I timori relativi ai dazi si attenuano oggi sui mercati, per lasciare spazio a risultati trimestrali a volte stupefacenti. È il caso di Ferrari, che chiude regina a Milano con un balzo dell’8,04%, portando Piazza Affari sul podio europeo con un progresso dell’1,38% (a 36.719 punti base). Nel resto del continente la chiusura è contrastata, ma in netto miglioramento rispetto ai minimi di giornata, grazie all’andamento intonato di Wall Street dopo un avvio cauto.
Così Francoforte sale dello 0,48%, sostenuta da Infineon (+9,55%), che alla presentazione dei conti ha anche alzato la guidance 2025. Gli ottimi risultati nell’ultimo quarto dell’anno non bastano invece a difendere il titolo Ubs (-6,76%), fiaccato da piani di riacquisto, subordinati al mantenimento delle norme svizzere sui capitali, che non riescono a convincere gli investitori. In scia Zurigo cede lo 0,52%.
Parigi segna +0,66%, Amsterdam +0,35%, Madrid +1,34. Londra perde lo 0,14%.
Wall Street accelera
Oltreoceano Wall Street, cauta all’apertura, sta prendendo coraggio. I listini sono un po’ storditi dal tira e molla di Donald Trump sui dazi, ma il rinvio di un mese delle tariffe aggiuntive sui prodotti provenienti dal Messico e Canada ha fatto tirare un sospiro di sollievo al settore auto, particolarmente colpito ieri. Il botta e risposta tra Usa e Cina invece lascia un sapore amaro in bocca, ma meno cattivo di quanto temuto. Alle tariffe aggiuntive del 10% decise da Trump, Pechino risponderà con il 15% sul carbone e sul Gnl statunitense e con il 10% sul greggio, oltre a dazi su altri beni. La Cina ha poi avviato un’indagine anti monopolio su Google e ha messo nel mirino i giganti tecnologici, ma a segnalare che il mercato sopporta con un certo aplomb mosse e contromosse c’è il fatto che la valuta cinese si è rafforzata contro il dollaro.
Guardando alle singole azioni il Nasdaq (+1,31%) sale, con Palantir (+24%) che supera per la prima volta sopra i 100 dollari dopo una trimestrale molto positiva.
Dollaro in calo, brilla ancora l’oro
I beni difensivi come l’oro godono del favore degli investitori, che in un contesto così fluttuante preferiscono rivolgersi al lingotto come bene rifugio. Lo spot gold corre anche oggi e dopo aver superato i 2845 dollari l’oncia, si limita al momento a un rialzo dello 0,76% a 2836,21 dollari.
Il petrolio, che appariva negativo, si è improvvisamente risvegliando con la notizia che il presidente degli Stati Uniti firmerà un memorandum presidenziale, in giornata, con cui ripristinerà la massima pressione contro l’Iran. Un funzionario dell’amministrazione statunitense ha detto alla stampa che l’obiettivo degli Stati Uniti è di ridurre a zero le esportazioni di petrolio iraniano. Così il greggio texano al Nymex ha recuperato dal pesante calo iniziale e ora cede lo 0,45% a 72,83 dollari al barile, dopo essere sceso fino a 70,67 dollari.
Sul mercato valutario il dollaro si ridimensiona leggermente e l’euro tenta di avvicinarsi a un cambio di 1,04, trattando al momento a 1,0378.
Piazza Affari di corsa con Ferrari, Stm, Intesa
In una giornata che sembrava destinata a restare in balia della volatilità e dell’incertezza Piazza Affari ha cominciato ad accelerare con l’uscita di alcune trimestrali e con l’avvio intonato di Wall Street.
Sul fronte dei conti il focus di oggi è stato su Ferrari e su Intesa (+1,93%).
Il cavallino rampante chiude l’esercizio 2024 con un utile netto di oltre 1,5 miliardi (+21%), ricavi per 6,67 miliardi (+12%) e ha rivisto al rialzo gli obiettivi 2025, con ricavi superiori a 7 miliardi di euro. Inoltre la casa di Maranello presenterà il suo primo veicolo completamente elettrico (EV) in occasione del capital markets day previsto per il 9 ottobre.
In ambito bancario anche Intesa Sanpaolo vede un anno d’oro davanti, dopo aver archiviato un 2024 con un utile netto di 8,7 miliardi (+12,2% rispetto al 2023) superiore alle previsioni. Il cda dell’istituto proporrà all’assemblea la distribuzione di dividendi complessivi sull’esercizio 2024 di 6,1 miliardi di euro (3 miliardi di acconto pagato a novembre e 3,1 miliardi di saldo) e ha annunciato un buyback di 2 miliardi di euro, autorizzato dalla Bce, da avviare a giugno 2025. Il buyback precedente era di 1,7 miliardi.
Ad accendere l’appetito sul titolo sono numeri che non hanno niente a che fare con l’atteso risiko bancario nel settore: “Non abbiamo alcuna intenzione di partecipare al consolidamento in Italia – ha detto l’ad Carlo Messina – staremo molto lontani da questa confusione che c’è sul mercato”. La seduta si chiude positivamente comunque anche per alcuni titoli coinvolti in queste partite incrociate e dagli esiti incerti come Banco Bpm +1,76% e Unicredit +1,16%. Torna in rosso invece Mps -0,54%. Per vicinanze alle grandi manovre in corso tra le banche, l’attenzione resta anche su Generali, +0,55%, che in una nota oggi ha chiarito alcuni dettagli relativi alla joint venture con Natixis, da cui stima un valore per il gruppo di oltre un miliardo di euro.
Nel settore tech ritrova smalto Stm, +2,27%, spinta tra l’altro dalle stime di Infineon per l’anno in corso.
Nel settore auto i conti di Ferrari danno la carica anche a Stellantis +1,89%, dopo il profondo rosso di ieri, dovuto alle ripercussioni dei dazi e al deludente dato sulle immatricolazioni di auto del gruppo in Italia, che ha evidenziato una discesa del 16% circa su anno, a fronte di un calo del mercato del 5,9%. Bene Telecom +1,3% e i titoli petroliferi.
La pagina negativa del listino si apre con Prysmian, -2,85%, seguita da Campari -2,54%, Leonardo -1,24% e Interpump -0,85%.
Fuori dal paniere principale arretra Salvatore Ferragamo -3,92%, con l’addio a sorpresa dell’ad Marco Gobbetti, che lascerà la società dopo l’approvazione del bilancio 2024, il 6 marzo.
Chiusura piatta per i titoli di Stato
La chiusura è senza scossoni per i titoli di Stato. Lo spread tra Btp 10 anni e Bund di uguale durata scende leggermente (110 punti base), con tassi poco mossi rispettivamente al 3,5% e 2,4%.