Ultima seduta della settimana contrastata oggi su entrambe le sponde dell’Atlantico: i listini europei chiudono misti, Wall Street si muove in ordine sparso e i titoli di Stato perdono fascino negli scambi odierni.
Piazza Affari è in maglia nera e cede lo 0,55%, scendendo a 26.950 punti base, zavorrata da Intesa San Paolo, 2,93%. La grande banca italiana ha chiuso un trimestre d’oro, ma ciò non è bastato a salvarla dai realizzi.
Nel resto d’Europa è debole Francoforte -0,2%, mentre Madrid rimane incolore. Si rafforzano Parigi +0,94% e Amsterdam +0,69%. Nel continente svetta Londra +1,06%, che tocca nuovi massimi storici a 7.902 punti base, mentre la sterlina va a picco e passa di mano a 1,210 dollari (-1,2%).
In un contesto incerto si rafforza infatti il biglietto verde e l’euro, dopo essere risalito a 1,09, tratta al momento intorno a 1,083.
Tra le materie prime viaggia forte il petrolio: Brent +2,19%, 83,97 dollari al barile; Wti +2,69%, 77,92 dollari al barile. Crolla l’oro, che perde oltre il 2,4%, con lo spot gold che tratta intorno a 1867 dollari l’oncia.
Lavoro Usa e big tech all’origine della cautela
Dopo il rally di ieri gli investitori prendono dunque fiato, nell’ultimo giorno di scambi della settimana, innervositi dal fiorente mercato del lavoro statunitense e dalle trimestrali deludenti presentate nella notte europea da alcune mega tech come Apple, Alphabet e Amazon. Il titolo dell’azienda di Cupertino, che oggi è partito in calo, ha poi cambiato segno e al momento è il migliore sul Dow Jones.
Lavoro e utili in flessione sono in realtà due facce d’una stessa medaglia: la forte occupazione può influire infatti sulla Fed, rafforzando la sua determinazione nel perseguire una politica restrittiva; il calo degli utili dei giganti del web, d’altra parte, allarma sotto il profilo della crescita economica e sugli effetti dei rialzi dei tassi. Il buonumore che nei giorni scorsi ha accolto le decisioni delle banche centrali (Fed, Bce, BoE, che hanno alzato il costo del denaro in linea con le attese e annunciato nuovi interventi), lascia spazio oggi a qualche dubbio.
Sale l’occupazione Usa, ma i salari rallentano
A gennaio il mercato del lavoro Usa ha corso ancora in maniera imprevedibile: 517mila sono i nuovi posti di lavoro non agricoli, contro attese di 187mila; la disoccupazione è scesa al 3,4%, livello più basso dal 1969. A compensare leggermente le preoccupazioni sul fronte inflazione, provvede l’aumento dei salari, che è in lieve rallentamento rispetto a dicembre e in linea con le attese: la retribuzione oraria media è aumentata dello 0,3%, da +0,4% del mese prima. L’aumento dei salari su base annua è sceso al 4,4% dal 4,8% di dicembre.
Il rapporto sul lavoro si sta facendo sentire sui T-Bond, che vedono prezzi in calo e rendimenti in rialzo. Il decennale è al 3,488% dal 3,398% di ieri, ma la tendenza è simile su tutte le scadenze.
Spread stabile, tassi in salita
Dopo i guadagni di ieri le vendite oggi hanno colpito anche i titoli di Stato europei. Il tasso del Btp decennale rimane sotto il 4%, ma è indicato in chiusura al 3,88%, rispetto al 3,75% della vigilia. Il Bund 10 anni è al 2,15% (da 2,02%) per uno spread di 173 punti base (+0,37%).
Intanto l’economia del blocco mostra ulteriori segnali di resistenza e anche in Italia torna a espandersi il terziario.
Il Pmi servizi di gennaio sale al 50,8 nella zona euro da 49,8, superando la linea del Piave di 50. In Italia si passa a 51,2% dal 49,9 del mese di dicembre. È inoltre sopra le attese la Germania (50,7 punti) mentre delude in Francia (49,4).
Piazza Affari: Bene Pirelli, utility in rosso
Pirelli sostiene Piazza Affari con un rialzo del 3,61%, grazie alla promozione a ‘overweight’ da Morgan Stanley. Il settore automotive però è misto e vede Ferrari in ribasso dell’1,94%, dopo il balzo di ieri a seguiti dei conti.
Questo andamento in ordine sparso caratterizza un po’ tutti i settori. I finanziari sono positivi con Finecobank +2,73% e Bper, +0,48%, ma anche negativi con Intesa, Unipol -1,37%, Unicredit -0,66%. Banca Monte Paschi fa storia a sé e sale del 2,83%.
I titoli petroliferi sono divisi: bene Saipem +1,62% ed Eni +0,68%, ma Tenaris cede lo 0,59%. Fuori dal paniere principale soffre ancora Saras (-1,94%) che ha registrato forti perdite nelle ultime sedute, dopo una fase in denaro. Angel Capital Management di Angelo Moratti, azionista di riferimento insieme agli altri componenti della famiglia, ha escluso un disimpegno dalla società.
Sul Ftse Mib sono in alta classifica Campari +2,43% e Diasorin +1,34%, ma anche Stm +1,31%, che segue l’altalena del cliente Apple.
Il comparto più penalizzato è quello delle utility, che vede ribassi consistenti per Hera -2,79%, Terna -2,76%, Snam -2,02%, A2a -1,81%.
Male, infine, Nexi -2,78% e Inwit -2,37%.
Va giù anche Telecom -1,22%, in attesa di sviluppi dopo l’offerta di Kkr e l’obiettivo del governo di una rete nazionale delle tlc in mani pubbliche.