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BORSE CHIUSURA 23 DICEMBRE – Inflazione Usa in calo e listini a due velocità: a Piazza Affari brilla ancora Tim

Imagoeconomica

Crolla il prezzo del gas, cresce il prezzo del petrolio, risale la fiducia dei consumatori in Italia e negli Usa e rallenta l’inflazione a stelle strisce di novembre (ma non quanto sperato): attingendo a un mix di notizie di vario segno i mercati europei, ormai distratti dalle feste, chiudono contrastati l’ultima seduta prima di Natale, mentre Wall Street procede a singhiozzo, incerta fra lettera e denaro. A New York resta nelle sabbie mobili Tesla (-5,27%), dopo aver toccato nelle scorse sedute i minimi da due anni. Meta invece galleggia poco lontano dalla parità (+0,3%) dopo aver patteggiato una sanzione di 725 milioni di dollari per chiudere una class action riguardo al caso della concessione a terzi (tra cui Cambridge Analytica) di  dati degli utenti.

Per quanto riguarda l’importante indice Pce Usa, tenuto in gran conto dalla Fed, l’inflazione core a novembre è scesa a +4,7% annuo (da +5% di ottobre) ma le attese erano +4,6%

Europa in cauto rialzo

Piazza Affari, che lunedì resterà chiusa come molti altri listini, si apprezza dello 0,27%, restando sotto i 24mila punti afferrati nella seduta del 21 dicembre. Il principale indice milanese è tra i migliori in Europa, grazie agli acquisti su Telecom (+2,39%), ma Ferrari (-0,75%) si conferma in rosso.

Londra, che ha chiuso i battenti a fine mattinata, è piatta. Nel resto del continente Parigi perde lo 0,2%, mentre segnano moderati progressi Francoforte +0,2% e Amsterdam +0,09%. È incolore Madrid.

L’euro-dollaro tratta in favore della moneta unica, con il cambio attorno a 1,062. 

Petrolio in volo e gas in picchiata

A dare qualche brivido sono solo le materie prime.

I future del petrolio corrono, dopo le perdite di ieri quando imperversava una tempesta ghiacciata e molti voli erano bloccati.

Il Brent (+2,6%) sale oltre 83 dollari al barile; il Wti Crude +3,45%, 80,16 dollari al barile.

A influire sui corsi contribuisce il fatto che la Russia dovrebbe tagliare la produzione in risposta ai tetti al prezzo, del 5%-7% secondo l’agenzia di stampa Ria citando il vice primo ministro Alexander Novak. 

I future del gas ad Amsterdam invece hanno toccato valori che non vedevano dal 23 di febbraio, prima della guerra in Ucraina (83 euro al Mwh). In prossimità della chiusura il crollo superava l’11%, per un prezzo di 81,5 euro. Il merito del ridimensionamento dei prezzi va imputato, tra l’altro, al price cap stabilito dalla Ue, agli stoccaggi pieni, alle temperature più alte della media in molti paesi, alla minor domanda dall’industria in un periodo con tante feste.

Piazza Affari si difende con Leonardo

Piazza Affari oggi si difende bene con Leonardo +2,05%, che ha siglato un nuovo contratto in Canada per 690 milioni di euro. Una notizia non scontata e non attesa, secondo Banca Akros. E anche di un peso notevole, visto che il contratto è pari al 4,3% circa dell’obiettivo di nuovi ordini fissati per il 2022.

Ritrova il segno più Iveco, +1,98%, bersagliata dalle vendite negli ultimi tempi.

Tra i titoli petroliferi si mettono in evidenza Tenaris +1,78% e Saipem +1,46%.

Sempre sugli altari Telecom, +2,39%, regina del listino odierno.

Sul Ftse Mib oggi risulta ben comprato anche il settore healthcare, come nel resto d’Europa in scia al balzo del produttore di vaccini Bavarian Nordic (+3,94%), che ha firmato un contratto con il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.

Diasorin +1,43%, Recordati +1,01%, Amplifon +0,86%.

Sono poco significative le variazioni delle banche. Le migliori sono Intesa +0,41% e Unicredit +0,35%. Banco Bpm guadagna lo 0,18%, dopo aver annunciato un accordo con Credit Agricole nella bancassurance.

Tra le blue chip i ribassi sono frazionali e partono da Stm, -0,78%, seguita da Ferrari, Inwit -0,65%, Moncler -0,62%.

Fuori dal listino principale si conferma ben comprata la Juventus +4,86%, sempre in odore di Opa e delisting da parte di Exor.

Perde quota Mps, -3,4%, che scende a 1,97 euro per azione.

Tassi alti e spread stabile

Il quadro sul secondario non cambia da diversi giorni e si è incupito a partire dalle riunioni delle banche centrali e dall’atteggiamento aggressivo mostrato da Bce e Fed. Lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata è stabile a 210 punti base, ma i tassi fanno quasi ogni giorno un piccolo passo avanti e oggi sono indicati rispettivamente a +4,49% e +2,38%.

La percezione dell’andamento dell’economia, da parte di imprese e consumatori però migliora. La fiducia sale, dice l’stat nella sua stima flash di dicembre.

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