Le borse globali mostrano il loro pessimo umore, mentre si avvicina “il giorno della liberazione dell’America”, il 2 aprile, quando entreranno in vigore i dazi reciproci a 360 gradi decisi dal presidente Usa Donald Trump. Le piazze europee chiudono in rosso, dopo i crolli visti in Asia (Nikkei -4,05%) e l’avvio stonato di Wall Street (che ora è contrastata, DJ +0,27%, Nasdaq -1,28%), dove le tensioni sul fronte commerciale hanno provocato una svendita da 5mila miliardi di dollari nelle ultime sei settimane, con Tesla che da inizio anno ha perso oltre il 34%. Tra l’altro Goldman Sachs ha alzato la probabilità di recessione degli Stati Uniti al 35% dal 20%.
Sembra però che non tutto il male venga per nuocere, come suggerisce la presidente della Bce Christine Lagarde: “Per L’Europa – dice – sarà una marcia verso l’indipendenza”.
Ciò non basta comunque a risollevare l’umore di Milano che chiude con una perdita dell’1,77% dopo aver toccato picchi a -2% in giornata. Il Toro risulta in fuga da titoli di aziende esposte al confuso piano tariffario della Casa Bianca come Buzzi -5,47% e Iveco -4,86%. La seduta è da dimenticare per le banche (Mps -4,57%), mentre a difendere il listino principale provvedono solo Terna +0,58%, Snam +0,52%, Italgas +0,45%.
Il quadro è simile per le altre piazze europee, con il continente scosso da notizie politico-giudiziarie, come la condanna per frode all’Ue di Marine Le Pen, leader di Rn e possibile candidata all’Eliseo. Un esito processuale che la esclude dalla corsa alla presidenza della Francia nel 2027. Sul fronte russo-ucraino si registra invece il cambio di tono di Trump verso Putin e la minaccia di tariffe tra il 25% e il 50% sugli acquirenti del petrolio di Mosca se il leader russo ostacolerà i negoziati per il cessate il fuoco.
In questo contesto Parigi perde l’1,58%, Francoforte l’1,13%, Madrid l’1,26%, Amsterdam lo 0,95%, Londra lo 0,82%.
La corsa all’oro continua
L’incertezza alimenta una corsa all’oro che sembra non volersi più fermare. Oggi il lingotto, consegna immediata ha superato per la prima volta i 3100 dollari l’oncia, per spingersi fino a 3127,88 e muoversi ora intorno a 3113 dollari.
Le minacce sul petrolio russo danno una spinta ai prezzi del greggio, che trattano in rialzo. Il future Brent (giugno 2025) tratta poco sotto 74 dollari al barile e il Wti (maggio 2025) vede un prezzo di 70,73 dollari al barile.
Sul mercato valutario una delle vittime (forse predestinata) della brumosa politica tariffaria della Casa Bianca è il dollaro, che oggi però tratta in rialzo contro euro e sterlina. La moneta unica vede un cross sotto 1,08. Il segno del dollaro è invece negativo nei confronti dello yen, con gli investitori che cercano rifugio nella valuta nipponica. Da qualche tempo inoltre si sente parlare del rischio che il dollaro perda il suo status si monta di riserva dell’economia mondiale. A parlarne oggi con il Corsera è Larry Fink, chairman e amministratore delegato di Blackrock. A prendere il posto della moneta statunitense non sarebbero però l’euro o lo yen, ma il bitcoin o qualche altra attività digitale emessa da un operatore privato.
Piazza Affari, Poste e Telecom in ribasso
In Piazza Affari gli occhi erano puntati oggi anche su Telecom (-0,58%) e Poste (-1,35%), dopo che nel weekend si è avuta la conferma di indiscrezioni che circolavano ormai da giorni, vale a dire che l’azienda guidata da Matteo Del Fante comprerà un ulteriore 15% di Tim da Vivendi per 684 milioni di euro, diventando così primo azionista del gruppo di Tlc con il 24,8%. L’acquisto avverrà a sconto del 5% rispetto a prezzo di chiusura di venerdì, a 0,2975 euro per azione. Questa è la prima reazione del mercato, dopo che i titoli erano stati recentemente nel mirino e Tim in particolare aveva registrato dei rialzi robusti.
Tra le blue chip particolarmente negative oggi ci sono Prysmian, -4,8%, Nexi -3,93%, Campari -3,83%. Le banche sono tutte in rosso e tra i maggiori ribassi del giorno, con Mps, ci sono Bper -3,38% e Mediobanca -3,2%. Arretrano anche le big Intesa -1,82% e Unicredit -3,14%.
Fuori dal listino principale perde la Juventus, -3,61%, in attesa di un aumento di capitale e nonostante l’esordio vincente di Tudor in panchina.
Spread in lieve rialzo
L’avversione al rischio penalizza moderatamente la carta italiana, che vede oggi salire lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata. Il differenziale chiude a 113 punti base (+0,98%), mentre il tasso del Btp è indicato al 3,86%.
Per l’area euro sono usciti oggi dati sull’inflazione in chiaroscuro. In Germania la corsa dei prezzi a marzo sta rallentando più del previsto al 2,3% (contro stime al 2,4%) e dopo il 2,6% di febbraio. In Italia invece, secondo le stime preliminari dell’Istat, i prezzi al consumo salgono dello 0,4% su base mensile e del 2% su base annua, contro l’1,6% di febbraio.
Intanto il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, nella relazione sul bilancio 2024, appare prudente sui prossimi tagli dei tassi: “Le decisioni di politica monetaria dovranno bilanciare due fattori – osserva – Da un lato, la debolezza dell’economia europea e le tensioni geopolitiche stanno frenando consumi e investimenti, contribuendo a contenere l’inflazione. Dall’altro lato, l’aumento dell’incertezza, dovuto soprattutto agli annunci, talora contraddittori, sulle politiche commerciali degli Stati Uniti, impone cautela nel percorso di diminuzione dei tassi ufficiali”.