La Bce rallenta il passo, rispetta le previsioni e alza i tassi di 25 punti base, come ha fatto ieri la Fed, ma ad allarmare i mercati sono ancora le banche regionali Usa, con il nuovo caso PacWest (-50%) scoppiato a Wall Street. Si chiude così in rosso la seduta odierna in Europa, dopo i timidi rialzi della seduta precedente, mentre la borsa Usa si conferma negativa e incrementa le perdite della vigilia. Gli acquisti si riversano sull’oro, bene rifugio per eccellenza, che tratta vicino ai suoi massimi storici intorno a 2050 dollari l’oncia (+0,0,55%), mentre resta fiacco il petrolio: il Brent perde lo 0,2% e tratta a 72,23 dollari al barile; il greggio texano arretra dello 0,6% poco oltre i 68,1 dollari al barile.
Nell’azionario Piazza Affari cede lo 0,61% e arretra a 26.670 punti base, zavorrata dalle banche e divisa dai risultati trimestrali, tra i brillanti numeri di Ferrari +4,7% (su nuovi massimi storici a 265 euro per azione) e quelli deludenti di Leonardo -5,8%. Il bilancio di giornata è simile a Francoforte -0,54%, Madrid -0,38%, Parigi -0,85%, mentre Londra è in maglia nera con un calo dell’1,08%.
Lagarde: Abbiamo ancora della strada da fare
Se gli analisti sono divisi sulle prossime mosse della Fed, che potrebbe fermarsi dopo il decimo rialzo deciso ieri, non sembra lasciare molti dubbi la Bce al suo settimo incremento dei tassi in dieci mesi, al top dal 2008. “Non stiamo facendo nessuna pausa nel rialzo dei tassi” – ha detto alla stampa la presidente Christine Lagarde – abbiamo “ancora strada da percorrere”. L’inflazione è ancora troppo alta, per dichiarare vittoria e insieme alla stretta monetaria a luglio verranno meno anche i reinvestimenti del programma d’acquisto di titoli App.
Le scelte della Bce e le parole apparentemente aggressive di Lagarde non sembrano avere però un effetto falco sull’euro e sul mercato secondario dei titoli di Stato.
La moneta unica tratta infatti in leggero calo contro il dollaro (-0,4%), pur muovendosi ancora poco oltre 1,1. L’euro non sembra soffrire troppo neppure il nuovo scontro Italia-Francia, con il ministro degli esteri italiano Antonio Tajani che ha annullato la prevista visita a Parigi, in risposta al ministro degli interni francese Gerard Darmanin che ha bollato il governo Meloni come “incapace di affrontare il problema” dell’immigrazione.
Per quanto riguarda l’obbligazionario gli acquisti premiano i titoli della zona euro, che mostrano rendimenti in calo o stabili. Il Bund decennale scende a +2,21% (da 2,25 di ieri) e fa meglio del Btp di pari durata che resta sui livelli di ieri a +4,11%, per uno spread in allargamento a 190 punti base (+1,96%).
Wall Street in rosso con le banche regionali
Non migliora l’umore di Wall Street dopo le perdite di ieri, a causa dei rinnovati timori sullo stato di salute delle piccole banche. Il nuovo allarme è arrivato nel premercato dopo che Bloomberg ha scritto che la banca californiana starebbe valutando diverse opzioni strategiche, tra le quali una possibile vendita, uno scioglimento o un aumento di capitale. Scenario confermato dalla banca stessa. First Horizon arretra in misura superiore al 37%, dopo che il gruppo canadese Toronto-Dominion Bank ha annullato l’acquisizione da 13,4 miliardi di dollari della banca regionale Usa. L’indice KBW Regional Banking perde il 6,0%, mentre l’indice S&P 500 Banks cala dell’1,6%.
Il capitolo trimestrali vede nervosa Apple -1,1% in attesa dei risultati; crolla Paramount (-27%) che ha mancato le previsioni di Wall Street con ricavi e profitti, mentre vola Shopify (+28,77%) alla luce dei conti presentati.
Gli investitori stanno inoltre soppesando i dati macroeconomici di giornata: salgono oltre le attese le richieste settimanali alla disoccupazione (a 242mila, contro stime di 236mila), mentre la produttività Usa mostra un deciso calo nei primi tre mesi 2023 a causa del rallentamento dell’economia (-2,7%, risultato più debole dal secondo trimestre 2022). Si registra poi un’impennata nel costo del lavoro (+6,3%9, che non rassicura sul fronte inflazione.
Piazza Affari si affida al Cavallino rampante
Piazza Affari si affida oggi al motore del Cavallino rampante, che gira sempre a pieno ritmo. Ferrari con i conti del trimestre ha battuto infatti le attese del mercato in tutte le metriche: ricavi, Ebitda, Ebit e utile netto, con il margine Ebitda salito al 37,6%, un livello definito ‘da record’ dall’amministratore delegato della rossa di Maranello, Benedetto Vigna. Sul fronte opposto c’è invece Leonardo, che ha mostrato un solido andamento degli ordini ma anche un risultato operativo sotto le attese.
Nella breve lista delle blue chip di Milano in rialzo ci sono Diasorin +1,86%, Erg +1,3%, Terna +0,91%, Telecom +0,2%.
Le vendite hanno colpito nuovamente le banche. Mps è la peggiore 3,74%, seguita Banco Bpm -2,48%. Vanno giù anche le big, Unicredit -1,26% e Intesa -0,99%.
I ribassi sono consistenti nell’automotive per Cnh -3,01% e Iveco -3,08%.
Fuori dal paniere principale risale leggermente il titolo Lottomatica, +0,85%, dopo il deludente debutto di ieri.