Le borse europee chiudono contrastate questo giovedì, in un clima estremamente volatile animato dagli incessanti aggiornamenti del presidente americano Donald Trump sui dazi, che questa volta vanno a colpire auto e componentistica. L’incertezza alimenta gli acquisti sull’oro che aggiorna l’ennesimo record storico.
Piazza Affari chiude con un rialzo dello 0,1% e salva i 39 mila punti base, dopo essere arrivata a perdere circa un punto percentuale. Come prevedibile la maglia nera tra le blue chip va a Stellantis (-4,48%), mentre Telecom (+4,69%) è la big cap migliore sostenuta dall’appeal speculativo sulle possibili mosse di Poste (+0,55%).
Il settore auto zavorra Francoforte -0,81%, Parigi -0,51%, Londra -0,27%. Arretra Amsterdam -0,26%, è piatta Madrid.
Oltreoceano, dove spazia sempre lo sguardo degli investitori, Wall Street ha già cambiato segno più volte. Dopo un avvio negativo è passata in rialzo, poi mista e ora è piatta.
Molti titoli di case automobilistiche non si stanno divertendo neppure a New York e General Motors perde quasi il 9% ed il peggiore sullo S&P500. Tesla invece, nonostante le preoccupazioni per le conseguenze sulla componentistica, guadagna oltre il 2,4%.
Dazi del 25% in arrivo per le auto non americane, ma i dati macro rincuorano
I dazi di cui si parla dovrebbero entrare in vigore ai primi di aprile, nella misura del 25% su “tutte le auto non fabbricate negli Stati Uniti”. Guai inoltre se Europa e Canada si metteranno d’accordo per danneggiare gli Usa, allora i dazi cresceranno.
Alcuni dati macro a stelle e strisce migliori del previsto, hanno però cercato oggi di rubare timidamente la scena al tycoon, attenuando i persistenti rumori di stagflazione e quindi limitando i danni sull’azionario. Il PIL del quarto trimestre, in terza lettura, è superiore a quanto stimato precedentemente: +2,4% da +2,3%. Il dato Pce sull’inflazione si conferma a 2,4%, ma quello sull’inflazione core trova una posizione mediana al 2,6% (dal 2,7% in seconda lettura e il 2,5% in prima). Scendono le richieste settimanali di sussidi alla disoccupazione, mentre a febbraio i compromessi per la vendita di case crescono più delle stime.
Nuovo record dell’oro
In un contesto molto incerto gli investitori si muovono con i piedi di piombo, anzi d’oro, portando lo spot gold a nuovi massimi di sempre fino a 3059,58 dollari l’oncia.
Sul mercato dei cambi il dollaro è contrastato. L’euro recupera un cross di 1,08 e sale dello 0,6%, mentre lo yen resta sotto pressione, così come la divisa messicana. A tonificare il biglietto verde non basta dunque una pagina macro dalle sfumature rosee, che vale comunque la pena di valutare.Tra le materie prime è poco mosso il petrolio: il Brent staziona intorno ai 73 dollari al barile, mentre il Wti rimane poco sotto i 70 dollari.
Il gas è sostanzialmente stabile ad Amsterdam (intorno a 41,1 euro), mentre i volenterosi riuniti a Parigi confermano le sanzioni contro la Russia e il presidente francese Emmanuel Macron accusa Mosca: “finge di negoziare”.
Piazza Affari, focus su Telecom
Telecom archivia una seduta in denaro, con il titolo ancora sostenuto da indiscrezioni su un possibile interesse di Poste per una parte della quota di Vivendi. Il gruppo francese sembra in ritirata e recentemente ha collocato sul mercato il 5% di Tim, riducendo la propria partecipazione al 18,37% dal 23,75%. Intanto Poste a metà febbraio ha comprato quasi il 10% delle azioni della società di tlc e ora potrebbe maturare maggiori appetiti e c’è chi si spinge ad ipotizzare che il suo obiettivo sarebbe di aggiungere un altro 10% a quanto ha in portafogli.
Al netto di questa vicenda, nei quartieri alti del listino trovano spazio oggi Nexi +2,06%, Inwit +1,91% e una nutrita pattuglia di utility guidate da Hera +1,43% ed Enel +1,15%.
I maggiori ribassi si aprono con Stellantis, ma nel settore brilla Ferrari +1,82%, che conferma i target finanziari e intende rispondere ai dazi Usa aumentando i prezzi fino al 10%.
Arretrano Buzzi -4,08%, Tenaris -2,08%, Campari -1,78%, Cucinelli -1,73%.
Le banche si sono mosse oggi in ordine sparso. Unicredit perde lo 0,85%, nel giorno dell’assemblea di bilancio e del via libera all’aumento di capitale funzionale all’offerta su Banco Bpm (-0,22%). Oggi l’ad Andrea Orcel ha ribadito che l’ops deve creare valore oppure Unicredit ci ripenserà. “Ci riserviamo di valutare una volta conclusa l’offerta di Banco Bpm su Anima, ma andremo avanti solo alle giuste condizioni”. Intanto dopo il parere negativo della Bce sull’applicazione del Danish Compromise nella partita Banco-Bpm-Anima si registra oggi il “non parere” dell’Eba (l’autorità bancaria europea). Questa ha respinto la richiesta di chiarimenti di Piazza Meda “perché la questione tocca profili ed elementi che richiedono una valutazione più approfondita e ampia, non compatibile con lo strumento Q&A dell’Eba”.
Fuori dal paniere principale sono in calo i titoli Mfe A (-0,23%) e Mfe B (-2,11%) dopo l’annuncio di ieri sera di un’opa su Prosiebensat1 (-0,5% a Francoforte).
A New York corre il titolo Ermenegildo Zegna (+10,53%) che ha convinto con i conti 2024 e con i target al 2027.
Spread stabile
La chiusura è stabile sul secondario, dove lo spread si allarga leggermente a 111 punti base, mentre i tassi scendono in misura altrettanto minima. Il rendimento del decennale italiano è indicato al 3,88% e quello del titolo tedesco al 2,77%.