie con l’obiettivo di ridurre i costi di entrambe le società. 

Eni -0,4%, Tenaris +1%.

Dopo l’accordo con Prysmian (-1,83%) per la realizzazione di un cavo d’energia, l’Oman stringe altri rapporti con le aziende italiane. Maire Tecnimont (+6%) ha annunciato questa mattina di essersi aggiudicata da Oil Refineries and Petroleum Industries Co (Orpic), azienda Oil&Gas di stato dell’Oman, un contratto da 895 milioni di euro. La commessa prevede la realizzazione del Liwa Plastics Project, un impianto petrolchimico. 

Il gruppo Gavio fa intanto shopping in Brasile. Astm (-2,14%) e la controllata Sias (-0,10%) hanno sottoscritto con Almeida un accordo per l’acquisizione del co-controllo di Ecorodovias, società brasiliana di gestione di autostrade. Le due società del gruppo piemontese sottoscriveranno un aumento di capitale da 529 milioni di euro in una newco che controllerà il 64% di Ecorodovias e di cui Astm e Sias deterranno il 64,1% del capitale.

Snam (+0,37%) ha perfezionato l’acquisizione della quota del 20% detenuta da Statoil Holding nella Trans Adriatic Pipeline AG (TAP), per 130 milioni di euro. 

Poste Italiane (+0,8%) a 7,155 euro continua la sua risalita alla vigilia del passaggio, lunedì, nel paniere principale. 

Ribassi diffusi tra le blue chip. Passa in terreno negativo Telecom Italia (-1,53%). Da Parigi fa sentire la sua voce, intervistato per “La Stampa” da Leonardo Martinelli, Xavier Niel: la società, dice, potrebbe diventare un consolidatore in Europa. Niel si definisce un investitore industriale interessato a intervenire nella gestione, che non opera per conto di nessuno e quindi neanche di Orange. 

“Penso – aggiunge – che Telecom abbia tutti gli atout per diventare il consolidatore o uno dei consolidatori del mercato europeo ma gli azionisti devono dargli i mezzi per fare questo. Non è detto che la scelta migliore sia unire operatori di telecomunicazioni a società che forniscono contenuti”.

In ribasso anche FiatChrysler (-1,01%). Finmeccanica -0,4%, StM -0,7%.

Infine, le banche. Unicredit -0,7%: secondo l’ad Federico Ghizzoni, la Banca non ha bisogno di un aumento di capitale perché è in grado di generarne a sufficienza per raggiungere gli obiettivi del piano triennale e ha già fatto accantonamenti pari a 12 centesimi per azione per l’eventuale distribuzione del dividendo sul 2015. 

Intesa -1,2%, Monte Paschi -1%.

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