Il possibile matrimonio tra Unicredit e Banco Bpm scuote la politica italiana e induce cautela in Piazza Affari, che chiude oggi in calo dello 0,2%, fanalino di coda in Europa, dove Francoforte segna +0,63%, Londra +0,33%, Parigi +0,03%, Madrid +0,57%, Amsterdam -0,05%.
Oltreoceano si muove tonica Wall Street, che tocca nuovi livelli record nelle prime ore con S&P 500 e DJ, dopo che venerdì sera il presidente eletto Donald Trump ha indicato Scott Bessent come prossimo segretario al Tesoro. Il fondatore dell’hedge fund Key Square Group è uno che se ne intende di mercati, un uomo pragmatico che, secondo gli osservatori, saprà comprendere gli effetti del programma commerciale, fiscale e di deregolamentazione di Trump, limitandone i danni su inflazione e deficit di bilancio. Così nell’azionario Usa brillano i titoli delle grandi banche, mentre sul mercato valutario arretra il dollaro. Risalgono inoltre i prezzi dei T-Bond, che vedono rendimenti in calo. Vanno giù le materie prime.
L’euro tenta un recupero contro il biglietto verde e tratta poco sotto 1,05% in rialzo dello 0,7%.
Tra le materie prime l’oro perde quasi il 3%, per un prezzo dello spot gold a 2633,27 dollari l’oncia.
I future del petrolio si sgonfiano del 2,5% circa, per un prezzo del Wti a 71,43 dollari al barile e del Brent di 74,83 dollari al barile.
LEGGI ANCHE Borsa oggi 25 novembre: la diretta della giornata
Piazza Affari in calo con le banche, Salvini: così si blocca il terzo polo
La notizia bomba del giorno ha fatto tremare soprattutto il settore bancario di Piazza Affari: Unicredit chiude in calo del 4,76%, seguita da Mps -2,23%, Bper -1,78%, Popolare di Sondrio -0,76%, Intesa -0,67%. Al contrario Banco Bpm guadagna il 5,48%. Si ricorda che stamani la banca guidata da Andrea Orcel ha annunciato un’offerta di scambio volontaria su Banco Bpm per un totale di 10,1 miliardi di euro, interamente in azioni, con un premio dello 0,5% sul titolo dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna. Così, mentre il mercato ritiene che l’offerta potrebbe essere migliorata e guarda al profilo finanziario dell’operazione, il governo, almeno nella componente della Lega, accoglie la notizia con notevole irritazione, soprattutto perché mette al rischio la nascita di un terzo polo tricolore. Il vicepremier Matteo Salvini dice che non gradisce “concentrazioni e monopoli”, mentre gli sta a cuore “che realtà come Banco Bpm e Mps che stanno collaborando, soggetti italiani che potrebbero creare il terzo polo italiano, non vengano messi in difficoltà”. Poi rincara la dose: “Ero rimasto al fatto che Unicredit volesse crescere in Germania e non so perché abbia cambiato idea”, “Unicredit ormai di italiano ha poco e niente”. Il ministro ne ha anche per la Banca d’Italia: “C’è? Che fa? Che dice? Vigila?”.
Il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti afferma inoltre che la mossa non è stata controllata con il governo e l’esecutivo si riserva le sue prerogative sull’utilizzo dei propri poteri relativi al golden power. Intanto Banco Bpm domani in cda potrà cominciare a parlare dell’offerta percepita come ostile.
La scelta di Andrea Orcel ha avuto riflessi anche a Francoforte, dove Commerzbank, su cui Unicredit mantiene inalterati i suoi appetiti, cede il 4,64%.
A parte questo importante capitolo il principale listino milanese vede oggi in rialzo Stm +4,55%, Erg +3,33%, Interpump +3,25%, Campari +3,21%, Stellantis +2,4%.
Generali sale dello 0,96%, sulla notizia del Financial Times che Natixis Investment Managers, società francese con 1,3 mila miliardi di dollari di asset in gestione e che fa parte del gruppo Bpce, sarebbe in fase preliminare di trattative con il Leone triestino per una possibile alleanza strategica. Se il negoziato dovesse andare in porto nascerebbe un polo da quasi 2000 miliardi di masse gestite.
I principali ribassi del giorno, oltre quelli delle banche, sono di Leonardo -2%, Unipol -1,44%, Saipem -1,17%, Eni -1,26%.
Spread stabile, Moody’s non cambia opinione
Anche la carta italiana chiude praticamente piatta, con uno spread tra Btp decennale e Bund di durata uguale stabile a 125 punti base e tassi rispettivamente al 3,46% e 2,21%.
Non ha impattato sui titoli di Stato italiani la conferma, venerdì scorso, del giudizio di Moody’s a ‘Baa3’, appena un gradino sopra il livello spazzatura, con outlook ‘stabile’.