Nella giornata in cui il vento caldo proveniente dall’Africa comincia a soffiare sull’Europa, riportando le temperature ai massimi di stagione, le borse continentali scelgono di muoversi a malapena, consapevoli del tour de force che le attenderà nel corso della settimana, tra trimestrali Hi-Tech (Facebook, Amazon, Alphabet e Intel su tutte), dati macro (PIL Usa e manifatturiero dell’Eurozona), e Banche Centrali. Giovedì toccherà a Mario Draghi fornire ai mercati alcune indicazioni sulla politica monetaria dei prossimi mesi. Secondo gli analisti, dal numero uno della Bce arriveranno nuovi segnali accomodanti in vista di un futuro taglio dei tassi a settembre e di un più incerto piano di acquisto titoli. Il 31 luglio invece sarà la volta della Federal Reserve che dovrebbe finalmente sforbiciare i tassi accontentando le pressanti richieste del Presidente Donald Trump.
In questo contesto, dopo una giornata in altalena, le Borse europee riescono a chiudere in terreno positivo, senza però imprimere scossoni: Francoforte (+0,25%), Parigi (+0,26%). Piatte Madrid e Londra alle prese con il futuro dei rispettivi governi: in Spagna il premier incaricato, Pedro Sanchez (Psoe), dovrà trovare la quadra sul nuovo Esecutivo entro giovedì, pena nuove elezioni (le ennesime), nel Regno Unito si attende il nome del successore di Theresa May alla guida del Partito Conservatore e dunque del Governo.
Piazza Affari con un colpo di coda riesce a battere gli altri listini, chiudendo la prima seduta della settimana in rialzo dello 0,44% a 21.734 punti base. Sul risultato incide però (-0,32%) la cedola di Enel (-0,24%): la società ha staccato oggi il saldo del dividendo 2018, pari a 14 centesimi per azione. In totale si tratta di 1,4 miliardi di euro. A frenare il listino pesa l’andamento dello spread, che dopo settimane di ribassi, si impenna nuovamente sopra i 200 punti base, dai 195 della seduta precedente (chiusura a 200.8 punti) a causa delle incertezze sul futuro del governo. In risalita anche il rendimento del decennale italiano che tocca quota 1,667% (+2,08%).
Dall’altra parte dell’oceano Wall Street procede contrastata nella prima seduta della settimana clou delle trimestrali: martedì toccherà a Snapchat e Visa, mercoledì a Facebook, Boeing e Tesla, giovedì ad Alphabet, Amazon e Intel e – venerdi’ a Twitter. Il Dow Jones cede lo 0,14%, lo S&P 500 segna un timido +0,14%, in territorio positivo il Nasdaq: +0,5%. Tra i titoli si mette in evidenza Halliburton (+5,47%). Il gruppo che offre servizi petroliferi Halliburton ha annunciato utili migliori delle stime, attività internazionali in crescita, ma ricavi leggermente deludenti.
Tornando a Milano a guidare il Ftse Mib sono gli assicurativi: Unipol +4,24%, Unipolsai +2,98% dopo il via libera condizionato dell’Antitrust alla cessione di Unipol Banca. A spingere gli acquisti sul settore sono anche le dichiarazioni di Claudio Levorato, presidente di Manutencoop, che ha parlato di una possibile uscita nel 2020 dalle scatole societarie che compongono il patto di sindacato sul 30% del gruppo bolognese. Tra i titoli migliori anche Amplifon (+2,27%), Stm (+2%) e Azimut (+1,83%).
Salgono i petroliferi, in scia al rialzo dei prezzi del greggio (Wti +1% a 56,37 dollari, Brent +1,5 a 63,45) sulle tensioni Iran-Gran Bretagna: Saipem (+0,87%), Tenaris (+1,35%), Eni +0,68% in attesa dei conti i programma per venerdì.
Contrastate le banche: Banco Bpm è la peggiore del listino, con un ribasso dell’1%. Negativa Unicredit (-0,34%). Secondo un’indiscrezione pubblicata da Bloomberg, la banca guidata da Jean Pierre Mustier sarebbe pronta a tagliare fino a 10mila posti di lavoro nell’ambito del piano che presenterà a dicembre. Intesa Sanpaolo (+0,17%), Ubi Banca (+1,66%) dopo l’annuncio della cessione di crediti in sofferenza per circa 900 milioni. In negativo Nexi (-0,44%) e Buzzi (-0,29%).
Sul valutario, il cambio euro/dollaro rimane stabile a quota 1,1216 punti.