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Borse chiusura 25 marzo: Trump disorienta i mercati ma l’Europa crede nei dazi light e le banche le danno sprint

Meglio le Borse europee di quelle americane che scontano il disorientamento creato dalla confusione di Trump sui dazi. Il Ftse Mib tra gli indici di Borsa migliori grazie alla performance delle banche

Borse chiusura 25 marzo: Trump disorienta i mercati ma l’Europa crede nei dazi light e le banche le danno sprint

La fiducia delle imprese tedesche risale, ma quella dei consumatori statunitensi arretra. Donald Trump avrà la mano più leggera sui dazi che entreranno in vigore il 2 aprile, almeno con qualcuno, ma con chi non si sa e le tariffe colpiranno solo alcuni settori (un rebus). Dal fronte Russia-Ucraina invece arriva una notizia, dopo i lunghi colloqui di Riad: la Casa Bianca infatti rende noto che Mosca e Kiev hanno raggiunto un accordo per il cessate il fuoco marittimo sul Mar Nero dopo quello sulle infrastrutture energetiche. E precisa che gli Stati Uniti intendono “ripristinare l’accesso della Russia al mercato mondiale per le esportazioni di prodotti agricoli e fertilizzanti”.

Ecco, in questo contesto gli investitori trovano spunti di ottimismo e chiudono oggi una seduta positiva in Europa, mentre Wall Street appare volatile a metà seduta, dopo il recupero della vigilia.  

Piazza Affari guadagna l’1,06% e sale a 39.384 punti base, soprattutto grazie agli acquisti sulle banche. La fotografia finale è simile a Parigi +1,08%, Francoforte +1,13%, Madrid +1,24%. Sono più caute Amsterdam +0,58%, e Londra +0,32%. 

A New York gli indici principali, dopo un avvio intonato, sono in modalità incertezza: il DJ cede lo 0,15%, lo S&P 500 è piatto, il Nasdaq sale dello 0,16%.

Tra i vari titoli brilla Trump Media, che ha annunciato un accordo con Crypto.com per il lancio di un serie di etf e altri prodotti. 

È in lievissimo calo Tesla, dopo il recupero delle ultime sedute, amareggiata dai dati sulle vendite in Europa di febbraio, scese del 40% circa, dopo il -45% di gennaio.

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Dati macro in chiaroscuro sulle due sponde dell’Atlantico

A dare una spinta alle borse europee ha contribuito in mattinata il dato sulla fiducia delle imprese tedesche. L’istituto Ifo ha reso noto che a marzo l’indice sale a 86,7 da 85,3 di febbraio. I progetti faraonici che dovrebbe mettere in campo il nuovo cancelliere Merz danno sicuramente una mano. “Le imprese si mostrano più soddisfatte della situazione attuale – sostiene Clemens Fuest, presidente dell’Ifo – l’economia tedesca spera in miglioramenti”.

Oltreoceano invece delude il dato sulla fiducia dei consumatori, redatto mensilmente dal Conference Board. L’indice a marzo arretra ai minimi dal 2021 a 92,9 da 98,3 di febbraio e attese di 93,5. Il calo è sintomo di un malessere relativo alla guerra commerciale globale e al timore che questa possa potenziare l’inflazione e rallentare l’economia. 

Euro-dollaro stabile

Sul mercato dei cambi fallisce al momento il recupero dell’euro contro dollaro, che si muove attualmente sul filo di 1,08.

Tra le materie prime tornano gli acquisti sull’oro, dopo alcune sedute in ribasso in cui il lingotto non è mai sceso però sotto i 3mila dollari l’oncia.

Attualmente il prezzo dello spot gold è di 3021,82 dollari l’oncia.

Si appiattisce anche il petrolio, tra spinte e controspinte, tra i dazi ‘trumpiani’, i timori di rallentamento dell’economia e le turbolenze in Medio Oriente. Il future Brent di giugno tratta a 72,33 dollari al barile, mentre il Wti, di maggio, è poco sotto 69 dollari.

Piazza Affari tonica con le banche

Il contesto generale suggerisce prudenza alle banche centrali e forse anche la Bce potrebbe prendersi una pausa nel percorso di riduzione dei tassi d’interesse. Beneficiano di questa possibilità le banche, che oggi sono positive in tutta Europa e che sostengono anche il principale indice di Piazza Affari.

La regina del giorno a Milano è Unicredit +3,29%, aiutata dai giudizi favorevoli di Equita e Jp Morgan. La banca americana ha espresso una raccomandazione di ‘Overweight’ anche su Intesa Sanpaolo (+2,2%), con target di prezzo a 6,2 euro, apprezzando l’elevato rendimento dei titoli, uno dei maggiori del settore bancario. 

Torna in vetta Banco Bpm, +2,14%, dopo che anche il gruppo Caltagirone ha deciso di aderire all’opa su Anima, apportando la sua quota del 5,84%.

Bene Popolare di Sondrio +1,81%, Mediobanca +1,54%, Bper +1,33% ed Mps +1,12%.

Inoltre si conferma in denaro il risparmio gestito con Banca Mediolanum (+2,28%) e Azimut (+1,58%), che conferma l’acquisizione di quote di minoranza in due controllate di Red Med Capital, banca d’investimento marocchina.

Tra gli energetici si mette in evidenza Tenaris +1,66%. Nella sanità sale Amplifon +1,28%.

Le blue chip su cui maggiormente hanno prevalso le vendite sono Pirelli -2,51%, Prysmian -1,29%,  Saipem -1,18%, Moncler -0,97%.

L’azienda della Bicocca ha perso terreno alla vigilia del cda in cui verranno discussi temi scottanti con Sinochem e che potrebbero influire sulle scelte del socio cinese, la cui presenza nel capitale può influire sulla crescita della società negli Stati Uniti.

Nel settore auto è positiva anche oggi Stellantis, +0,74%, nonostante il calo delle immatricolazioni in Europa.

Fuori dal listino principale archivia una seduta negativa Fincantieri, -6,03%, dopo le perdite di ieri alla luce dei conti 2024. Secondo Banca Akros la guidance indicata ieri dalla società è generalmente in linea con le attese, tuttavia le stime sul debito sono leggermente peggiori delle aspettative.

Balzo dello spread e tassi in rialzo

Lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata oggi si allarga a 110 punti base, con un balzo del 4,47% rispetto alla chiusura di ieri. Sale il rendimento della carta italiana al 3,89% (dal 3,82% di ieri), contro il 2,79% del titolo tedesco (dal 2,77% della vigilia).

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