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Borse col fiato sospeso dopo l’avvertimento di Powell: occhi sulle nuove mosse di Trump. Atteso il taglio dei tassi della Bce

Imagoeconomica

In una seduta in cui si intrecceranno una serie di eventi importanti per l’Europa, il mondo asiatico nella notte tira un sospiro di sollievo per la fine del primo round di negoziati commerciali tra Washington e Tokyo ritenuto soddisfacente. Il Giappone è il primo grande partner commerciale a negoziare direttamente con gli Stati Uniti, un banco di prova per oltre 70 nazioni che, secondo quanto riferito, cercano condizioni migliori sui dazi doganali annunciati da Trump e poi bruscamente accantonati questo mese. Le azioni asiatiche hanno registrato un leggero rialzo dopo che Trump ha dichiarato che ci sono stati “grandi progressi” nei colloqui per raggiungere un accordo che eviti al Giappone imposte più elevate. L’oro ha raggiunto un nuovo record, mentre i rendimenti dei titoli del Tesoro e l’indicatore del dollaro sono leggermente aumentati. I futures sulle Borse europee indicano un’apertura poco variata della seduta in cui la premier Giorgia Meloni incontrerà a sua volta Trump, la Bce taglierà i tassi e Mps voterà su Mediobanca.

Wall Street chiude in netto calo dopo gli avvertimenti di Powell

Le azioni statunitensi hanno chiuso ieri in netto ribasso, con il Dow Jones in calo dell’1,7%, l’S&P 500 in calo del 2,2% e il Nasdaq in picchiata del 3%.

Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell ha avvertito che i dazi decisi da Trump, “superiori persino alla nostra stima piu’ alta”, rischiano di creare più inflazione e meno crescita economica, complicando il quadro per la politica monetaria, dato che questi sviluppi potrebbero richiedere misure in direzioni opposte, per stabilizzare l’inflazione e garantire gli obiettivi di massima occupazione. I dazi inoltre mettono a rischio i posti di lavoro, ha detto Powell, precisando che “senza stabilità dei prezzi non possiamo raggiungere lunghi periodi di buone condizioni del mercato del lavoro”.

Nel paniere S&P 500 hanno visto andamenti i settori dell’energia, mentre i più venduti sono stati i settori informatica (-3,94%), beni di consumo secondari (-2,69%) e telecomunicazioni (-2,48%). Da segnalare la pessima performance per Apple, che registra un ribasso del 3,89%. In rosso anche Microsoft, che evidenzia un deciso ribasso del 3,66% e 3M, che scende del 3,55%. Sessione nera per ASML Holding, che lascia sul tappeto una perdita del 7,06%. In perdita Nvidia, che scende del 6,87%.

L’amministrazione statunitense sta valutando di tagliare circa 40 miliardi di dollari di finanziamenti al Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (Hhs), lo riporta il Washington Post citando una bozza di bilancio, nota come ’passback’. I tagli rappresenterebbero circa un terzo della spesa discrezionale dell’Hhs. La bozza mostra come l’amministrazione intende riorganizzare le agenzie sanitarie federali che supervisionano la sicurezza alimentare e farmaceutica, gestiscono la risposta nazionale alle minacce di malattie infettive e promuovono la ricerca biomedica, aggiunge il Washington Post.

Negli Stati Uniti, American Express, Blackstone e Truist Financial, pubblicherà i risultati del primo trimestre, dopo una serie di risultati relativamente positivi da parte delle società finanziarie americane che hanno contrastato l’andamento negativo di Wall Street.

Asia confortata dai colloqui tra Usa e Giappone

I colloqui tra Tokyo e Washington, ai quali ha partecipato direttamente lo stesso Trump, non hanno portato a una decisione immediata sulle tariffe doganali, ma si stanno registrando “grandi progressi”, ha scritto stanotte lo stesso presidente Usa sul suo sito social, il che ha comunicato un maggiore ottimismo. Tanto che le parti hanno deciso di accelerare i preparativi per il secondo round di incontri. La data precisa ancora non c’è ancora, ma dovrebbe essere prima della fine del mese, ha lasciato intendere il leader del team negoziale giapponese, Ryosei Akazawa.

