X

Borse chiusura 23 gennaio: le banche spingono Piazza Affari oltre quota 36 mila e il messaggio di Trump a Davos scuote i mercati

Imagoeconomica

Donald Trump striglia l’Europa, minaccia dazi ma promette anche crescita e minor inflazione, così le borse continentali non si adombrano e chiudono oggi positive. Piazza Affari riagguanta i 36 mila punti base con un rialzo dello 0,72% sostenuta soprattutto dagli acquisti sul settore bancario (Unicredit +2,53%) e su alcune utility (Snam +2,13%). In particolare i titoli degli istituti di credito hanno recuperato il loro fascino anche nel resto d’Europa a partire da Stoccolma, dove Swedbank (+4,18%), ha proposto un aumento del dividendo annuale maggiore del previsto registrando un utile operativo nel quarto trimestre superiore alle aspettative del mercato. Così l’appetito per cedole corpose ha fatto dimenticare per qualche ora le preoccupazioni per i possibili dazi di Donald Trump, anche se alle 17, in collegamento dagli Usa con Davos, il presidente ha ricominciato martellare sui temi a lui cari, promettendo tasse minime per chi andrà a produrre negli Stati Uniti e minacciando tariffe per chi importa le sue merci.

Nel resto d’Europa Madrid, a sua volta ricca di titoli bancari, è in maglia rosa con un progresso dello 1,11%; Francoforte sale dello 0,7%, anche se Puma precipita del 17,73%, per aver deluso il mercato con i conti e le previsioni. Parigi si apprezza dello 0,7% e Londra dello 0,22%. Stona però Amsterdam -0,58%.

LEGGI ANCHE: Borsa 23 gennaio, la diretta di giornata

Wall Street contrastata

Dopo giorni da incorniciare e con lo S&P 500 che ieri ha aggiornato i massimi di sempre, oggi Wall Street si muove contrastata mentre il neopresidente Trump illustra la sua politica a Davos e promette di ridurre l’inflazione.

Al momento il DJ guadagna lo 0,51%, lo S&P 500 segna +0,15% e il Nasdaq perde lo 0,15%. In una giornata scarna di dati macro l’attenzione, nelle prime ore di scambi, si è concentrata sulle richieste di sussidi alla disoccupazione negli Stati Uniti che, la scorsa settimana, sono salite più del previsto (di 6.000 a 223.000), al livello più alto delle ultime sei settimane.

In piena stagione delle trimestrali, tra i vari titoli, arretra American Airlines -8,5% che ha mostrato un outlook debole, nonostante i conti dell’ultimo quarto dell’anno siano risultati superiori alle attese.

Banche centrali in ordine sparso

Queste settimane sono ricche poi di riunioni di politica monetaria e in attesa che la Fed indichi la sua via, oggi la banca centrale norvegese si è confermata aggressiva, lasciando i tassi invariati al 4,5%, massimo da 17 anni.

Sempre oggi la Banca centrale della Turchia ha tagliato il tasso di riferimento di 250 punti base, portandolo al 45%, dopo che a dicembre l’istituto aveva tagliato i tassi per la prima volta in due anni, portandoli dal 50% al 47,5%.

Domani si stima che la banca centrale del Giappone alzi i tassi di un quarto di punto, dopo mesi di incertezza su questa mossa, che la pone in controtendenza rispetto alla maggior parte dei grandi istituti e mercoledì prossimo gli esperti si aspettano che la banca del Canada riduca i tassi di un quarto di punto, visto che l’inflazione il mese scorso è rimasta al di sotto dell’obiettivo delle banca centrale stessa. Nella stessa misura la Bce potrebbe nuovamente tagliare il costo del denaro giovedì prossimo.

Euro-dollaro piatto

In vista di questi importanti meeting e dopo l’avvio del discorso di Trump l’euro recupera le modeste perdite precedenti sul dollaro e tratta poco sopra 1,04, recuperano un po’ di terreno anche lo yen e la sterlina.

Il petrolio trova qualche spunto nella minaccia di nuove sanzioni Usa alla Russia, ma alla luce del fervore nelle promesse trivellazioni di Trump cambia passo. Il Brent prezza 78,41 dollari al barile (-0,75%), mentre il greggio texano a 74,75 dollari al barile (-0,91%).

L’oro si appanna leggermente dopo essersi avvicinato ai suoi massimi e vede un prezzo spot di 2752,18 dollari l’oncia.

I future del metano rincarano, ma al momento sono sotto 50 euro al MWH ad Amsterdam.

Piazza Affari in ripresa con banche e utility

Piazza Affari rialza la testa dopo qualche debolezza nelle scorse sedute al traino dei titoli bancari e delle utility.

In pole position c’è Unicredit, pronta al passo indietro su Commerzbank se la sua offerta verrà percepita come ostile. Mentre Banco Bpm, su cui Orcel ha lanciato un’offerta pubblica di scambio, vede il titolo oggi in timido progresso dello 0,39%.

Nel settore sono in evidenza Bper +2,38%, Popolare di Sondrio +1,62% e l’azionista Unipol +2,04%.

Bene Intesa +1,98%, Mediobanca +1,43% e Generali +1,37%.

L’altro settore ben comprato oggi è quello delle utility, a partire da Snam dopo la presentazione del piano che ieri non sembrava aver convinto completamente il mercato.

In luce anche A2a +1,43%, mentre Hera arretra dello 0,81%, dopo una buona partenza in scia al nuovo piano al 2028 che prevede utili e dividendi in crescita. Debolezza per Enel -0,3%.

Il lusso trova anche oggi spazio nella top ten delle società a maggior capitalizzazione: Moncler +1,81%.

Il rosso tinge invece Ferrari, -1,85%, Campari -1,07%, Interpump -0,71%.

Spread e tassi in rialzo

La chiusura è negativa oggi per la carta italiana: lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata sale a 113 punti base e i tassi si portano rispettivamente al 3,64% e 2,51%.

Related Post
Categories: Finanza e Mercati