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Borse chiusura 3 marzo: il rally della Difesa con Leonardo a +16,8% spinge Eurostoxx 50 al record e Milano recupera quota 39 mila

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Il riarmo europeo spinge oggi le borse del Vecchio Continente a chiudere su nuovi massimi, grazie ai potenti guadagni dei titoli delle aziende della difesa, mentre Wall Street per ora resta al palo in attesa dei  dazi per Messico, Canada e Cina che dovrebbero entrare in vigore domani.

Piazza Affari, +1,07%, riagguanta quota 39.069 punti base con Leonardo in orbita a 44,78 euro per azione e un incremento del 16,13%. Sull’umore del listino milanese non ha influito il fatto che la crescita 2024 si sia fermata allo 0,7% secondo l’Istat, contro l’1% stimato dal governo.

Francoforte mette a segno un nuovo record storico oltre i 23mila punti base (+2,91%), guidata da Rheinmetall +15,08%. In attesa che domani la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, presenti il piano “Rearm Europe”, a dare una spinta al settore ha contribuito oggi anche la stampa tedesca secondo cui la Cdu e l’Spd, i partiti in trattativa per il nuovo governo, stanno considerando due fondi speciali da 400-500 miliardi di euro per difesa e infrastrutture.

Nel resto d’Europa Parigi si apprezza dell’1,09%, Amsterdam +0,92%, Londra +0,75%, Madrid +0,44%.

Nell’azionario a stelle strisce tenta un rimbalzino Tesla (+1,42%), dopo la promozione di Morgan Stanley.

Corrono inoltre le Capri Holdings (+5,82%), su indiscrezioni stampa secondo cui Prada (+3,47% a Hong Kong) si starebbe avvicinando all’acquisizione di Versace (di proprietà di Capri) per circa 1,5 miliardi di euro.

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Inflazione sotto controllo nella zona euro un vista della Bce

In Europa l’avvio delle giornata era stato incerto, ma la propensione al rischio è andata rafforzandosi col passare delle ore facendo leva anche sulla notizia che la Commissione Ue concederà alle case automobilistiche tre anni, anziché uno solo, per raggiungere gli obiettivi di emissione di CO2 nel 2025. Inoltre l’inflazione nel blocco sembra sotto controllo (2,4% a febbraio, contro 2,5% di gennaio, ma attese di 2,3%) in vista del meeting della Bce di giovedì, da cui ci si attende un altro taglio dei tassi di 25 punti basi. Per il futuro la banca centrale europea dovrà trovare una difficile quadratura del cerchio, in un contesto di grande incertezza, tra la guerra Russa-Ucraina e la potenziale guerra commerciale Usa, che dovrebbe passare presto delle parole ai fatti.

Negli Usa era molto atteso l’ISM manifatturiero di febbraio. L’indice è rimasto stabile, ma i prezzi alla produzione sono balzati quasi al massimo degli ultimi tre anni e la consegna dei materiali ha richiesto più tempo, suggerendo che i dazi sulle importazioni potrebbero presto ostacolare la produzione e questo giustifica gran parte del malumore di Wall Street.

L’euro si rafforza

Sul mercato dei cambi si rafforza l’euro, che si avvicina nuovamente a 1,05 contro dollaro.

Si attenua invece la fiammata delle criptovalute, accesa ieri  dall’intenzione di Trump di creare una riserva strategica Usa in monete digitali. Al momento il bitcoin tratta poco oltre i 90mila dollari.

Tra le materie prime tornano gli acquisti sull’oro (spot gold +1%, 2.888 dollari l’oncia), mentre appare poco mosso il petrolio

Si apprezza infine il gas sulla Piazza di Amsterdam, che si avvicina a 45 euro, dopo il naufragio dell’incontro Trump-Zelensky e con la pace in Ucraina che si allontana. Il mercato non sembra dare così troppa importanza alle indiscrezioni del FT che ipotizzano la riapertura del Nord Stream 2 (per il gas russo verso l’Europa), con il sostegno di investitori americani.

Piazza Affari, banche in evidenza

La vetta del listino spetta oggi a Leonardo e a Iveco (+6,15%), ma anche le banche sono nuovamente in evidenza a Piazza Affari.

Il titolo del settore più gettonato è Unicredit +2,69%, nel giorno della visita dell’ad Andrea Orcel a Roma per una serie di incontri con i funzionari del governo. Sono d’altra parte molti i dossier aperti dalla banca passibili di evoluzione, dall’offerta pubblica di scambio su Banco Bpm (+1,33%), al rafforzamento in Generali (+0,95%) alla scalata sulla tedesca Commerzbank (+4,15% a Francoforte).

Sono in luce anche altri titoli di banche coinvolte a vario titolo nel complesso Risiko bancario in corso. Tra queste Popolare di Sondrio +1,84%, Mps +2,06%, Bper +1,96%. Brilla inoltre Intesa +1,52%.

Nella top ten del giorno anche Buzzi +2,34%.

Le blue chip che invece perdono terreno sono Amplifon -2,46%, Saipem -2,18%, Prysmian -1,51%, Diasorin -1,43%.

Debolezza anche per le utility a partire da Enel -1,05% e Terna -1,04%.

Fuori da paniere principale prosegue il rally della Juventus +12%. 

Spread in calo, ma i tassi salgono

I titoli di Stato della zona euro perdono leggermente terreno oggi, in vista della riunione della Bce e nella prospettiva di nuovi, massicci investimenti pubblici.

Lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata chiude in miglioramento, a 105 punti base, in un contesto in cui il titolo italiano fa meglio di quello tedesco. In chiusura il rendimento del Btp è indicato a 3,54%, mentre quello del Bund è a 2,49%.

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