Le Borse europee chiudono in calo, con il Ftse Mib di Milano che segna una perdita dello 0,78% a quota 33.167,64 punti. A soffrire maggiormente sono i settori automobilistico, delle materie prime e della grande distribuzione, sotto il peso delle preoccupazioni per le minacce di dazi da parte di Donald Trump. Francoforte scivola dello 0,54%, Parigi perde lo 0,81% e Madrid registra una flessione dello 0,82%. Fuori dall’area euro Londra cede lo 0,46%.
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Wall Street sotto pressione tra i dazi e i verbali della Fed
A Wall Street, gli indici sono contrastati: il Dow Jones è in calo (-0,50%), dopo aver registrato un record il giorno precedente, mentre l’S&P 500 e il Nasdaq si muovono in territorio positivo. La nomina di Scott Bessent a Segretario al Tesoro, nei giorni scorsi, aveva dato una spinta positiva ai mercati, vista dagli investitori come un segno di stabilità economica. Nonostante l’entusiasmo iniziale, oggi prevale la prudenza, con gli operatori che seguono con attenzione le mosse di Donald Trump e attendono i verbali dell’ultima riunione della Federal Reserve, in programma per stasera. Questi potrebbero fornire spunti cruciali su come le aspettative inflazionistiche influenzeranno le prossime decisioni sui tassi d’interesse. Sebbene la Fed abbia recentemente abbassato i tassi di 25 punti base, manifestando ottimismo sul rallentamento dell’economia, alcuni esperti, come Justin Onuekwusi di St. James’s Place, avvertono che i nuovi dazi potrebbero stimolare l’inflazione a breve termine, complicando così le scelte future della Fed.
Nel frattempo, è arrivata una carrellata di dati economici: le vendite di case nuove a ottobre sono scese a 610.000 unità, ben al di sotto delle aspettative che indicavano 725.000. Tuttavia, la fiducia dei consumatori a novembre è aumentata a 111,7 punti, superando le previsioni, anche se rimane comunque inferiore ai livelli attesi. Infine, l’indice manifatturiero di Philadelphia ha registrato una contrazione, scendendo a -5,9 punti, indicando difficoltà nel settore produttivo.
Titoli sotto la lente a Wall Street
A Wall Street, i titoli mostrano un andamento contrastato. I titoli automobilistici Ford (-2%) e General Motors (-7,54%) sono sotto pressione per i timori legati ai nuovi dazi.
Intel scende del 4,91%, nonostante un finanziamento federale di 7,9 miliardi di dollari. Nvidia cede lo 0,78%, dopo aver registrato una perdita del 7% nelle sedute precedenti. Ma la vera stella è Poseida Therapeutics che segna un incredibile +227%, grazie all’annuncio di una fusione con Roche.
Altri titoli in movimento includono Rivian Automotive, in aumento dell 2,93% grazie l’impegno di finanziamento da 6,6 miliardi di dollari, e Semtech, che guadagna il 20,57% grazie a risultati superiori alle aspettative. Super Micro Computer perde il 4,96% dopo un rally precedente, con preoccupazioni sulla conformità alle normative Nasdaq.
Infine, Zoom perde oltre il 10% nonostante buoni risultati, a causa di una guida sugli utili che non ha sorpreso gli investitori. Abercrombie & Fitch scivola del 4,24%, con una correzione dopo aver superato le aspettative sugli utili.
Piazza Affari in rosso: auto e banche soffrono, brillano Brunello Cucinelli e Generali
A Piazza Affari, tra i titoli più penalizzati ci sono Stellantis (-4,84%) e Pirelli (-4,63%), a causa delle preoccupazioni per i possibili dazi sulle esportazioni verso Messico, Canada e Cina. Il gruppo automobilistico italo-francese risente in particolare della vulnerabilità legata al Messico, primo paese di esportazione di veicoli per gli Usa. Giù anche Ferrari (-1,27%), Campari (-2,15%) e Unipol (-2,15%). Rosso anche per Eni (-1,97%), Prysiam (-1,75%) e Interpump Group (-1,6%). Debole anche Diasorin (-0,37%), penalizzata da un downgrade di Ubs.
Il settore bancario resta sotto pressione, con Unicredit in calo dell’1,35% dopo il rifiuto di Banco Bpm (-0,86%) alla sua offerta. Gli occhi degli investitori sono puntati sull’evoluzione della situazione di Mps (+0,69%), dopo che la banca di Piazza Meda ha acquisito una quota rilevante delle azioni della banca toscana. La mossa di Unicredit ha avuto ripercussioni anche su altri player del settore: Amundi chiude in forte ribasso (-5,2%), Crédit Agricole perde il 2,2%, mentre Commerzbank, dopo un tentativo di recupero, termina la giornata in negativo (-0,58%).
Tra i titoli in rialzo sul Ftse Mib, spiccano Brunello Cucinelli (+1,73%) e Generali (+1,69%), seguiti da Snam (+1,53%) e Saipem (+1,39%), che trainano il listino grazie a buone performance settoriali e ottimismo degli investitori. Anche Inwit (+1,09%) e Azimut (+0,95%) registrano progressi significativi, contribuendo al clima positivo.
Gli altri mercati
Lo spread tra il Btp e il Bund tedesco si attesta a 125 punti base, con una leggera flessione rispetto al dato di apertura. Il rendimento del titolo di Stato italiano è al 3,46% e quello tedesco si assesta al 2,2%.
In campo energetico, il petrolio continua la sua corsa al rialzo, sostenuto dalle tensioni geopolitiche in Medio Oriente, dove è in corso la riunione del gabinetto israeliano per decidere sul cessate il fuoco con Hezbollah. Il Wti raggiunge i 69,46 dollari al barile (+0,75%), mentre il Brent si attesta a 73,53 dollari (+0,71%). Il gas naturale resta stabile, scambiato a 47,3 euro per megawattora.
Sul fronte valutario, l’euro rimane sotto la soglia di 1,05 dollari, scambiato a 1,048. Invece, il Bitcoin rallenta la sua ascesa (-2,68%), ma rimanendo comunque sopra i 93mila dollari. L’oro dopo un guadagno iniziale è tornato in lieve calo (-0,08%) a 2.626,66 dollari l’oncia.