La caduta del regime di Assad in Siria e le sue conseguenze sulla geografia politica del Medio Oriente e sulla guerra Russia-Ucraina (Putin era uno dei principali sponsor del regime siriano), fanno da sfondo oggi a una seduta dei mercati finanziari senza una direzione precisa. La chiusura in Europa è contrastata, in avvio di una ottava che ruoterà attorno alla riunione di politica monetaria della Bce del 12 dicembre, da cui si attende un altro taglio dei tassi d’interesse di 25 punti base. Oltreoceano Wall Street prende fiato dopo i recenti record.
Seduta europea, tra Parigi in vetta e Milano in coda
Tra i principali listini del Vecchio Continente campeggia oggi Parigi, con una crescita dello 0,75%, sulle attese della formazione di un nuovo governo. A dare sprint al Cac 40 hanno contribuito i titoli del lusso, dopo che la Cina ha deciso di cambiare rotta sulla politica monetaria nel 2025, per la prima volta in 14 anni. Pechino ha annunciato una politica fiscale proattiva e una politica monetaria “moderatamente flessibile”, offrendo una sponda ulteriore anche ai prezzi del petrolio, che stanno correndo. Bene di conseguenza i titoli del settore.
Milano è dalla parte opposta rispetto a Parigi e cede lo 0,55%. Le grandi firme guidano anche il FTse Mib, ma arretrano le utility e i titoli industriali, mentre le banche sono contrastate, benché si stia infiammando la partita tra Banco Bpm (+2,24%) e Unicredit (-1,25%),dopo che Crédit Agricole ha sottoscritto contratti derivati relativi al 5,2% di Piazza Meda, portando potenzialmente la sua partecipazione al 15% e chiedendo il via libera alle autorità per arrivare vicino al 20%. Una mossa che può indurre Andrea Orcel a un rilancio dell’Ops, mentre Equita ritiene altamente improbabile una controfferta su Banco Bpm da parte dei francesi.
Nel resto d’Europa arretra Madrid -0,55%, è piatta Francoforte -0,04%, salgono Amsterdam +0,34%, Londra +0,5%.
Wall Street debole con Nvidia
Wall Street si muove debole dopo le prime ore di scambi e in una giornata povera di dati macro, che arriveranno invece mercoledì e giovedì, aggiornando l’andamento dei prezzi al consumo e alla produzione e fornendo nuove indicazioni in chiave Fed. La banca centrale Usa si riunirà la settimana prossima e anche in questo caso si prevede un ulteriore taglio dei tassi di un quarto di punto.
Tra i titoli di maggior peso arretra Nvidia, -3,23%, dopo che le autorità cinesi hanno comunicato l’apertura di un’indagine sulla società tecnologica statunitense per possibili violazioni della legge antimonopolio del paese. In particolare le indagini vertono sull’acquisizione della società Mellanox, secondo quanto riferito dalla Cnbc. Inoltre è sotto pressione tutto il settore dei semiconduttori in attesa del presidente eletto Donald Trump e dopo che la scorsa settimana, l’amministrazione Biden ha annunciato una nuova serie di restrizioni per la vendita di chip statunitensi alla Cina, alimentando nuove tensioni tra i due paesi.
Dollaro in calo; petrolio in salita
Il dollaro vive una seduta volatile e in leggero calo, con l’euro che al momento sale dello 0,2% contro il biglietto verde per un cambio a 1,059.
Tra le materie prime spinge sull’acceleratore il petrolio, spinto dalle speranze sulla domanda a seguito degli stimoli cinesi, mentre dal lato dell’offerta si guarda al caos in Medio Oriente. Al momento il future gennaio del Wti si apprezza del 2,08% a 68,60 dollari al barile. Il future Brent febbraio 2025 sale dell’1,76% a 72,37 dollari al barile.
L’oro è in guadagno, con il clima geopolitico che suggerisce di aprire un ombrello: lo spot gold tratta in rialzo dell’1,36% a 2668,74 dollari l’oncia.
Al contrario il bitcoin arretra e tratta oggi a 97.800 dollari.
Piazza Affari, si apprezza il titolo Eni nonostante l’esplosione di Calenzano
In Piazza Affari sono in evidenza i titoli petroliferi e si apprezza timidamente anche Eni, +0,55%, nonostante le cattive notizie giunte da Calenzano, vicino a Firenze, dove c’è stata un’esplosione in un deposito del cane a sei zampe, che vede come tragica conseguenza per ora 2 morti, tre dispersi e 9 feriti.
Nel settore brilla con più intensità Tenaris +2,24%, promossa da Jefferies a ‘buy’ con un target price rivisto al rialzo a 22 euro per azione.
In cima al listino ci sono poi le grandi firme: Moncler +3,15% e Cucinelli +2,01% e tra le mid cap è in evidenza Ferragamo +6,7%.
Tra le blue chip ancora toniche oggi si distinguono Stellantis +1,53%, Amplifon +1,4%, Telecom +1,17%.
La lista dei ribassi più robusti si apre con Leonardo -4,77%, seguita da Prysmian -4,19%, Iveco -3,26%. Le utility in rosso più acceso sono Hera -1,59% e Italgas -1,35%.
Spread in calo
I titoli di Stato della zona euro mantengono una buona intonazione in avvio di settimana e così fanno anche i Btp. Il decennale italiano vede lo spread con l’omologo tedesco scendere ulteriormente a 107 punti base e i tassi sono indicati in chiusura rispettivamente al 3,19% e 2,12%.
Migliora il clima anche sulla carta francese, con lo spread oggi a 75 punti base e il rendimento dell’Oat decennale al 2,87%.