In un clima finanziario ancora variabile a causa dell’incertezza sull’innalzamento del tetto del debito Usa e sull’azione delle banche centrali, Piazza Affari limita oggi i danni a una perdita dello 0,73%, nonostante lo stacco cedola da parte di ben 61 società, tra cui 19 blue chip, che pesa sull’indice principale per l’1,27%. Al netto di questo gravame il Ftse Mib sarebbe il migliore in Europa, dove ognuno, in questa seduta, è andato per proprio conto, anche a causa dell’avvio contrastato di Wall Street.
Parigi perde lo 0,18% con Francoforte -0,31%, mentre salgono Madrid +0,56%, Amsterdam +0,07% e Londra +0,2%.
Stupisce positivamente l’ex grande malata d’Europa, Atene (+6,95%), in rally dopo la vittoria del partito di governo Nea Dimokratia e in attesa del probabile ballottaggio del mese prossimo. Euforici i titoli di Stato ellenici.
Per quanto riguarda la zona euro, migliora leggermente la fiducia dei consumatori da maggio, +0,1 punti a quota -17,4 punti (nella Ue +0,6 punti a quota -18,3 punti), ma resta per entrambe le aree ben al di sotto della media di lungo termine.
In questo contesto è stabile l’euro-dollaro, con il cross in area 1,08.
Tra le materie prime è in prudente attesa il petrolio, con il Brent che si apprezza dello 0,17% a 75,71 dollari a barile; il Wti sale dello 0,32% a 71,92 dollari al barile.
Buone notizie sul fronte del gas per eurolandia, con il prezzo sotto i 30 euro al Mwh sulla Piazza di Amsterdam.
Meta, in rialzo a Wall Street, snobba la maxi multa europea
A New York si muove in convinto progresso Meta (+2,2%), casa madre di Facebook, nonostante la multa da 1,2 miliardi di euro da parte del regolatore della privacy nella Ue per la gestione delle informazioni degli utenti.
Micron Technology cede invece il 3,34% ed è il peggiore sullo S&P 500, dopo che le autorità cinesi hanno deciso di vietare agli operatori delle infrastrutture fondamentali del paese di acquistare prodotti della società tech statunitense.
I tre principali indici di Wall Street si muovono contrastati, ma cauti in attesa di capire come evolverà l’accordo sull’innalzamento del tetto del debito Usa. Le trattative proseguono incessanti, sotto la spinta del presidente Joe Biden, che anche oggi parlerà con lo speaker della camera, il repubblicano Kevin McCarthy, mentre il conto alla rovescia per la disponibilità di denaro è già partito visto che le casse resteranno vuote ai primi di giugno.
Sul fronte Fed si registrano ancora dichiarazioni aggressive di vari banchieri, da James Bullard (che prevede altri due rialzi dei tassi nel 2023) a Neel Kashkari, secondo il quale una pausa è possibile a giugno, ma “questo non significa che abbiamo finito con il nostro ciclo restrittivo”.
Per quanto riguarda i rapporti Usa-Cina Biden, alla fine del summit del G-7, ha detto ai giornalisti di aspettarsi un miglioramento delle relazioni.
In Piazza Affari vanno a ruba le banche, soffre l’industria
In Piazza Affari sono in luce le banche e in ombra i titoli dell’industria.
Svetta sul listino Banca Mps +3,92%, seguita nel settore da Banco Bpm +1,87%, ma è in evidenza anche Bper +1,24%, nonostante il dividendo.
Bene Mediobanca +1,64%, dopo l’annuncio di un accordo con Banca Ifis (+3,81%) per la gestione dei crediti deteriorati.
Lo stacco cedola non affossa neppure la lunga lista delle blue chip interessate: A2a +1,03%, Amplifon +0,06%, Azimut +0,91%, Banca Generali +1,41%, Diasorin +1,53%, Eni +0,3%, Erg +0,51%, Finecobank +1,74%, Generali +1,12%, Interpump +0,26%, Intesa +0,62%, Inwit +1,79%, Italgas -1%, Leonardo +0,95%, Moncler +2,31%, Recordati -0,79%, Tenaris +0,87% e Unipol +0,13%.
Sono in rosso titoli di industria e auto come Cnh -1,39%, Iveco -1,07%, Prsymian -0,82%.
Fuori dal paniere principale la Juventus ridimensiona le perdite iniziale a -0,63%, nel giorno in cui la Corte federale d’appello della Figc deve ridefinire l’entità della penalizzazione di 15 punti in classifica inflitta al club a gennaio in relazione all’inchiesta sulle plusvalenze. La procura federale ha chiesto una penalizzazione di 11 punti che porterebbe comunque la squadra fuori dalle qualificazioni per le competizioni europee.
Dopo i fuochi d’artificio degli ultimi tempi le prese di profitto mandano a tappeto Italia Independent -27,27%.
Spread poco mosso e tassi in rialzo
Moody’s, venerdì scorso, ha deciso di non aggiornare il rating sul debito italiano, che così resta un passo dal livello spazzatura.
In ogni caso il secondario rimane stabile e lo spread tra Btp decennale benchmark e omologo tedesco sale leggermente, ma senza scossoni a 185 punti base (+0,52%).
Crescono i rendimenti, rispettivamente a +4,3% e +2,45%.
Intanto si preparano nuovi titoli per il mercato: il Tesoro ha affidato infatti a un consorzio di banche (Barclays, Citibank, Deutsche Bank, Jp Morgan e Societé Generale) un mandato per il collocamento sindacato di un nuovo benchmark BTp-i a 15 anni. Il titolo, indicizzato all’inflazione dell’area euro, avrà scadenza 15 maggio 2039. “La transazione sarà effettuata nel prossimo futuro, in relazione alle condizioni di mercato”, si legge in una nota, ma l’asta BTp-i “prevista per il 25 maggio potrebbe essere cancellata”.
Se Moody’s venerdì ha pensato di tacere, oggi l’agenzia Dbrs (che non doveva pronunciarsi sul rating) ha deciso di parlare bene del Belpaese. Negli ultimi anni l’Italia ha affrontato “molteplici shock – ha scritto in un rapporto – la pandemia, i colli di bottiglia dal lato dell’offerta e uno shock energetico, il tutto tra incertezza politica e tre diversi governi. Tuttavia, nessuno di questi si è finora tradotto in significative cicatrici economiche, contribuendo alla stabilità del rating a BBB (alto)”. E ha aggiunto: ”La ripresa post pandemia è stata migliore del previsto e la crescita è stata più forte rispetto ai suoi pari. La crescita potenziale del Pil sembra migliorare e il debito dovrebbe continuare a diminuire nei prossimi anni”.