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Borse chiusura 20 marzo: Wall Street volatile, listini europei allarmati da Lagarde. Milano la piazza peggiore

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Tornano le vendite in Europa e la volatilità a Wall Street, in un clima d’incertezza alimentato soprattutto dalla guerra commerciale dichiarata dalla Casa Bianca a tutti i rivali degli Usa e dalle sue conseguenze sull’economia. Non a caso l’oro tocca nuovi massimi oltre 3.057 dollari, salvo poi ripiegare.

La chiusura delle contrattazioni dell’azionario europeo è in rosso a Milano -1,32% (che arretra a 39.188 punti base), Francoforte -1,29%, Parigi -0,95%, Madrid -0,89%, Amsterdam -0,38%. È quasi piatta Londra (-0,09%), nel giorno in cui la BoE ha lasciato invariati i tassi. Dopo che ieri la Fed ha segnato un nulla di fatto sul costo del denaro, si sono pronunciate oggi anche la Banca svedese, che ha seguito la stessa linea di quella americana e la Banca centrale svizzera che ha tagliato lo 0,25%. Tutto secondo le previsioni.

Lagarde: i tassi del 25% costano lo 0,3% del pil 

Ad alimentare il nervosismo hanno contribuito le parole della presidente della Bce Christine Lagarde, secondo la quale i nuovi dazi Usa del 25% potrebbero costare lo 0,3% della crescita del blocco. In un contesto di crescita già modesta un ulteriore deterioramento dell’economia suggerisce prudenza agli investitori, perché il 2 aprile si avvicina e anche la Ue sarà coinvolta dai dazi reciproci. La Commissione Ue d’altra parte ha deciso oggi che la rappresaglia non scatterà all’inizio del mese prossimo, ma il 13 di aprile. Tra i titoli azionari più colpiti dalle vendite oggi ci sono quelli delle banche, dell’auto e della difesa. Intanto i capi di Stato e di governo della Ue si confrontano e si dividono su come finanziare gli ambiziosi progetti militari della regione.

Wall Street in cerca di una bussola

Oltreoceano si muove tra modesti alti e bassi Wall Street, positiva ieri a seguito dell’atteggiamento della Fed e del suo presidente Jerome Powell, che non ha fretta di abbassare il costo del denaro, ma non ha neppure cambiato linea (due tagli quest’anno). Ciò però non basta all’inquilino della Casa Bianca Donald Trump, che vorrebbe bilanciare i dazi con il denaro a basso costo.

Oggi la pagina macro sta offrendo un tiepido sostegno alla propensione al rischio, anche se al momento solo il DJ resiste in territorio positivo (+0,18%). In rapido dettaglio: le vendite di case esistenti a febbraio sono andate meglio delle stime (+4,2%) nonostante l’aumento del costo dei mutui. I dati settimanali sui sussidi di disoccupazione sono stati migliori delle stime, mostrando un aumento inferiore al previsto. Il settore manifatturiero soffre nell’area di Philadelphia e l’indice è peggiorato a marzo (da 18,1 punti a 12,5 punti) però meno di quanto stimato dal mercato (attese per 10 punti). In questo contesto i titoli di Stato vedono prezzi in rialzo e tassi in ribasso, mentre nell’azionario sono tonici i titoli delle grandi aziende tecnologiche.

Dollaro in rialzo

L’atteggiamento prudente della Fed favorisce gli acquisti sul dollaro, che si rafforza contro le principali valute. L’euro cede lo 0,5% e il cambio è sotto 1,085.

Tra le materie prime tornano gli acquisti sul petrolio: i future di Brent e Wti guadagnano circa l’1,5%, per prezzi rispettivamente a 71,83 dollari al barile e 67,92 dollari al barile.

La prudenza ha messo nuovamente le ali all’oro, che è salito in giornata fino al nuovo picco di 3057,36 dollari l’oncia, ma al momento tratta in lieve calo a 3041,66 dollari.

Piazza Affari, salgono Nexi e difensivi

In Piazza Affari si sono mossi in controtendenza Nexi +4,12% e titoli ritenuti difensivi come Campari +2,29%, Recordati +1,31% e le utility a partire da Terna +1,11%.

In particolare la società dei pagamenti digitali ha beneficiato di indiscrezioni su un’offerta di acquisto da 850 milioni della divisione Digital Banking Solutions da parte del fondo Usa “Tpg”.

I ribassi sono forti per Stm, -3,74%, Stellantis -2,99% e A2a, -3,2% che ha presentato oggi i suoi conti.

Le banche arretrano a partire dalle due più grandi, Intesa -2,91% e Unicredit -2,8%.

Anche Mps, in grande spolvero ultimamente, cede il 2,35%. L’ad Luigi Lovaglio ha detto che si aspetta le autorizzazioni necessarie all’ops su Mediobanca (-0,53%) entro giugno e che l’obiettivo è la creazione del terzo polo bancario italiano. La quota di Generali (-0,98%) invece “non è cruciale per il potenziale che vogliamo esplorare facendo questo accordo”.

Realizzi anche sui titoli della difesa: Leonardo -1,6%.

Spread in rialzo

Gli acquisti sui Bund hanno fatto salire oggi lo spread tra decennale italiano e tedesco, che si allarga a 106 punti base. Il rendimento del Btp appare comunque poco mosso al 3,85%, mentre scende quello del Bund al 2,79%.

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