Piazza Affari si apprezza oggi e chiude una settimana positiva, in un contesto europeo incerto in attesa delle elezioni tedesche di domenica e con Wall Street che si muove in rosso dopo le perdite della vigilia.
Milano guadagna lo 0,45% grazie al balzo di Campari (+6,26%) e ai guadagni di Poste (+2,64%), che ha annunciato risultati record per il 2024, con l’utile a 2 miliardi, un obiettivo che arriva due anni prima rispetto al piano strategico al 2028, in linea con la guidance aggiornata del gruppo.
Nel resto del continente si apprezza Parigi (+0,39%), ma arretrano Francoforte -0,19%, Madrid -0,18%, Amsterdam -0,11%, mentre Londra è piatta. Il clima però è peggiore a Wall Street, che non riesce a rialzare la testa dopo i cali della vigilia, quando a terremotare l’umore sono arrivate le indicazioni sulle vendite di Walmart e il conseguente tonfo del titolo (al momento in rosso dell’1,45%). La maggiore catena di supermercati statunitensi e primo datore di lavoro privato al mondo – con 2,1 milioni di dipendenti – ha registrato conti sopra le attese, ma ha comunicato di prevedere una crescita delle vendite tra il 3% e il 4% nell’anno fiscale: una previsione deludente, per gli esperti, che fa temere per i consumi degli statunitensi.
A rafforzare questa idea contribuisce oggi il fatto che la fiducia dei consumatori statunitensi è scesa a febbraio, toccando un minimo di 15 mesi, mentre le previsioni sull’inflazione sono aumentate vertiginosamente, sulla scia dei timori delle famiglie per l’introduzione di dazi elevati e su larga scala da parte del presidente Donald Trump, con un conseguente calo del potere d’acquisto.
Un quadro che accentua i timori di stagflazione che stanno serpeggiando oltreoceano.
Nell’azionario si fa sentire il crollo di UnitedHealth (-9,18%) peggior titolo sul Dow Jones (-0,8%), a seguito di indiscrezioni del Wall Street Journal secondo cui il colosso assicurativo è sotto indagine per pratiche relative a Medicare, il programma di assicurazione sanitaria federale.
Manifattura stagnante nella zona euro
La pagina macro è apparsa oggi più rosea del previsto in Eurolandia, ma restando piuttosto pallida. L’indice composito ha sconfinato in zona espansione in Germania a febbraio (51 punti), ma nella zona euro la stima flash dice che è rimasto stabile a 50,2 e che la manifattura ancora stagna. Questo dato sale a 47,30 da 46,60 e resta sotto la soglia di 50, mentre il settore servizi arretra a 50,70 da 51,30 di gennaio.
Inoltre questo mese la fiducia delle imprese della regione è scesa ai minimi di tre mesi.
Negli Usa la manifattura continua a espandersi, e il PMI di febbraio in lettura preliminare sale a 51,6 da 51,2 e attese e 51,5. L’attività dei servizi cade invece in contrazione a 49,7 (minimo da 25 mesi) dai 52,9 di gennaio e stime di 52,8.
Euro debole
Sul mercato valutario il nervosismo per le elezioni tedesche e il quadro macro si riflettono in un euro debole, che tratta in ribasso contro dollaro a 1,0455. La moneta unica appare comunque solida, dopo il terremoto politico innescato dall’atteggiamento di Donald Trump sulla guerra russo-ucraina.
Il biglietto verde trova un equilibrio contro lo yen a 149,68, dopo le perdite di ieri, su speculazioni per tassi in aumento in Giappone. Oggi tale prospettiva si è rafforzata quando si è visto che l’inflazione nipponica si è rafforzata al 4% il mese scorso, ma il governatore della BoJ Kazuo Ueda, ha buttato acqua sul fuoco dicendo che la banca centrale è pronta ad aumentare gli acquisti di titoli di Stato se i tassi di interesse a lungo termine dovessero aumentare bruscamente. Parole che hanno fatto scendere i rendimenti dei titoli di Stato del Sol Levante e frenato l’esuberanza dello yen, mentre l’indice Nikkei che ha guadagnato lo 0,28%. In Asia tra l’altro la seduta ha beneficiato degli ottimi conti di Alibaba (+14,56% ora la Nasdaq) e del balzo di Nissan (+10%) su un progetto allo studio per portare Tesla a investire nel capitale della casa giapponese.
Tra le materie prime oggi arretra moderatamente l’oro, dopo i nuovi record, mentre il petrolio si muove in rosso, con perdite intorno al 2% per il greggio texano, 71,10 dollari al barile, e il Brent, 75,21 dollari.
Piazza Affari, bene il lusso e occhi su Mediaset e Olidata
Tra le blue chip di Piazza Affari oggi brillano anche titoli del lusso come Moncler +2,26% e Cucinelli +1,44%, mentre tra le banche si mette in mostra Mps +2,16%. Bene Saipem +1,8%, Stm +1,4% e Stellantis +1,15%; arretrano Recordati -1,37%, Buzzi -1,1%, Eni -0,67%, Generali -0,54%.
Inoltre alcune delle storie più interessanti oggi sono fuori dal paniere principale. Tra i migliori titoli del giorno c’è per esempio Olidata +23,07%, che questa mattina a mercati chiusi ha reso noto essersi aggiudicata la procedura di gara, indetta dalla Consip, relativa alla stipula della convenzione per l’affidamento della fornitura multibrand di prodotti software, manutenzione software e servizi connessi per le Pa.
Le azioni ex Mediaset, Mfe A e Mfe B guadagnano rispettivamente il 2,83% e il 4,35%, con i media che tornano sull’ipotesi che il Biscione sia pronto a lanciare un’offerta sulla Tv tedesca Prosieben (+11,81% a Francoforte), di cui il gruppo Berlusconi è primo azionista con il 26,9%. La mossa sarebbe attesa dopo le elezioni tedesche e i conti della Tv in programma il 6 di marzo, quando Prosieben dovrebbe presentare anche un piano per tagliare 500 dipendenti e vendere attività non core.
Bene Fincantieri +2,75%, su cui Bnp Paribas ha alzato il target price a 10 euro.
Registra un balzo infine Cairo Communication, +7,72% (2,86 euro), che ha promosso un’offerta pubblica di acquisto volontaria parziale a 2,9 euro per azione sul 18% del capitale, non finalizzata all’uscita dalla Borsa.
Spread poco mosso; il Btp Più chiude e sfiora i 15 miliardi di euro
Il secondario appare piuttosto stabile oggi, con lo spread tra Btp decennale e Bund di durata uguale che chiude a 108 punti base, con tassi rispettivamente al 3,56% e 2,47%.
Intanto sul primario il Btp Più chiude con un pieno di acquisti che sfiora i 15 miliardi (14,9) e il Tesoro ha annunciato che “in considerazione delle condizioni di mercato” il Mef ha deciso di rivedere al rialzo i tassi del Btp più, dal 2,8 al 2,85% quello previsto nei primi 4 anni e dal 3,6 al 3,7% quello per i re