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BORSE CHIUSURA 4 APRILE: il petrolio scende e Piazza Affari va in rosso ma difende quota 27 mila

Imagoeconomica

Brilla l’oro e si appanna l’azionario: i listini europei chiudono oggi contrastati, mentre Wall Street tratta in leggero ribasso, dopo aver riportato un po’ di volatilità sulle piazze continentali a causa di alcuni segnali di rallentamento dell’economia statunitense.

Piazza Affari, rarefatta in vista del lungo ponte pasquale, cede lo 0,56%, ma preserva i 27mila punti base. Sul Ftse Mib le banche sono miste, così come i titoli petroliferi. Fuori dal paniere principale Olidata continua a dare spettacolo con un balzo del 62,32% dopo il +50% di ieri.

Nel resto d’Europa Londra cede lo 0,48%, mentre sono piatte Parigi e Amsterdam +0,39%. Si confermano in progresso Francoforte +0,14% e Madrid +0,3%. Dopo essere rimasta in stallo per quasi tutta la seduta, cede Zurigo -0,28%, nel giorno dell’assemblea di Credit Suisse (+0,8%), che ha eletto sette membri del consiglio di amministrazione che avevano chiesto la conferma del loro mandato. Tra loro il presidente Axel Lehmann, il quale si è scusato per quanto accaduto all’istituto elvetico: “Abbiamo ancora bisogno di un consiglio di amministrazione per due o tre mesi”, ha detto, il tempo che servirà per portare avanti la “fase di transizione” verso la fusione con Ubs (+0,19%).

Sul fronte macro scendono a febbraio i prezzi alla produzione della zona euro (-0,5%) e nella Ue (-0,6%), anche se anno su anno il balzo è del 13,2% e del 14,5%.

Il petrolio resta forte, mentre l’oro vola

Tra le materie prime non si placano gli acquisti sui future del Brent che supera gli 85 dollari al barile, mentre il Wti è più tiepido ma resta oltre gli 80 dollari.

A luccicare più che mai però è l’oro che, nella consegna immediata, si spinge oggi di slancio oltre i 2000 dollari l’oncia. 

Sul mercato valutario continua a perdere terreno il dollaro. L’euro tratta in progresso frazionale oltre 1,096. S’impenna la sterlina, che tocca il top da 10 mesi contro il biglietto verde.

Wall Street in lieve ribasso; bancarotta per Virgin Orbit

In un clima che non sembra ancora stabile Wall Street procede in frazionale ribasso, con le banche deboli. First Republic Bank perde il 6,44%.

Inoltre crolla il titolo di Virgin Orbit (-22%%), dopo che la società aerospaziale ha fatto richiesta della bancarotta assistita (Chapter 11 della legge fallimentare statunitense). Nei giorni scorsi Virgin Orbit aveva avvertito i dipendenti della cessazione delle attività “per l’immediato futuro” e del licenziamento di quasi il 90% dei lavoratori, poiché non era riuscita a ottenere i finanziamenti necessari per rimanere operativa. Virgin Orbit è nata nel 2017 come spin-off di Virgin Galactic (-12,24%), per fornire servizi di lancio per piccoli satelliti. Virgin Galactic è invece una società di turismo spaziale.

Dal lato macro un calo superiore alle attese dei nuovi posti di lavoro e degli ordini all’industria nel mese di febbraio hanno brevemente alimentato la speranza che la Federal Reserve possa ridurre i futuri aumenti dei tassi di interesse, ma le preoccupazioni hanno poi prevalso.

I nuovi posti di lavoro sono diminuiti a 9,9 milioni a febbraio, contro le previsioni degli economisti di 10,4 milioni e gli ordini all’industria sono scesi dello 0,7% a febbraio, superando le stime degli economisti che prevedevano un calo dello 0,5%.

Crisi bancaria Usa, tra speranze e timori

La crisi bancaria non è finita, profetizza il Ceo di Jp Morgan, impattando su mercati già confusi dall’ulteriore taglio della produzione di petrolio deciso domenica dall’Opec+. Una scelta che riapre le scommesse sulle prossime mosse delle banche centrali, impegnate in una dura lotta contro l’inflazione.

Per Dimon “l’attuale crisi non è finita e, anche quando sarà alle nostre spalle, ci saranno ripercussioni per anni”. Sebbene non si tratti di una situazione simile a quella del 2008 “non è chiaro quando la crisi attuale finirà”.

Più rassicuranti le parole della segretaria Usa al Tesoro Janet Yellen secondo cui la crisi bancaria si sta “stabilizzando” e i regolatori sono pronti ad agire nuovamente per proteggere i depositi, se necessario.

Piazza Affari si aggrappa ad Erg

Erg (+3,54%) è oggi la blue chip migliore del giorno, beneficiando dalla promozione a “Equal” da “Underweight” da parte di Morgan Stanley.

Tra i titoli a maggior capitalizzazione sono in evidenza Saipem +2,56%, Pirelli +1,62%, Bper +1,57%. I titoli dei vari settori appaiono però tutti in ordine sparso: nell’energia arretrano Tanaris -2,48% ed Eni -0,91%, dopo i progressi di ieri. Le banche sono positive anche con Banco Bpm +0,72% e Unicredit +0,1%, ma negative con Intesa -1,56% e Monte Paschi -1,78%.

L’automotive si aggrappa a Pirelli, ma arretra con Cnh -2,98% e Stellantis -1,38%.

Le utility sono moderatamente in progresso a partire da Italgas +1,16% e Terna +1,08%.

I fuochi d’artificio però abbagliano solo fuori dal paniere principale e il più potente è quello di Olidata, tornata agli scambi ieri dopo quasi sette anni di sospensione. Il miracolo porta la firma di Cristiano Rufini, che sottoscrivendo nell’ottobre scorso un aumento di capitale ha salvato la storica società cesenate d’informatica diventando il primo azionista.

Spread in rialzo; arriva il nuovo Btp Green

La chiusura è in rosso anche per la carta italiana: Lo spread tra decennale italiano e tedesco sale a 183 punti base (+1,67%), con rendimenti rispettivamente al 4,05% e 2,22%.

Sul primario il ministero dell’Economia ha lanciato oggi un nuovo Btp Green, emesso per un importo di 10 miliardi. Il titolo è stato collocato al prezzo di 99,888 corrispondente ad un rendimento lordo annuo all’emissione del 4,056%. Il titolo ha scadenza 30 ottobre 2031, godimento 13 aprile 2023 e tasso annuo del 4,00%, pagato in due cedole semestrali. Il regolamento dell’operazione è fissato per il prossimo 13 aprile.

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