Le indicazioni sull’andamento del confronto, in qualche misura confermate anche dalla delegazione giapponese, hanno riportato in alto la propensione al rischio dopo la chiusura in ribasso di Wall Street. La maggior parte delle borse asiatiche sale. L’oro, oggetto di acquisti rifugio, continua a salire e stanotte è arrivato un altro record, a 3.343 dollari l’oncia. Salgono anche le materie prime: petrolio WTI a 63 dollari il barile.

L’indice di riferimento della borsa di Tokyo guadagna lo 0,8%. Ferma la corsa lo yen, dopo il balzo di ieri, e tratta stamane a 142,6 su dollaro: lo yen, a quanto riferito, non dovrebbe entrare nei colloqui il che smorza i timori che Washington pretendesse un rafforzamento della moneta.

La borsa di Hong Kong è tra le migliori in Asia. Indice Hang Seng +1,36%. Si mette in luce la componente tech: l’indice Hang Seng Tech guadagna il 2,4%. Tencent e Alibaba, in rialzo del 3%, contribuiscono in modo importante al movimento. Le borse della Cina sono poco mosse: CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen -0,1%. Salgono le azioni delle imprese legate ai servizi, tra cui le grandi catene alberghiere, in vista di una comunicazione governativa riguardante interventi a favore dell’apertura del settore.
L’indice Taiex di Taipei perde lo 0,5%. Il presidente cinese Xi Jinping ha promosso l’idea di una “famiglia asiatica” e ha invocato l’unità regionale durante un tour nel Sud-est asiatico, in un apparente tentativo di contrastare la pressione degli Stati Uniti sulle nazioni affinché limitino i legami commerciali con Pechino. Intanto la Cina fa sapere che si siederà al tavolo della trattativa con Trump, quando cesseranno le osservazioni denigratorie, ha scritto stanotte Bloomberg. Altre condizioni per avviare il negoziato sono le seguenti: un posizione più coerente degli Stati Uniti sul tema, una chiara dimostrazione della volontà di affrontare le preoccupazioni della Cina riguardo alle sanzioni americane e a Taiwan, la nomina di una persona di riferimento per i colloqui.

Borse europee viste poco mosse, occhi a Mps e al lusso

Le borse europee sono attese aprire poco sotto la parità sulla base delle indicazioni fornite dai fitures: -0,31% il future sull’Eurostoxx50. Le giornate in arrivo si preannunciano intense. A iniziare da oggi con la premier Meloni che tenterà di trovare un accordo con Trump sui dazi, la Bce attesa abbassare i tassi di 25 punti base e dare indicazioni sulle ripercussioni economiche dei dazi sulla zona euro. Domani poi ci sarà a Roma la visita del vice presidente americano JD Vance. E sabato il secondo round dei negoziati Usa-Iran sul nucleare previstiprobabilmente nella sede dell’ambasciata dell’Oman.

Per Piazza Affari l’evento più importante sarà la l’assemblea del Monte dei Paschi chiamata a votare sull’aumento di capitale al servizio dell’offerta da 13,3 miliardi di euro su Mediobanca. Il presidente della Cassa previdenziale dei medici Enpam, titolare di poco meno del 2% di Mps, ha detto al Messaggero che voterà oggi a favore dell’aumento al servizio dell’Ops su Mediobanca, condividendo il senso industriale dell’operazione. A favore anche Inarcassa, cassa di ingegneri e architetti, che ha il 3% circa della banca senese, secondo alcuni quotidiani.

Si tengono oggi anche le assemblee di Banca Generali, Banca Ifis e Geox.

