Nuove indiscrezioni sul progetto dazi di Donald Trump hanno raggelato oggi i mercati, che chiudono in ribasso in Europa, in scia alle perdite asiatiche e successivamente all’avvio piatto di Wall Street. Fa eccezione però Piazza Affari, che sale dello 0,49% e buca al rialzo la soglia psicologica dei 35mila punti base (35.108), in una giornata rischiarata complessivamente anche dalla liberazione e dal ritorno di Cecilia Sala dall’Iran.
Effetti delle possibili politiche trumpiane si sono visti invece sul valutario, con il renminbi cinese ai minimi da 16 mesi contro dollaro, mentre l’euro vede il cambio sotto la soglia di 1,03.
A rilanciare il tema del programma tariffario del presidente eletto è stata la Cnn, secondo cui Trump sta valutando la possibilità di decretare un’emergenza economica nazionale, fornendo così giustificazione legale all’imposizione di una vasta gamma di dazi universali su alleati e avversari.
Una prospettiva che pesa anche sul petrolio, mentre il Tycoon pianta bandierine Usa sulla cartina del mondo (per esempio il Canada) come su una mappa del gioco del Risiko. I future di Brent e Wti sono al momento in calo dell’1% circa, con prezzi rispettivamente al 76,27 dollari al barile e 73,51% dollari al barile.
Piazza Affari oltre 35mila punti, Europa debole
Nella giornata uggiosa Piazza Affari si è difesa riuscendo a spuntare una chiusa in rialzo, dopo vari cambi di segno. A dare sapore agli scambi è stato ancora una volta il settore bancario, animato oggi da una notizia relativa a due titoli minori.
Stamani è stato reso noto infatti che Banca Ifis (+2,43%) ha lanciato un’opas su Illimity Bank (+10,63%) per 298 milioni di euro, tra azioni e cash. Gli analisti giudicano positivamente l’operazione che creerebbe il principale operatore domestico specializzato nel credito alle Pmi. Il mercato attende poi con interesse l’evoluzione di varie partite, prima tra tutte quella di Unicredit (+2,41%) con Banco Bpm (+0,05%).
Nel paniere principale tornano inoltre in evidenza Bper +3,15% e l’azionista Unipol +2,09%.
A dare verve al listino ha contribuito poi Leonardo, +4,08%, blue chip che registra il maggiore rialzo del giorno ancora una volta grazie a Trump, che ha nuovamente chiesto ai paesi alleati della Nato di portare la spesa militare sul pil al 5% dal 2%, mandando in orbita tutti i titoli del settore militare. Una richiesta non in guanti bianchi, visto che il Tycoon ha anche minacciato l’uscita degli Usa dall’alleanza.
In ambito finanziario bene Banca Mediolanum, +3,5%, che a dicembre ha registrato una raccolta netta da record nel 2024, pari a 10,4 miliardi di euro. Rimbalza Buzzi, +2,51%.
I realizzi e la debolezza del settore tech a stelle e strisce fiacca Stm -4,38% e dopo alcune sedute in progresso arretrano anche Amplifon -1,65% e Nexi -1,95% e Interpump -1,72%. Lo stesso si può dire per Stellantis, -2,64%, sotto i riflettori oggi anche per indiscrezioni su un possibile accordo con Tesla, insieme a Toyota, Ford, Mazda e Subaro per rispettare le emissioni 2025 ed evitare multe.
Nel resto d’Europa sono deboli Parigi -0,49%, Francoforte -0,11%, Amsterdam -0,55%, Madrid -0,09%. È piatta Londra.
Wall Street in lieve rialzo, con dati sul lavoro
Wall Street si muove ora in lieve rialzo, dopo un avvio debole e alla vigilia di uno stop, per la giornata commemorativa dedicata all’ex presidente Jim Carter recentemente scomparso.
A tenere sotto pressione le azioni e soprattutto i titoli delle mega tech sono i maxi rendimenti dei titoli di Stato, che vedono anche oggi scendere i prezzi, con il tasso del decennale che arretra dal picco del 4,7%, ma si muove in ogni caso poco lontano a 4,681%.
Ad aprire uno spiraglio di speranza sulla Fed e a frenare almeno parzialmente l’emorragia di Treasury sono state oggi le buste paga del settore privato a dicembre (rapporto Adp), secondo cui i posti di lavoro creati il mese scorso sono stati 122 mila rispetto a novembre, contro attese di 134 mila. Una piccola frenata, che dovrà trovare riscontro nel più completo rapporto sul lavoro in uscita venerdì. Al momento comunque per il FedWatch Tool del Cme Group infatti c’è il 33,3% di possibilità che la Fed lasci i tassi al 4,25%-4,50% fino a giugno.
Nell’azionario è poco mossa Nvidia dopo il tonfo di ieri, mentre l’ad del colosso, Jensen Huang, ha messo a dura prova oggi il settore tech dicendo che per la diffusione di computer quantistici di una certa utilità ci vorranno ancora tra i 15 e i 30 anni, aggiungendo comunque che Nvidia avrà “un ruolo molto significativo” nel creare questi computer e nell’aiutare l’industria “ad arrivarci il prima possibile”.
Spread e tassi in rialzo
Dazi e tensioni sui Treasury, sollevano qualche timore sulla traiettoria dell’inflazione e mettono sotto pressione anche i titoli di Stato della zona euro, che vedono tassi in lieve rialzo.
Il Btp decennale benchmark in chiusura è indicato al 3,68% contro il 2,52% dell’omologo tedesco, per uno spread in leggero allargamento a 116 punti base.