Inizia in negativo l’ultima seduta della settimana per i listini azionari europei. Dopo l’ennesima caduta del Nasdaq, che continua a dare segnali preoccupanti (ieri -3,5%), aprono in rosso anche le Borse europee: il range di perdita per Piazza Affari, Parigi e Francoforte è intorno al mezzo punto percentuale. Più pesante la caduta di Tokyo, che nella notte italiana ha chiuso col -4%, il peggior ribasso da quattro anni.
A rendere il clima pesante sui mercati è lo spettro dell’inflazione e soprattutto la possibilità che le pressioni sui prezzi portino le banche centrali a ritirare le attuali condizioni ultra accomodanti, che invece avevano parecchio favorito alcuni comparti. L’orientamento degli investitori internazionali in questa fase è quello di una fuga dai titoli di Stato, i cui rendimenti continuano a scendere: negli Usa il rendimento del Treasury bond decennale benchmark è tornato a scendere sotto l’1,5% dopo aver toccato il massimo da un anno a 1,614% in seguito a un’asta accolta freddamente dal mercato.
A Milano i titoli in positivo sul Ftse Mib sono davvero pochi: tra questi spiccano Ferrari, che guadagna oltre l’1% e va in controtendenza dopo un inizio di 2021 particolarmente difficile, e alcuni energetici come Enel e Terna, con percentuali però minime. Male invece i settori industriale e tecnologico: Buzzi è il titolo peggiore, perde quasi l’1% anche Stmicroelectronics, in rosso Stellantis e di nuovo Atlantia, intorno alla parità Cnh Industrial e tira il fiato anche Diasorin, dopo il rialzo della seduta di giovedì ma ancora lontano dai picchi di fine gennaio. Il Cda di Leonardo ha dato il via libera definitivo alla quotazione di Drs a Wall Street: l’operazione sarà concretizzata entro fine aprile e il gruppo di Alessandro Profumo incasserà 1 miliardo. Il titolo Leonardo ne aveva parecchio beneficiato negli ultimi tempi, ma oggi perde anche lui, oltre l’1%.
Contrastate, ma quasi tutte in difficoltà, le banche: Banca Generali è tra i pochi titoli a galleggiare, mentre tra i peggiori si segnalano Unicredit e Finecobank, con perdite intorno o superiori all’1% ad inizio mattinata. Intesa Sanpaolo -0,7%, in rosso pure Mediobanca e Banco Bpm. Fuori dal Ftse va male Monte dei Paschi di Siena, che all’ora di pranzo cede oltre il 2% dopo essere stata sospesa poco dopo l’avvio della seduta, con un calo teorico di oltre il 5%. Sul progetto di rafforzamento varato dal Cda pende sempre l’incognita dell’Antitrust Ue, che vigila sull’intervento dello Stato italiano nella ricapitalizzazione. Senza una soluzione strutturale, cioè una fusione con un istituto più solido, il piano sul capitale sottoposto alla Bce – ricorda la banca senese – prevede un aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro “a condizioni di mercato e con la partecipazione pro quota dello Stato italiano”.
Qualche segnale negativo, anche se non preoccupante, arriva dallo spread Btp-Bund: dopo aver toccato i minimi da 6 anni nei giorni dell’insediamento di Mario Draghi a Palazzo Chigi, ora il differenziale è tornato sopra i 100 punti, aumentando ancora la forbice dai 103 punti della chiusura di giovedì. Si deprezza l’euro, oggi scambiato a 1.2152 dollari. In calo il petrolio: il Wti scende sotto i 63 dollari al barile, mentre il Brent torna verso i 66 dollari “bassi”. Nella seduta di giovedì erano stati grandi protagonisti i titoli oil: Saipem a picco, exploit di Tenaris. Oggi viaggiano entrambi in rosso, con perdite intorno all’1%.
Fuori dal paniere principale da segnalare la buona performance di Fincantieri, che guadagna oltre il 2% dopo aver pubblicato i conti del 2020: nella conference call l’Ad Giuseppe Bono ha parlato di ritorno all’utile già nel 2021, con distribuzione del dividendo nel 2022. Nel frattempo la società ha anche firmato un’importante commessa, da 1,35 miliardi per la fornitura di due sottomarini per la Marina. In territorio leggermente negativo invece Il Sole 24 Ore, all’indomani della presentazione del nuovo piano industriale al 2024: a partire dal 16 marzo il quotidiano uscirà con un nuovo formato.