È proprio un marzo pazzerello quello che stanno vivendo le borse europee, che anche oggi chiudono in calo, dopo aver molto guadagnato nelle scorse settimane. Gran parte della spinta era venuta del maxi piano tedesco per difesa e infrastrutture, per il quale era necessario modificare il freno al debito pubblico e in questo senso oggi è arrivato il via libera dalla camera alta, dopo quello della camera bassa dei giorni scorsi. Inoltre c’è la partita del riarmo europeo, che però nel vertice europeo di ieri ha inciampato nelle scelte di finanziamento. Alle varie ragioni di nervosismo recente, come i dazi e il quadro geopolitico, oggi si aggiunge l’incendio all’aeroporto londinese di Heathrow e la conseguente chiusura dello scalo, con migliaia di voli cancellati. Un disagio che andrà avanti per giorni e che ha visto inevitabili vendite sui titoli delle compagnie aeree di tutto il mondo. Questo venerdì infine è il terzo del mese, il cosiddetto giorno delle streghe in cui la volatilità è di casa perché scadono opzioni su azioni e indici, future su azioni e indici.
Così Milano perde lo 0,39%, però preserva i 39 mila punti base, Francoforte cede lo 0,76%, Parigi -0,63%, Amsterdam -0,48%, Londra -0,68%. Si salva Madrid +0,28%.
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Wall Street verso la quinta settimana in calo
Wall Street anche oggi ha aperto in ribasso e si sta tuttora muovendo in lieve calo (DJ -0,2%, S&P 500 -0,33%, Nasdaq -0,08%) avviandosi ad archiviare la quinta settimana consecutiva in rosso. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump non si cura troppo dei timori dei mercati per un rallentamento dell’economia e per una ripresa dell’inflazione e anche oggi spara ad alzo zero su Truth. Il 2 aprile sarà il giorno della “liberazione dell’America”. “Per decenni siamo stati spennati e maltrattati da ogni nazione al mondo, amica e nemica”.
A dare il polso sullo stato di salute dell’economia statunitense oggi sono inoltre i conti di Fedex (-9,06%) e Nike (-5,5%).
La società di trasporti ha tagliato l’outlook sui profitti per il terzo trimestre di fila, spiegando che la decisione riflette “la debolezza e l’incertezza che continuano a esserci nell’economia industriale statunitense”. Il colosso del materiale sportivo ha visto un calo delle vendite del 9% nei tre mesi al 28 febbraio, a causa soprattutto del -17% registrato in Cina e se pur questo crollo risulti migliore delle attese a pesare sono le previsioni per l’attuale trimestre, per cui si teme un calo delle vendite fino al 15%.
Arretra anche il produttore di chip Micron Technology dopo aver previsto un margine lordo del terzo trimestre inferiore alle stime.
L’euro s’indebolisce, mentre scende la fiducia dei consumatori
Il dollaro si rafforza in questi giorni, da quando la Federal Reserve si è dimostrata resiliente di fronte alle pressioni della Casa Bianca lasciando i tassi invariati e dicendo di non avere fretta di tagliarli.
L’euro si avvia invece a chiudere la prima settimana del mese in ribasso e perde al momento lo 0,3% contro la divisa statunitense per un cambio di 1,0813.
A proposito della moneta unica sono interessanti le osservazioni di Kenneth Broux, analista di Societe Generale, riferite da Reuters. Secondo l’esperto l’andamento dell’euro è dovuto principalmente a prese di profitto, ma a ciò si aggiunge che “nel complesso assistiamo a una pausa nella fuga dagli asset in dollari, e ciò è evidente anche nel mercato dei cambi, dove abbiamo visto l’euro iniziare a cedere parte dei guadagni dalla fine di gennaio”.
Tra le materie prime il rafforzarsi del dollaro pesa sull’oro, che oggi è in calo dell’1%, ma pur sempre ben oltre i 3mila dollari a 3014,72 per il lingotto consegna immediata.
Sul fronte macro si registra però anche un calo della fiducia dei consumatori del blocco. Lo dice la Commissione europea nella stima flash di marzo: -0,9 punti, con l’indice che arretra a -14,5 nell’area euro; -1 nella Ue, a -13,9.
Il petrolio risulta piatto, dopo guadagni dovuti all’annuncio di nuove sanzioni Usa per il greggio iraniano. Al momento il future maggio del Brent tratta a 71,97 dollari al barile, mentre quello del Wti a 68,17 dollari.
Piazza Affari, la primavera sboccia tra le brume
Anche per Piazza Affari oggi la primavera è sbocciata tra le brume di un contesto internazionale poco idoneo a sostenere la propensione al rischio.
La blue chip peggiore del giorno è Nexi, -4,88%, che lascia sul terreno più o meno quanto guadagnato ieri in scia a indiscrezioni su un’offerta da 850 milioni da parte di Tpg per la divisione Digital Banking Solutions della società di pagamenti digitali. I realizzi sono scattati in un contesto in cui il settore ha perso terreno in tutta Europa.
Chiude una seduta negativa Leonardo -3,27%, che molto ha guadagnato in tempi recenti come tutti i titoli della difesa. La Germania comunque galoppa con i suoi progetti anche difensivi, cogliendo l’occasione di un rilancio economico e di mandare definitivamente in pensione le conseguenze della seconda guerra mondiale.
È ancora lettera per Stm, -2,36%, che continua a risentire delle dimissioni di ieri di Maurizio Tamagnini dal Consiglio di Sorveglianza, a testimonianza delle tensioni tra i soci che sono prevalentemente lo Stato italiano e quello francese.
Vanno già Campari -2,81%, Buzzi -1,63%, Ferrari -1,75%.
In cima al listino è scattato in zona Cesarini il titolo di Banco Bpm +1,45%, in un contesto di banche incerte nella giornata ma che alla fine sono riuscite ad agguantare qualche guadagno. Così sono positive anche Bper +0,63%, Intesa +0,49%, Banca Mediolanum +0,48%.
Tra le blue chip migliori del giorno anche Inwit +1,11%, Telecom +1,08%, Diasorin +0,94% ed Enel +0,79%.
Spread in lieve calo, scendono i tassi
La chiusura è timidamente positiva sul secondario, dove lo spread tra Btp 10 anni e Bund 10 anni è indicato a 105 punti base, con tassi in ribasso rispettivamente al 3,82% e 2,76%.