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Borse chiusura 30 gennaio: la Bce dà sprint ai listini europei. Il peso di Microsoft e Nvidia sul Nasdaq in altalena

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La seduta delle borse europee si chiude in guadagno, nel giorno in cui la Bce ha tagliato i tassi d’interesse dello 0,25% (come atteso), aprendo la porta a ulteriori sforbiciate in un contesto di economia stagnante. Così la politica monetaria, insieme agli utili aziendali, è stata oggi al centro dell’attenzione dei mercati sulle due sponde dell’Atlantico, con Wall Street (poco mossa) che si concentra sui numeri di alcune big, dopo che ieri la Federal Reserve ha deciso di lasciare invariato il costo del denaro.

Piazza Affari segna un timido +0,16%, poiché frenata del tonfo di Stm, -10,75%%. Il gruppo italo-francese dei chip ha presentato conti trimestrali con utili e ricavi in calo, ma in linea con le previsioni. A deludere sarebbero le stime del primo trimestre e la mancanza di una guidance per il 2025. Arretrano inoltre i titoli delle banche.

Nel resto d’Europa sono toniche Amsterdam +1,55%, Madrid +1,2% e Londra +1,07%. Recupera Parigi, +0,88%, dopo la debolezza della vigilia e Francoforte si apprezza dello 0,57%, anche se Deutsche Bank (-1,92%) delude con un calo dell’utile nel quarto trimestre superiore alle valutazioni, giustificato con i costi per controversie legali.

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Wall Street incerta

Wall Street, dopo un avvio in prudente progresso, tratta al momento contrastata. Pesa sul Nasdaq (-0,08%) ancora il calo di Nvidia (-3,94%), mentre arretra pesantemente anche Microsoft (-6,23%), a causa di una crescita dei servizi cloud inferiore al consensuale. La trimestrale però è sopra le attese. Il quadro trimestrale influenza anche i corsi di Tesla (+1,38%) e Meta (+1,7%), in attesa che, più tardi, anche Apple (-0,53%) presenti i suoi conti.

American Airlines perde il 2,22% dopo il tragico incidente di ieri in cui un jet passeggeri regionale della compagnia con 64 persone a bordo si è scontrato con un elicottero Black Hawk dell’esercito Usa precipitando nel fiume Potomac vicino all’aeroporto nazionale di Washington.

Si amplia il divario sui tassi tra Ue e Usa

Il divario con il costo del denaro negli Usa si allarga così, oggi, ulteriormente. Eurotower ha infatti tagliato per la quinta volta i tassi d’interesse. La sforbiciata è dello 0,25% e porta i tassi al 2,75% contro il 4,25% negli Stati Uniti.

L’andamento dell’economia e dell’inflazione nelle due regioni giustifica d’altra parte la diversa politica monetaria.

“L‘economia è in stagnazione nel quarto trimestre, e resterà debole nel breve termine – ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde – la manifattura è in contrazione, i servizi si espandono ma la fiducia dei consumatori si deteriora e la spesa delle famiglie non sale”. Di contro “le condizioni per la ripresa restano”. Perciò “in questo momento è prematuro dire dove il calo dei tassi d’interesse dovrà fermarsi“, una decisione che “sarà basata sui dati economici” così come il ritmo, l’ampiezza e la sequenza delle prossime decisioni di politica monetaria.

A conferma di queste valutazioni sono arrivati stamattina i deludenti dati sulla crescita della zona euro.

Il quarto trimestre ha visto una crescita congiunturale nulla in Italia per il secondo trimestre consecutivo e un’economia ferma a livello di zona euro, con la Germania in contrazione dello 0,2%.

Anche negli Usa l’economia sembra rallentare nel quarto trimestre, ma in ogni caso la crescita è robusta. Secondo la lettura preliminare il pil a stelle e strisce è aumentato a un tasso annualizzato del 2,3% nell’ultimo quarto dell’anno, dopo un’accelerazione del 3,1% nel periodo luglio-settembre.

Nuovo record dell’oro, Euro-dollaro poco mosso

Le decisioni delle banche centrali non hanno riservato grandi sorprese, ma i deludenti dati della crescita statunitense frenano gli appetiti dell’oro. Così sul mercato valutario si vede un euro-dollaro poco mosso e un cambio oltre 1,04.

Tra le materie prime è una giornata da incorniciare per l’oro, che spinge sull’acceleratore e aggiorna il suo record storico, mostrando al momento una crescita superiore all’1% e un prezzo dello spot gold di 2797,35 dollari l’oncia.

Si apprezza anche il petrolio e i future di Brent e Wti salgono quasi di un punto percentuale, per prezzi rispettivamente di 76,28 dollari al barile e 73,33 dollari al barile.

Piazza Affari, bene automotive e utility; sale Generali; boom di Brembo

Sul Ftse Mib, partendo dalle buone notizie, i maggiori rialzi del giorno sono di Iveco +1,62%, Campari +1,58% e Prysmian +1,56%.

L’automotive si fa notare anche con Stellantis +1,42%.

Sono in evidenza le utility, per tutte Italgas +1,49%, Hera +1,43%, Enel +1,38%. Generali sale dell’1,13%, dopo aver reso noto stamani il nuovo piano.

Fuori dal paniere principale scatta Brembo (+6,86%) dopo aver convinto il mercato con i conti trimestrali preliminari.

Tra le big cap in forte ribasso, ma a grande distanza da Stm, ci sono le banche: Bper -1,37%, Pop di Sondrio -1%, Intesa -0,76%, Unicredit -0,08%. È debole anche Monte Paschi (-0,13%), dopo aver resistito per gran parte della seduta in territorio positivo, sorretta da indiscrezioni stampa secondo cui l’ad Luigi Lovaglio è a Londra per sondare l’umore dei fondi in merito all’ops su Mediobanca +0,66%.

Spread stabile, scendono i tassi

Nel giorno della Bce, scendono i rendimenti dei titoli di Stato sul secondario e lo spread si mantiene stabile. Il differenziale tra Btp 10 anni e Bund di uguale durata resta a 108 punti base e i tassi sono rispettivamente al 3,59% e 2,51%.

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