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Borse chiusura 4 marzo: i dazi di Trump scatenano il panico e affondano i mercati. Piazza Affari perde il 3,41%

Tutte in rosso le Borse in Europa e in America. Milano è una delle piazze che perdono di pù: crollano Stellantis, Stm, Iveco e Telecom Italia. Torna a salire l’oro

Borse chiusura 4 marzo: i dazi di Trump  scatenano il panico e affondano i mercati. Piazza Affari perde il 3,41%

Non ci sono armi che tengano di fronte al terremoto innescato oggi sulle borse globali dall’entrata in vigore dei dazi Usa del 25% su importazioni dal Messico e dal Canada, oltre a un 10% aggiuntivo sui beni cinesi. Il presidente Donald Trump è passato all’azione nella guerra commerciale ampiamente annunciata e il 2 aprile introdurrà i “dazi reciproci” che arriveranno anche l’Europa. La rappresaglia dei paesi colpiti è stata immediata e la reazione dei mercati a tutto ciò è stata più che negativa, l’avversione al rischio ha continuato così a crescere con il passare delle ore, fino a una chiusura in profondo rosso in Europa e a un avvio stonato a Wall Street. Gli indici Usa hanno ormai bruciato completamente i guadagni successivi all’elezione di Trump, mandando complessivamente in fumo 3.400 miliardi di dollari.

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Europa a picco e Milano in maglia nera con Stellantis

Piazza Affari oggi è in maglia nera, perde il 3,41% e precipita sotto i 38mila punti base (37.736). I titoli più colpiti sono quelli legati ai paesi su cui sono scattate le nuove imposte doganali: Stellantis -10,16%, Iveco -7,73%, Stm -8,37%.

Tutti i listini continentali si allontanano dai recenti massimi. Francoforte, che ieri ha aggiornato il suo record, oggi lascia sul campo il 3,32%, seguita da Madrid -2,68%, Parigi -1,85%, Amsterdam -1,76%, Londra -1,2%.

Nasdaq in correzione 

Il Nasdaq (-1,69%) perde il 10% dal massimo storico toccato il 16 dicembre, entrando in quello che viene definito territorio di correzione. Tra i titoli che zavorrano il listino c’è Tesla (-6,4%), dopo il crollo del 49,2% a febbraio delle vendite dei veicoli elettrici prodotti in Cina. 

Ora, secondo i trader, la Fed sarà costretta a tre tagli dei tassi di interesse da un quarto di punto quest’anno, per contrastare l’impatto dei dazi sulla crescita economica globale.

In controtendenza Mosca 

Balla da sola invece Mosca (Moex +2,9%; Rtsi +2,91%), spinta da indiscrezioni stampa relative ad un possibile allentamento delle sanzioni Usa contro la Russia. Intanto Washington sospende gli aiuti militari a Kiev (con Zelensky che cerca invece di recuperare un rapporto), mentre consolida il dialogo con Putin su altri fronti caldi. Secondo Bloomberg infatti la Russia avrebbe accettato di assistere la Casa Bianca nella comunicazione con l’Iran su questioni quali il programma nucleare della Repubblica islamica e il suo sostegno ai delegati regionali anti-Usa.

Von der Leyen, Rearm Europe può mobilitare fino a 800 miliardi di euro

In questo contesto l’Europa si risveglia e tenta di fronteggiare la situazione come può. In vista del nuovo summit straordinario in programma dopodomani la presidente Ue Ursula Von der Leyen ha steso il piano di riarmo del continente, spiegando che “l’Europa potrebbe mobilitare quasi 800 miliardi di euro di spese per la difesa”. I malumori però già serpeggiano tra i paesi membri.

Giovedì è attesa la riunione della Bce, che dovrebbe tagliare i tassi ancora di un quarto di punto.

Petrolio in ribasso

A completare la tempesta sull’azionario contribuisce oggi anche il ribasso del petrolio, che perde terreno dopo che i paesi dell’Opec hanno comunicato che andranno avanti con l’aumento della produzione ad aprile.

Così il Brent arretra dell’1,77% a 70,35 dollari al barile e il Wti cede l’1,35% per un prezzo di 67,45 dollari al barile.

L’oro diventa più attrattivo in questo contesto e lo spot gold tratta oggi oltre i 2.900 euro (al momento 2.906,62).

Sul mercato dei cambi accusano il colpo dazi le valute di Canada e Messico, mentre l’euro si mantiene intonato per un cambio contro dollaro oltre 1,052.

Tra le valute digitali scende ancora il valore del bitcoin e, dopo la fiammata dei giorni scorsi, tratta al momento a 82.775 dollari (-3,95%).

Piazza Affari, in rosso auto, petroliferi e banche

In Piazza Affari la conta dei danni parte da Stellantis, colpita anche da un calo delle immatricolazioni in Italia del 14,7% a febbraio e dal taglio del target price del titolo da 13 a 12 euro (neutral) da Citi. Il settore auto è comunque tra i più colpiti in Europa dai dazi a Messico e Canada. Secondo Bloomberg infatti la guerra commerciale rischia di cancellare 5,88 miliardi di dollari di utili operativi per i grandi produttori europei e le case più colpite sarebbero Stellantis e Volkswagen (-2,58% a Francoforte) se non verranno attuate misure di mitigazione. 

La prospettiva zavorra anche Iveco e Pirelli -6,01%, mentre Stm appare più spaventata dalle tariffe sui beni cinesi.

La seduta è da dimenticare per i titoli petroliferi: Tenaris -5,97%, Saipem -5,11%, Eni -4,23%.

Arretra forte Telecom, -5,37%, dopo che Vivendi ha presentato appello per la sentenza del Tribunale civile di Milano, che a gennaio ha bocciato il ricorso contro la decisione del cda di cedere la rete fissa senza passare dall’assemblea dei soci.

Prysmian, -5,09%, soffre il fatto che Jefferies ha abbassato il target price da 80 a 75 euro (buy).

Le banche sono in retromarcia, dopo l’avanzata di ieri, a partire da Bper -4,62% e Pop di Sondrio -4,6%. Giornata no anche per Unicredit -4,25%, dopo la trasferta romana della vigilia.

Si salvano poche blue chip da questa Caporetto. Si apre con Inwit, +2,12%, in attesa della presentazione dei conti e del nuovo piano industriale.

Si salva Campari, +1,35% che sta presentando i risultati appena chiuse le contrattazioni.

Sono in rialzo le utility, titoli ritenuti difensivi e che vedono in ulteriori tagli dei tassi da parte della Bce, un’opportunità in più per essere attraenti e competitivi rispetto alle obbligazioni. Anche l’annuncio di un fondo da 100 miliardi per la decarbonizzazione ha dato sostegno al settore: Snam +1,98%, Terna +1,4%, Italgas +0,81%, A2a +0,37%.

Leonardo oggi cede alle prese di profitto dopo il balzo a due cifre di ieri e perde il 2,86%.

Spread in salita

Chiude in rosso anche il secondario, dove lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata sale a 108 punti base, mentre i tassi appaiono relativamente stabili, a 3,56% e 2,49%.

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