Seduta ad alta volatilità oggi in Europa, con l’attività economica della zona euro che si contrae in ottobre, mentre le guerre incombono sul presente e sul futuro. Alcune trimestrali migliori del previsto e la convinzione che le banche centrali non toccheranno i tassi nelle imminenti riunioni, hanno però aiutato la propensione al rischio, insieme al fatto che la Cina ha aumentato il deficit, emettendo nuovo debito per 137 miliardi di dollari e intensificando le misure di stimolo.
La chiusura è così in cauto rialzo, favorita anche dall’andamento intonato di Wall Street.
Piazza Affari è incolore, +0,05% a 27.572 punti base, sorretta dai titoli del lusso, delle utility e da Unicredit +1,34%, vivace nel giorno della trimestrale oltre le attese.
La piazza migliore è Parigi, +0,63%, favorita dal balzo di Hermès +2,9%, intramontabile marchio che ha superato le stime di vendita del terzo trimestre, in controtendenza rispetto al rallentamento generale del settore del lusso.
Salgono inoltre Francoforte +0,53% e Amsterdam +0,35%, mentre arretra Madrid -0,23%. Londra si apprezza dello 0,17% nonostante il tonfo di Barclays -6,53%, che ha accennato a significativi tagli dei costi in corso d’anno e ha avvertito che la concorrenza per accaparrarsi i depositi dei risparmiatori sta incidendo sui suoi margini. Le notizie hanno pesato complessivamente sul settore bancario del continente.
Wall Street scambia in rialzo a fine mattinata, con una serie di trimestrali migliori del previsto, come Coca Cola, Verizon, Spotify, General Electric, General Motors. Salgono leggermente i rendimenti dei T-Bond, in particolare il decennale è intorno al 4,87%, molto alto ma al di sotto della temuta soglia del 5%.
Manifattura e servizi in contrazione in Eurolandia
I Pmi flash di ottobre di Eurolandia, tutti sotto la linea di 50 che indica contrazione (mentre sopra indica espansione) hanno portato, soprattutto in mattinata, molta volatilità sui mercati, confortati successivamente dall’andamento brillante di Wall Street.
L’indice composito Purchasing Managers’ Index (Pmi) della zona euro, a cura di S&P Global, cala questo mese a 46,5 rispetto al 47,2 di settembre. È il valore più basso dal novembre 2020.
Arretra il manifatturiero, ma il guaio è che vanno giù anche i servizi, settore dominante nell’area. Questi toccano il minimo da 32 mesi a 47,8 da 48,7 del mese scorso. Il manifatturiero passa a 43, da 43,4. I numeri sono tutti sotto le previsioni degli esperti, inoltre la Germania, notoriamente considerata la locomotiva dell’economia della zona euro, è probabilmente la più vicina a una recessione. Il PMI composito è indicato a 45,8 da 46,7 di settembre. I servizi si contraggono, dopo la leggera crescita del mese scorso: 48, da 50. Il PMI manifatturiero sale appena per il quarto mese consecutivo, a 40,7 da 39,6 di settembre, in linea con le aspettative degli analisti, ma ampiamente in territorio di contrazione.
Dagli Usa invece giungono notizie diverse e i PMI di ottobre appaiono in miglioramento sia nel settore manifatturiero sia nel settore servizi.
Il primo, stilato da Ihs Markit, passa a 50 da 49,8 di settembre; il secondo a 50,1 da 50,9, contro attese di un calo.
Euro in ribasso
Il quadro macro, negativo in Europa, si riflette sul mercato valutario, con l’euro che arretra contro dollaro e un cambio che scivola nuovamente sotto 1,06. L’indice del biglietto verde, che nelle ore precedenti aveva toccato i minimi da un mese, ha ripreso a salire.
Brillano le criptovalute, in particolare il bitcoin, che ha anche superato i 35mila dollari (massimo da maggio 2022), su speculazioni circa l’imminente creazione di un fondo negoziato in borsa nella divisa digitale.
Arretra pesantemente il petrolio, in ascolto degli sviluppi della guerra tra Israele e Hamas: Brent -2%, 88,03 dollari al barile; Wti -2,2%, 83,6 dollari.
Va giù anche il gas ad Amsterdam: -4,4%, 49,050 euro al Mwh.
Piazza Affari in equilibrio, tra Moncler e Bper
Moncler guida il listino con un rialzo del 2,09% incoraggiata dalle previsioni di Hermès. Sul fronte opposto Bper perde il 2,62%, mentre Carlo Cimbri, ad di Unipol (+0,08%), azionista della banca modenese, sostiene che Mps (-0,29%) non fa parte della strategia dell’istituto emiliano e che non vede all’orizzonte operazioni di M&A tra banche in Italia.
Nel settore bancario è in verde solo Unicredit, mentre arretrano anche Banco Bpm -1,86% e Mediobanca -1,39%.
I ribassi sono pesanti per Nexi -2,02%, Stellantis -1,64%, Pirelli -1,97%.
Nella parta alta del listino si distinguono utility come Erg +2,05%, A2a +2%, Enel +1,44%, incoraggiate anche dal fatto che la Commissione UE ha presentato il piano di azione europeo per l’eolico per garantire che la transizione verso l’energia pulita vada di pari passo con la competitività industriale e la sostenibilità.
Bene Leonardo +1,61% e Campari +1,19%.
Spread a 200 punti
Il clima è incerto anche per i titoli sovrani. In chiusura il rendimento del Btp decennale è indicato a 4,83% (da 4,84% di ieri), mentre quello del Bund è indicato al 2,83% (da 2,87%), per uno spread che torna a 200 punti base.