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BORSE CHIUSURA 23 MARZO: Wall Street corre ma non scalda l’Europa. Boom di Inwit a Piazza Affari

Photo by David Vives on Unsplash

I listini europei chiudono in ordine sparso una seduta volatile, condizionata dai vari rialzi dei tassi (oggi in Gran Bretagna, Norvegia, Svizzera) e dal rimbalzo di Wall Street, che ha portato nelle ultime ore un po’ di ottimismo.

Piazza Affari, dopo un’incursione pomeridiana in territorio positivo, perde lo 0,15% e scende a 26.482 punti base. È piatta Francoforte -0,06%, cala Madrid -0,46%, salgono Parigi +0,11% e Amsterdam +0,24%. Il rosso è più acceso a Londra -0,91% e Zurigo -0,72%, dove Credit Suisse cede il 3,9% insieme all’acquirente Ubs, -4,12%. Le autorità di regolamentazione elvetiche (Finma) hanno deluso i risparmiatori difendendo la decisione di azzerare i Bond At1 del colosso bancario in crisi.

Wall Street corre con il Nasdaq

New York rialza la testa, dopo i ribassi della vigilia, dovuti anche alle parole della  segretaria al Tesoro Janet Yellen, che ha smentito le voci sull’estensione di una garanzia federale a tutti i depositi bancari senza limiti: “Non lo abbiamo preso in considerazione”. Questo ha pesato e continua a pesare su First Republic Bank (-7,2%), ma oggi corre il Nasdaq, +2,11%, mentre scendono i rendimenti dei Treasury nella speranza che si avvicini la fine dell’inasprimento monetario da parte della Fed. Sono toniche le mega tech, mentre crolla Coinbase (-11,37%), maggior piattaforma americana per le criptovalute, che ha ricevuto comunicazione di un’azione legale della Securities and Exchange Commission (la Consob americana).

Mercati alle prese con i rialzi dei tassi

A incidere sull’umore degli investitori sono dunque le decisioni delle banche centrali, che in due giorni, da Washington a Londra, hanno deciso di alzare i tassi d’interesse, mostrando però di tenere conto degli effetti a catena derivanti dai problemi degli istituti di credito.

Ieri è stato il presidente della Fed Jerome Powell ad annunciare un ritocco, atteso, di 25 punti base (al 4,75%-5%, livello più alto dal 2007) mentre oggi una medesima mossa è stata attuata dalla banca centrale inglese (al 4,25%) e da quella norvegese (al 3%); l’istituto elvetico a sua volta ha alzato il costo del denaro di 50 punti base (all’1,5%). 

Powell ieri, per la prima volta, ha tenuto mano libera su una possibile pausa nell’inasprimento monetario, poiché le turbolenze del settore bancario potrebbero incidere sulla fragile crescita economica statunitense. È  “improbabile” invece che la Fed cominci a tagliare i tassi quest’anno come sperava qualcuno. 

Dal fronte macro le richieste settimanali alla disoccupazione rese note oggi consolidano l’idea di un mercato del lavoro Usa ancora forte: le persone che per la prima volta hanno richiesto i sussidi sono calate (mille in meno), per un totale di 191.000 (seasonally adjusted), contro attese per 198.000.

Dollaro in ribasso; sale l’oro 

In questo contesto l’indice del dollaro rimane in rosso e si avvia a chiudere la più lunga serie di sedute negative consecutive negli ultimi due anni e mezzo.

L’euro si apprezza per un cambio oltre 1,09.

Dopo la decisione della banca centrale svizzera si rafforza il franco, a 1,0949 contro dollaro e parallelamente la sterlina si mantiene sui massimi da sette settimane rispetto al biglietto verde dopo la decisione della BoE. In rialzo anche la corona norvegese. 

Il clima ancora incerto favorisce gli acquisti sull’oro, con lo spot gold che tratta in crescita vicino 1995 dollari l’oncia (+1,3%). Senza direzione il petrolio. Risale il prezzo del gas, oltre i 43,5 euro al Mwh.

Piazza Affari si difende con Inwit e utility

Piazza Affari si difende oggi con le utility e con Inwit, +5,21%, in odore di Opa da parte del fondo francese Adrian secondo indiscrezioni Reuters. L’agenzia riporta anche le valutazione di Equita, secondo cui ”l’elevato appeal speculativo sul titolo e il nostro target di 13,4 euro include un premio del 10%”.

Fanno da argine al listino le utility, a partire da Terna +2,71%, dopo i conti presentati ieri. Bene anche Snam +1,76%, A2a +1,32%, mentre fa eccezione Italgas -0,82%. Secondo quanto scrive Il Sole 24 Ore, Snam avrebbe raggiunto un accordo per modificare il patto di sindacato di controllo di Italgas, tra la stessa Snam e Cdp Reti al fine di consentire alcune specifiche ipotesi di trasferimento della quota della società in capo a Snam.

Nella parte bassa del listino ci sono soprattutto titoli finanziari e petroliferi, che vivono un periodo di alti e bassi.

La maglia nera del giorno va a Saipem -3,43%, seguita da Banco Bpm -3%, Diasorin -2,52%, Nexi -2,03%, Tenaris -2,25%.

Sono in calo anche le due banche più grandi, Unicredit -1,65% e Intesa -1,02%.

Fuori dal paniere principale si apprezza WeBuild, +3,27%. Secondo Massimo Ferrari, direttore generale corporate and finance della società, sarà possibile a breve la fine del ciclo del rialzo dei tassi. In ogni caso quanto deciso finora dalle banche centrali “ha pesato molto poco sui nostri conti perché l’86% del nostro debito è a tasso fisso. Per quanto riguarda la liquidità noi non abbiamo problemi”. 

Spread in lieve rialzo

Scendono i rendimenti anche dei titoli di Stato della zona euro: il Btp decennale scende al 3,95% il pari durata tedesco al 2,16%, per uno spread poco mosso a 186 punti base.

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