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Borse, crollo e ripresa lampo in Usa: anche Milano cerca il rimbalzo

Dopo il tracollo di lunedì innescato dai venti di guerra in Ucraina, oggi le Borse europee tentano il rimbalzo sulla scia di Wall Street che ha vissuto una delle giornate più pazze passando da un crollo record a una ripresa lampo

Borse, crollo e ripresa lampo in Usa: anche Milano cerca il rimbalzo

“Qualunque cosa accada, promette di essere una settimana davvero interessante sui mercati: potrebbe andare terribilmente male o essere il punto di svolta”. Non esagera l’analista Craig Erlam, a giudicare dai brividi che corrono sui listini a poche ore dall’inizio del vertice della Fed che potrebbe sancire la fine della stagione del denaro a costo calante e l’avvio della lotta all’inflazione.

Gli Usa recuperano oltre mille punti dopo le 12

Ieri a mezzogiorno (le 18 in Italia) i listini americani perdevano oltre mille punti, equamente divisi tra il Nasdaq -4,9% e lo Standard & Poor’s – 3,25%. Anche l’indice S&P, del resto, sembrava destinato a precipitare nell’area di correzione, una sorta di purgatorio “tecnico” anticamera della recessione. Poi, come nei vecchi western, è suonata la carica dei compratori, richiamati dai prezzi in saldo di Nvidia e Tesla. Di qui una formidabile inversione ad U che ha portato le Borse a chiudere in terreno positivo: Dow Jones +0,29%, S&P +0,28%. Nasdaq addirittura +0,63%. E, tanto per chiudere in bellezza, nel dopo Borsa Ibm ha messo a segno un rialzo dl 6% dopo i conti.

Al via la riunione della Fed. Gs vede 5 rialzi

Crisi superata? Assolutamente no. Il mercato resta fragile, Michael Wilson di Morgan Stanley lancia messaggi sinistri contro “i prezzi assurdi“. Goldman Sachs si spinge a prevedere almeno cinque rialzi dei tassi   da parte della Fed per sgominare l’inflazione. E così via. Ma non è escluso che la violenza della correzione degli ultimi giorni possa convincere la Fed a non calcare la mano. Di certo, sotto la pressione della crisi ucraina e della variante Omicron, il Toro ha ceduto la scena all’Orso.

In forte calo il Nikkei, Xi punisce la sigaretta elettronica

Le borse dell’Asia Pacifico oggi scendono: L’indice MSCI dell’area tocca i minimi dal novembre 2020. Anche i future di Wall Street, dopo lo spettacolare recupero di ieri, sono di nuovo in forte ribasso.

In forte calo il Nikkei di Tokyo -2% e l’ Hang Seng di Hong Kong -1,6%. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen -1,6%. Kospi di Seul -2,5%. Ftse Straits Times di Singapore -1,8%. In avvio di seduta, la borsa di Mumbai è in calo dello 0,5%. 

La scure del presidente Xi si è abbattuta stavolta sul re delle sigarette elettroniche Chu Lang yu , investito dalle inchieste sulla corruzione: il titolo ha perduto il 65%.

L’economia della Corea del Sud è cresciuta negli ultimi tre mesi del 2021 del 4,1% rispetto ad un anno prima, il tasso più alto dal 2010.

Di nuovo in rosso i future, bene i bond e l’oro

Il future dell’indice S&P500 è in calo dell’1,2%. Quello del Nasdaq perde l’1,3%. Ieri l’indice di riferimento di Wall Street ha chiuso in rialzo dello 0,3%, dopo essere arrivata a perdere il 4%. Un recupero giornaliero simile, dal negativo al positivo, non si vedeva dal 1978.

Il mercato azionario traballa, le obbligazioni sono calme. Il Treasury Note a dieci anni tratta a 1,75% di rendimento in lieve apprezzamento.

L’oro tratta stamane a 1.840 dollari l’oncia, invariato.

Dopo tre sedute consecutive di ribasso, rimbalza il petrolio WTI, +0,6%. 

Bitcoin in calo del 2% a 36.000 dollari, dal minimo di giornata, ma anche di medio periodo, di ieri, a 33.200 dollari.

Turchia, l’industria dell’auto a secco

Da segnalare gli sviluppi della crisi turca. La svalutazione della moneta provocata dalla politica controcorrente sui tassi ha provocato, vista l’impennata dei prezzi, un taglio delle forniture di gas ed altre materie prime all’industria: hanno chiuso i battenti Renaulot e Tofas, la jv che produce i veicoli ex Fca. 

Venti di Guerra e Wall Street piegano l’Europa

I venti di guerra che soffiano nelle gelide pianure dell’Est hanno gettato una luce sinistra sui numeri della congiuntura europea, già in frenata per l’effetto del Covid-19. Il Vecchio Continente è ripiombato così nel clima della Guerra Fredda tra minacce di “sanzioni senza precedenti”, come ha detto il ministro degli Esteri danese, e la furia delle vendite in arrivo da Wall Street che hanno investito nel pomeriggio tutti i mercati.

Economia e Ue:tiene l’industria, in ginocchio i servizi

In questa cornice, i dati emersi dal sondaggio flash di Ihs Markit, sono stati occasione per nuove vendite. L’indice, visto come un barometro dello stato di salute generale dell’economia, è sceso a 52,4 a gennaio rispetto a 53,3 di dicembre, ai minimi dallo scorso febbraio: tiene la manifattura, non i servizi scesi ai minimi di nove mesi di 51,2 da 53,1 di dicembre. “L’ondata di Omicron ha portato a un altro marcato crollo della spesa dei consumatori, specie nel turismo, viaggi e tempo libero che sono stati particolarmente colpiti”, ha detto Chris Williamson di Ihs Markit.   

