Alcol, auto e lusso zavorrano oggi i listini europei, che chiudono in rosso una settimana volatile e intermittente, culla delle festività di capodanno. Non è bastato questo venerdì l’avvio intonato di Wall Street a risollevare il morale degli investitori, mentre il freddo incombe e il prezzo del gas si mantiene intorno ai 50 euro, il costo del petrolio sale e il settore energetico crea qualche dubbio sulla traiettoria dell’inflazione e conseguentemente sui tassi. A ciò si aggiungano le preoccupazioni che la presidenza Trump porterà nelle relazioni Usa-Ue e nel commercio a causa dei dazi, nonché il fatto che ormai il mercato vede una Fed assai prudente nell’allentamento della stretta monetaria nei prossimi mesi. Oggi la scarna agenda macro ha sfornato l’Ism manifatturiero Usa di dicembre ancora in zona contrazione, ma ormai prossimo a oltrepassare la fatidica soglia di 50, con una crescita a 49,3 punti, oltre le stime. In Europa appare stabile la disoccupazione in Germania, nel mese di dicembre al 6,1%.
Il diverso clima economico sulle due sponde dell’Atlantico e l’attesa di politiche monetarie differenti continuano inoltre a nutrire il super dollaro.
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Europa in rosso con Campari e colleghi
Piazza Affari perde lo 0,72% e vede Campari in fondo al listino con un ribasso del 5,21%. L’azienda di bevande alcoliche è in buona compagnia in Europa, a causa del rischio che gli Usa vogliano in etichetta la scritta che c’è una correlazione tra il consumo di alcolici e il cancro. A sollevare la questione è stato Vivek Murty, consigliere della Casa Bianca in materia di sanità pubblica. A Milano pesa anche il tonfo di Stellantis (-3,52%), che a dicembre ha registrato un calo delle immatricolazioni del 18,1%.
Parigi cede l’1,51% e vede tra le blue chip peggiori Pernot Ricard (-3,08%). L’indice francese soffre inoltre il crollo dei titoli delle grandi firme (a partire da Kering-Gucci, -4,88%), in un avvio di anno da dimenticare. Nel settore del lusso si fa sentire anche il calo di Essilux (-1,71%) dopo che ieri, a mercati chiusi, il gruppo dell’occhialeria ha reso noto di aver acquisito Pulse Audition, una startup francese specializzata in algoritmi potenziati dall’IA in grado di ridurre il suono circostante e migliorare la comprensione del parlato, consentendo a consumatori con disturbi uditivi di ottimizzare la propria esperienza di ascolto, anche in ambienti rumorosi.
Nel resto d’Europa i danni sono più contenuti: Francoforte segna -0,48%, Amsterdam -0,29%, Madrid -0,21%, Londra -0,42%.
A New York arretrano le azioni di United States Steel Corporation (-6,5%) dopo che il presidente Joe Biden ha deciso di bloccare la vendita della società alla giapponese Nippon Steel, affermando che l’industria nazionale dell’acciaio va salvaguardata per motivi di sicurezza nazionale.
Euro in lieve recupero, ma è sempre super dollaro
Sul mercato valutario la settimana sarà una delle migliori per il dollaro da inizio dicembre, ma oggi la superstar delle valute lascia un po’ di spazio alle rivali.
L’euro tenta un timido recupero, che lascia in ogni caso il cross tra moneta unica e biglietto verde sotto 1,03, per un calo settimanale superiore all’1%.
Tra le materie prime si muove intonato il petrolio, con i future di Brent e Wti in rialzo frazionale.
Il gas abbassa un po’ la fiammella ad Amsterdam, ma resta prossimo a un prezzo di 50 euro al mwh.
Gli effetti dell’interruzione di forniture di gas russo, dopo lo stop al transito in Ucraina, sono visibili soprattutto in Transnistria, che ha dovuto chiudere tutte le aziende industriali con l’eccezione di quelle alimentari.
Secondo Goldman Sachs la fine dei flussi di metano, unitamente all’ondata di freddo eccezionale atteso nelle prossime due settimane nell’Europa nord-occidentale, configurano una tempesta perfetta. I prezzi del Ttf potrebbero volare verso livelli compresi tra 63 e 84 euro a megawattora nei prossimi mesi, ben al di sopra del livello base di 40 euro stimato per il 2025 con condizioni meteorologiche nella media. Il punto sarà gestire le riserve di gas in Europa. In Italia i livelli di stoccaggio sono adeguati per superare i prossimi due mesi, ha detto il ministro dell’energia Gilberto Pichetto Fratin. Secondo il quale l’Unione europea dovrebbe estendere il “price cap”, ovvero il tetto massimo sui prezzi del metano, non a 180 euro per megawattora, ma a 50-60 euro “al fine di prevenire possibili choc al prezzo dell’energia”.
A Piazza Affari si salvano poche blue chip
Giornata no a Piazza Affari, dove si salvano solo quattro blue chip dall’ondata di vendite, in un contesto di scambi ancora rarefatti.
Sono Saipem, che resta in denaro e si apprezza del 2,18%, Leonardo +0,46%, Azimut +0,21%, Eni +0,06%.
Tra i temi che hanno creato nervosismo in giornata c’è ancora l’andamento negativo del settore auto, mentre incombono le multe salate dell’Unione Europea per il mancato raggiungimento degli obiettivi di vendita dei veicoli elettrici. Stellantis potrebbe essere una delle case più colpite, mentre il titolo viene da un 2024 da dimenticare, dove ha perso circa il 40% e vede un 2025 ancora in salita. Secondo la Fim Cisl lo scorso anno Stellantis ha prodotto nel Belpaese 283.090 autovetture, il 45% in meno rispetto all’anno precedente. Per trovare un dato così basso bisogna risalire al 1956.
Nell’automotive arretrano anche le azioni di Iveco -2,78% e Pirelli -2,54%. Il lusso si colora di rosso con Moncler -3,24% e Cucinelli -1,8%.
Sono deboli le banche e Unipol -1,6%.
Fuori dal paniere principale resta effervescente Gas Plus +2,02%, mentre Euronext Growth Milan dà il benvenuto a Ubaldi Costruzioni nella prima ammissione dell’anno.
Spread stabile, ma tassi in rialzo
Il clima raffredda anche il secondario, dove lo spread tra i benchmark di durata decennale italiano e tedesco resta a 117 punti base, ma i rendimenti salgono. Il Btp 10 anni in chiusura è indicato a 3,59% e il Bund a 2,42%.
Peggiora la situazione dei titoli francesi, con lo spread tra i decennali Oat e Bund a 86 punti base. Anche il tasso del titolo francese sale al 3,29%.