I listini europei rialzano la testa dopo lo scivolone di ieri e chiudono la settimana positivamente, aiutati nella mattina dall’ottimismo dell’Asia e nel pomeriggio dall’andamento intonato di Wall Street.
Il duro atteggiamento delle banche centrali contro l’inflazione e le molteplici sfide che attendono ancora l’economia globale (come hanno detto oggi Fmi e Bce a Davos), frenano però la propensione al rischio, che si è nutrita fin qui del cambio di politica della Cina nella lotta al Covid.
Europa in verde, svetta Madrid
Piazza Affari si apprezza dello 0,7% a 25.775 punti base, con Francoforte +0,79%, Parigi +0,63%, Amsterdam +0,4% e Londra +0,3%. Svetta su tutte Madrid, +1,39%, sostenuta da Cellnex Telecom +9,33%, nel mirino di American Tower e del fondo Brookfield secondo notizie stampa.
A New York corre il Nasdaq (+1,5%) e vola Alphabet +4%, ma dopo aver annunciato il licenziamento di 12mila dipendenti della controllata Google. Si tratta dell’ennesimo segnale che le mega tech stanno cercando di correre ai ripari e di prevenire mali futuri.
È brillante Netflix (+6,2%) con il giro di poltrone annunciato e il balzo degli abbonati.
Sul mercato dei cambi l’euro-dollaro si discosta poco dal livello di 1,08 intorno al quale si muove da vari giorni.
È poco mosso il petrolio, con il Brent a 86,38 dollari al barile, +0,26%.
Si riaccende invece il gas, spinto dall’ondata di gelo sull’Europa. Il future sulla piazza di Amsterdam guadagna oltre il 10% e supera i 67 euro al Mwh.
Spread e tassi in rialzo
La seduta si chiude in rosso per la carta italiana complice lo scenario macro tracciato da Bce, FMI e Banca d’Italia e il balzo dell’inflazione giapponese (+4% a dicembre) ai massimi da 40 anni. Il rendimento del Btp decennale benchmark risale al 3,97% contro il Bund a +2,13% e lo spread si allarga a 185 punti base, con un balzo del 5,32%.
Fmi, Bce e Bankitalia: occhio a crescita e inflazione
Ieri a Davos Christine Lagarde ha deluso chi si aspettava toni più morbidi sui prossimi rialzi dei tassi. Oggi la presidente della Bce è intervenuta nuovamente per dire che la riapertura della Cina, dopo le restrizioni dovute alla pandemia, probabilmente aumenterà le pressioni inflazionistiche a livello globale, a causa di un maggior consumo di materie prime da parte della seconda economia mondiale.
Per la presidente del Fondo Monetario Internazionale Kristalina Georgieva invece la corsa dei prezzi mostra segni di rallentamento, ma viaggia ancora troppo velocemente. Le prospettive economiche globali sono meno negative di quanto si temeva qualche mese fa, proprio grazie alla ripresa cinese, ma serve cautela, anche perché la guerra in Ucraina rimane un “rischio enorme” per la fiducia, in particolare in Europa.
Di crescita e inflazione ha parlato oggi anche Bankitalia nel suo Bollettino. L’inflazione calerà ma si confermerà alta anche quest’anno in Italia, secondo via Nazionale, che stima una media del 6,5%. Si tornerà intorno al 2,6% solo nel 2024. La discesa “dipende fortemente dall’ipotesi di una progressiva diminuzione dei prezzi delle materie prime, i cui effetti sarebbero solo in parte compensati dall’accelerazione dei salari”.
Per quanto riguarda la crescita economica del Belpaese l’istituto centrale ha migliorato le stime del pil 2022 a +3,9%, ma nel 2023 si scenderà a +0,6% (da +0,4% ipotizzato in precedenza). Nel 2024 la stima è stata “corretta leggermente al ribasso (+1,2%) a causa di un incremento più contenuto dei consumi”.
Attenzione poi al gas: nel caso di arresto delle forniture di energia dalla Russia, il pil si ridurrà di quasi l’1% sia nel 2023 sia nel 2024. Bisogna inoltre ricordare che il caro energia è responsabile per oltre due terzi dell’inflazione in Italia.
In Piazza Affari: balzo di Saipem e banche miste
Uno dei titoli più effervescenti del Ftse Mib è Saipem, che da inizio anno ha guadagnato oltre il 21% e oggi svetta su tutte le blue chip con un balzo dell’8,56%. A galvanizzare il titolo nella seduta odierna è stata la notizia che la oil service si è aggiudicata due contratti offshore per circa 900 milioni di dollari totali in un contesto di generale ripresa degli investimenti nel settore petrolifero.
Si conferma in rally inoltre Iveco +3,95%, che in queste prime settimane del 2023 è cresciuta di una percentuale vicina al 31%.
In pole position è Generali Ass, +2,25%, nel giorno dell’avvio del buy back fino a 210 milioni di euro.
Le banche sono contrastate. In particolare si pongono agli antipodi del settore le due big, Unicredit +2,31% e Intesa -1,91%. Tra le minori Mps, +0,35%, chiude positivamente una seduta volatile. La presidente dell’istituto senese, Patrizia Grieco, ha informato il MEF che non sarà disponibile per un rinnovo dell’incarico in scadenza con la prossima assemblea chiamata ad approvare il bilancio dell’esercizio 2022.
Brilla invece il Credito Emiliano, +4,6%, con Deutsche Bank che ha portato la raccomandazione a ‘buy’ da ‘hold’ e il prezzo obiettivo a 9,3 euro da 6,9 precedente, nell’ambito di uno studio sulle banche italiane in vista della stagione delle trimestrali e sulle attese di un insieme di risultati positivi.
La blue chip peggiore del giorno è Amplifon, -2,72%, con Equita che ha peggiorato le stime sui conti dell’azienda. Sono in rosso Diasorin -1,69%, A2a -1,84%, Pirelli -1,18%.
Fuori dal paniere principale archivia una seduta grigia la Juventus, -0,42%, nel giorno in cui la Procura, per il caso plusvalenze, ha richiesto 9 punti di penalizzazione nel campionato in corso per la squadra bianconera, nonché l’inibizione di 20 mesi e 10 giorni per Paratici, 16 mesi per Agnelli, 12 mesi per Nedved, Garimberti e Arrivabene, 10 mesi e 20 giorni per Cherubini.