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BORSE CHIUSURA 31 MARZO: l’inflazione rallenta in Europa e Usa e i listini azionari corrono

I segni di rallentamento dell’inflazione spingono i mercati a scommettere su un addolcimento della politica monetaria di Fed e Bce – Tutte le Borse in rialzo e a Piazza Affari svetta Moncler che, come tutto il lusso, conta sul rilancio della Cina

BORSE CHIUSURA 31 MARZO: l’inflazione rallenta in Europa e Usa e i listini azionari corrono

L’inflazione si raffredda in Europa e negli Stati Uniti e le Borse festeggiano, pur mettendo a segno moderati progressi con l’aggiustamento dei portafogli nell’ultima seduta del mese.

La chiusura è così in frazionale rialzo nel Vecchio Continente, mentre Wall Street si muove intonata nella mattina americana (Nasdaq +1%).

Piazza Affari si consolida oltre i 27mila punti a 27.113, con un progresso dello 0,34%, nonostante i molti titoli finanziari in calo, anche se fanno eccezione Intesa (+0,11%) e Monte Paschi (+0,52%).

La piazza più tonica è Parigi, +0,81%, tra retailer e grandi firme, come Lvmh +2,1%, incoraggiate dai dati provenienti dalla Cina, dove il Pmi servizi è salito al top da dodici anni. 

Bene Francoforte +0,73%, Amsterdam +0,49%, Madrid +0,27%, Zurigo +0,58% e Londra +0,15%.

Il clima generale sembra favorire anche gli acquisti sul petrolio, che si avvia a chiudere una settimana positiva (Brent +0,4%, 75,59 dollari al barile; Wti +0,54%, 74,77 dollari al barile). Si rimette in moto anche il gas, che registra un’impennata superiore all’8% ad Amsterdam per un prezzo di 47,25 euro al Mwh.

Euro-dollaro e inflazione 

L’euro recupera terreno rispetto alla mattina, con il mercato valutario che soppesa i dati sull’inflazione. Il cambio è intorno a 1,087 (-0,3%).

La corsa dei prezzi rallenta nel blocco (+6,9% a marzo su base annua – livello più basso da 13 mesi – dopo il +8,5% di febbraio), mostrando un cambio di passo dovuto al calo dei prezzi dell’energia. Al netto di questi però l’inflazione core è ancora in crescita (+7,9% dopo +7,8% di febbraio) ed è a questa che guarda la Bce nel prendere le sue decisioni di politica monetaria. Gli analisti di Unicredit stimano infatti ancora un rialzo dei tassi di 25 punti base a maggio e altri tre interventi da qui a fine anno.

Negli Usa invece l’inflazione rallenta in misura superiore al previsto nel suo complesso. L’indice Pce, indicatore preferito dalla Fed, indica una crescita del 5% su base annua a febbraio, leggermente al di sotto del +5,1% previsto dagli analisti. Su base mensile l’aumento è stato dello 0,3%, in linea con le attese. Dopo questi dati i rendimenti dei Treasury decennali hanno toccato i minimi di seduta al 3,51%, mentre i principali titoli “growth” come Apple Meta e Amazon sono in leggero progresso.

Piazza Affari, bilancio settimanale positivo in un marzo pazzerello

Piazza Affari recupera terreno per la quinta seduta consecutiva, chiudendo in bellezza un marzo pazzerello (nel quale il Ftse Mib ha perso oltre l’1% rispetto all’ultima seduta di febbraio), soprattutto a causa delle banche, sconvolte dai fallimenti degli istituti regionali Usa, dal terremoto di Credit Suisse e dalle vendite su Deutsche Bank.

Oggi il principale listino milanese è guidato da Nexi +2,75%, seguita da Erg +2,19%, Moncler +1,79%, Campari +1,4%, Saipem +1,39%. Bene l’auto: Pirelli +1,38%, Ferrari +1,18%, Stellantis +0,93%.

Le vendite si sono fatte sentire su Finecobank -1,91%, Banco Bpm -1,37%, Recordati -0,76%, Bper -0,74%.

Unicredit limita i danni allo 0,29%, nel giorno dell’assemblea che ha dato via libera (con il 69,1% del capitale) al maxi compenso per l’amministratore delegato Andrea Orcel.

Le utility sono contrastate. Sale A2a (+1,14%), mentre Terna perde lo 0,6%, anche se Barclays nel report sul titolo, ’More value from long-term investments’, alza il target di prezzo da 7,1 a 7,4 euro (raccomandazione Equal Weight confermata), sottolineando il valore proveniente dall’incremento degli investimenti legato alla presentazione del Piano di Sviluppo 2023. 

Fuori dal paniere principale vanno giù le Saes Getters (-8,5%) e le Saes Getters risparmio (-5,06%), poiché la Federal Trade Commission (FTC) Usa ha chiesto informazioni integrative sulla possibile cessione del business del Nitinol attraverso due controllate statunitensi, allungando così i tempi per chiudere l’accordo.

Bene lo spread

L’andamento dell’inflazione ha incoraggiato gli acquisti sulla carta italiana e in generale sui titoli di Stato della zona euro, che vedono rendimenti in calo. In chiusura lo spread tra Btp decennale e pari durata tedesco è indicato a 177 punti base (-1,5%) con tassi rispettivamente al 4,03% (da 4,12%) e 2,26% (da 2,32%).

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