Rimbalzano i Bund, lo spread a 141

La frana delle Borse offre al solito sostegno ai mercati obbligazionari. Sono così tornati gli acquisti sui titoli di Stato alla vigilia della riunione su due giorni della Fed, che si prepara a una stretta con più interventi sui tassi nel corso dell’anno. Salgono i prezzi del debito dei Paesi più solidi, sostenuti dalla minor propensione al rischio: il rendimento del Bund tedesco torna a -0,14%. 

Solo lievemente negativo il secondario italiano, con gli investitori attenti all’avvio delle votazioni per il Quirinale e soprattutto interessati al destino di Mario Draghi, marchio di garanzia Doc per l’Italia: Btp a 1,27%, lo spread risale a 141 punti. 

Milano maglia nera, complici i dividendi di Enel e Snam

A Piazza Affari tocca la maglia nera di Eurolandia con una perdita secca del 4,2% che fa precipitare l’indice sotto i 26 mila euro, ai livelli dello scorso novembre. Ad aggravare la discesa hanno contribuito l’acconto cedola di Enel (-3,48%) e di Snam (-2,73%) che hanno pesato sull’indice per lo 0,39%.

Poco meglio Francoforte -3,81% e Parigi -3,97%. Seguono Amsterdam – 3,28% e Madrid -3,16%. Fuori dalla Ue, Londra limita (si fa per dire) i danni al 2,66%.

Tlc e Unilever salvano dal diluvio 

La tempesta ha investito tutti i settori su tutte le piazze con un’eccezione: le tlc. Il comparto, il più sacrificato nel 2021, ha registrato un significativo rialzo al traino di Vodafone +1,41% in chiusura dopo un rialzo del 7%, in reazione alla notizia di una trattativa per la fusione tra le attività italiane con Iliad Italia, primo passo di una serie di M&A in Europa per metter fine alla guerra delle tariffe. 

Sale anche Orange +0,9% a Parigi in attesa della revisione della governance e dell’insediamento della nuova pdg Christel Heydemann.

Altra mosca bianca è stata Unilever. Il gigante che ha appena rinunciato all’acquisto della divisione consumi di Gsk per cui aveva offerto 50 milirdi di sterline, è finito nel mirino di Nelson Peltz, il miliardario activist che ha annunciato guerra al board “incapace di creare valore”.

Mosca lascia sul terreno il 7,7%, Nord Stream a rischio

La performance peggiore è quella della Borsa di Mosca – 5,93% (in dollari -7,7%). Il rublo scende a 88,95 nei confronti dell’euro, ai minimi dal luglio 2021. Secondo Goldman Sachs il flusso di gas naturale russo verso l’Europa potrebbe essere ridotto per “un periodo indefinito” se Mosca sarà colpita da sanzioni a causa delle crescenti tensioni sull’Ucraina. Gli analisti spiegano che l’attività del gasdotto Nord Stream 2 che trasporta la materia prima dai giacimenti russi alla costa tedesca (1.230 chilometri sotto il Mar Baltico, il più lungo collegamento al mondo), potrebbe esser rinviata a verso la fine dell’anno o anche più in là a causa dell’escalation delle tensioni. 

La scuderia Exor brucia 8,7 miliardi

Nessuna blue chip di Piazza Affari è sfuggita lunedì al segno meno. Le performance peggiori sono quelle dei titoli della scuderia Agnelli: Stellantis -7,39%; Iveco -7,12%; Cnh -6,58%; Exor -6,39% torna ai livelli dell’ottobre 2021. In rosso anche Ferrari -4,1%. La perdita complessiva supera 8,7 miliardi di euro. Limita o danni la sola Juventus -2,9%. 

Pesante nell’auto anche la frana di Pirelli -5,47%.

Sotto tiro Diasorin e Azimut

Crolla Diasorin -5,7%, nel giorno del rinvio a giudizio per insider trading dell’ad Carlo Rosa. Contenute invece le perdite di Recordati -1,9%. 

Nel risparmio gestito si distingue negativamente Azimut -5,67%. Tra le banche sembra svanito l’interesse di Unicredit – 2,52% per un’acquisizione in Russia. Più profondo il calo delle altre Big, da Intesa a Banca Bpm.

Giù Telecom, Eni lancia Tar alla Borsa di Oslo

S’indebolisce anche Telecom Italia -2,5% dopo una partenza sprint. In settimana il neo ad Pietro Labriola presenterà la risposta alla proposta di acquisizione da parte del fondo statunitense Kkr.

In calo non risparmia Eni -2,8% che ha annunciato di avere in programma la quotazione della joint venture Var Energi di cui controlla il 70% circa alla borsa di Oslo con una valutazione tra 10 e 15 miliardi di dollari. L’Ipo porterà alla vendita di buona parte delle azioni.

Reggono le utility, asse tra A2A e Ardian

Tiene meglio il settore utility. Italgas perde l’1,3%, Hera e Terna -1,4%. A2a -2,6% dopo i buoni giudizi di Equita sul nuovo accordo con Ardian per le rinnovabili che permetterà di acquisire 352 megawatt di capacità eolica e solare, di cui 40 in Spagna.

ePrice trova un cavaliere bianco. Tra i titoli minori, vola in asta ePrice dopo un rialzo di quasi 26% in scia alla manifestazione di interesse presentata da Negma per il risanamento della società.

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