Eni stringe i tempi per il divorzio da Gazprom. La compagnia italiana conferma ufficialmente alla Sec di voler chiudere i rapporti il prima possibile. I due gruppi sono ancora legati dai contratti take-or-pay a lungo termine. Intanto il gas russo è stato del tutto sostituito e sono state rimpiazzate anche le forniture per le controllate Enipower e Plenitude. “Intendiamo continuare a sostituire il gas naturale di origine russa nel nostro portafoglio con volumi provenienti da altri fornitori e aree geografiche, con l’obiettivo di terminare i contratti di fornitura attualmente in essere con le controparti russe nel più breve tempo possibile”, si legge nel documento.

Stellantis. La partecipata Comau ha firmato un accordo vincolante per l’acquisizione del 100% di Automha, azienda italiana operante nel settore dell’automazione dei magazzini e della logistica interna, di proprietà di Trasma. Il perfezionamento della transazione, dice una nota di Comau, si prevede che avverrà nel secondo trimestre del 2025. Rbc ha abbassato il target price da 12 a 9 euro (rating sector perform). Lo stesso ha fatto Jefferies, ma con un taglio più consistente da 14 a 9 euro (rating hold).

Siemens Energy ha alzato la guidance per l’anno in corso, indicando un rischio di rialzo rispetto al consenso sulle vendite e sui margini del business Grid Technologies, senza che le tariffe abbiano un impatto significativo sui margini del secondo semestre.

Unicredit Barclays alza il target price a 56,3 euro.

Moncler ha chiuso il primo trimestre del 2025 con ricavi in lieve aumento, sostenuti dalla crescita nel canale diretto sia per il marchio Moncler sia per Stone Island. I ricavi consolidati di gruppo – si legge in una nota – sono pari a 829 milioni di euro, in crescita dell’1% a cambi costanti, poco sopra gli 817 milioni del consensus fornito dalla società. Il marchio Moncler ha visto un aumento del 2% a 721,8 milioni, trainato da un +4% nel canale distributivo Direct-to-Consumer (Dtc), quello maggiormente tenuto in considerazione dagli analisti. Notevole è il risultato in Cina, soprattutto se lo si paragona a quanto comunicato dal numero uno del settore, LVMH. Rbc ha, però, limato il target price da 65 a 64 euro (rating sector perform).

Brunello Cucinelli ha archiviato il primo trimestre con ricavi in crescita a doppia cifra e ha confermato l’obiettivo di chiudere il 2025 e il 2026 con un aumento del fatturato di circa il 10%.

Campari. Pernod Ricard chiude il trimestre con vendite in calo del 3% anno su anno, peggio delle previsioni.

Generali. L’affluenza all’assemblea della prossima settimana dovrebbe superare di poco il 70%, scrive Repubblica, mentre MF stima una affluenza tra il 70% e il 75%.

Hermes ha chiuso il primo trimestre 2025 con ricavi in crescita del 9% a 4,1 miliardi di euro (+7% a cambi costanti), con tutte le aree geografiche che hanno messo a segno un aumento. Nel dettaglio, i ricavi in Asia escluso il Giappone sono saliti dell’1% a 1,97 miliardi, quando in Giappone sono aumentati del 17% a 421 milioni di euro. Le vendita in Nord e Sud America sono salite dell’11% a 695 milioni, quando in Europa esclusa la Francia del 13% a 501 milioni e in Francia hanno segnato un +14% a 357 milioni, grazie soprattutto ai buoni flussi turistici. Nel resto del mondo, compreso il Medio Oriente, le vendite sono cresciute del 14% a 185 milioni. Il gruppo del lusso “compenserà pienamente” l’impatto dei dazi americani del 10% aumentando i suoi prezzi di vendita negli Stati Uniti “a partire dal primo
maggio e per tutti i settori”, ha dichiarato il direttore finanziario del gruppo, Eric Halgouet, che non ha precisato l’entità di questo aumento.

Mfe ha proposto un aumento dell’8% del dividendo annuale e ha svalutato la partecipazione in ProSiebenSat.

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