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Borse chiusura 20 gennaio: Europa poco mossa nel Trump Day senza Wall Street. Milano in rosso per l’effetto cedole

Mercati prudenti nel giorno dell’insediamento di Trump alla Casa Bianca. A Piazza Affari bene industria e banche, male i titoli dell’energia

Borse chiusura 20 gennaio: Europa poco mossa nel Trump Day senza Wall Street. Milano in rosso per l’effetto cedole

I listini europei chiudono oggi in cauto rialzo, fidando, ma non troppo, su un approccio graduale ai dazi da parte di Donald Trump, mentre Wall Street è chiusa per il Martin Luther King Day. Gli occhi del mondo, anche finanziario, sono comunque rivolti a Washington più che a New York, per l’inaugurazione della seconda presidenza Trump alla quale partecipa il nuovo gotha mondiale, mettendo in ombra meeting di grande livello come l’avvio del forum del Fondo Monetario Internazionale a Davos, la riunione dell’Ecofin in Europa e persino la tregua a Gaza. Giorgia Meloni è l’unico leader europeo che partecipa alla cerimonia del giuramento.

In questo contesto Piazza Affari è anche l’unica in calo (-0,34%, 36.200 punti base), ma sarebbe praticamente piatta al netto dell’effetto dello stacco cedola di di Enel (-2,16%) e Snam (-0,94%) che pesa sull’indice principale per lo 0,36% circa. 

Chiude in frazionale progresso Francoforte +0,44%, dopo aver aggiornato i suoi massimi storici nel corso della giornata oltre i 21 mila punti base. Bene Londra +0,18%, Parigi +0,31%, Amsterdam +0,36%, Madrid +0,24%.  

Balzo dell’euro

Tra i protagonisti del giorno c’è l’euro, che oggi recupera circa l’1,2% contro il dollaro e un cambio oltre 1,04. A dare ossigeno alla moneta unica è la possibilità che Trump non introduca subito i dazi e, secondo fonti del WSJ, non ci sarebbero ordini esecutivi già pronti sul tema tariffario, nonostante il 47esimo presidente Usa abbia promesso ben cento ordini esecutivi entro poche ore dall’insediamento.  

L’ambiziosa agenda di Trump d’altra parte comprende la riforma del commercio, la lotta all’immigrazione, i tagli alle tasse e l’allentamento della regolamentazione sulle criptovalute. Non a caso il bitcoin ha inanellato innumerevoli record dalle elezioni del 5 di novembre e anche oggi è in rally, per un valore di 105.262 dollari.

La tregua a Gaza si fa sentire sui prezzi del petrolio, con i contratti marzo 2025 di Brent e Wti. Al momento il greggio del mare del Nord cede l’1,36% per un prezzo di 79,76 dollari al barile; il greggio texano lascia sul terreno l’1,68%, 76,09 dollari al barile.

Piazza Affari, bene automotive e banche

Piazza Affari vede in rialzo anche oggi i titoli dell’automotive come Iveco +2,73%, Stellantis +2,37%, mentre il settore bancario beneficia anche della revisione al rialzo di alcune azioni da parte di Barclays. In particolare Mps (+1,11%), su cui la banca inglese ha portato il prezzo obiettivo a 8 da 7 euro; Unicredit (+1,54%), rivisto a 46,8 euro da 46,1; Bper (+0,86%), a 7,1 euro da 6,7 euro; Credem (+0,18%), a 11 euro da 10,6 euro. Resta un po’ indietro Banco Bpm -0,31%, con la notizia Radiocor che ci sarebbero dubbi nella Bce sull’applicazione del Danish Compromise in relazione all’opa lanciata da Piazza Meda su Anima. A risolvere le incertezze normative dovrebbe essere l’Eba, Autorità bancaria europea a cui Francoforte ha chiesto chiarimenti.

Tra i titoli finanziari sono in luce Intesa +0,57%, Azimut +0,9%, Banca Mediolanum +0,72%, Mediobanca +0,65%.

Nell’industria sale Prysmian +0,79%, mentre il titolo dell’azienda delle difesa Leonardo lima i guadagni allo 0,42%, dopo una mattina in rally a seguito del via libera dell’autorità antitrust tedesca alla costituzione di una joint venture con Rheinmetall.

Nel lusso è piatta Cucinelli, +0,09%, dopo i guadagni della scorsa ottava in scia ai conti di Richemont. Il titolo ha superato brevemente i suoi massimi a 116,9 euro, per poi tornare un po’ indietro a 116,40. 

I maggiori ribassi del giorno sono nel settore energia, dovuti in parte alle perdite del greggio e al peso delle cedole. Enel è quindi in maglia nera, seguita da Hera -1,62%, Eni -1,42%, Terna -1,4%, Italgas -1,34%, Saipem -1,1%.

Chiude una seduta debole Telecom -0,38%,  per indiscrezioni sul fatto che il cda del 22 gennaio potrebbe astenersi dal deliberare sulla vendita di Sparkle dato che le banche al lavoro sul dossier potrebbero aver bisogno di qualche giorno in più per definire il financing.

Generali cede lo 0,34%. Oggi sul tavolo del cda, riunito per approvare l’alleanza nel risparmio gestito con i francesi di Natixis, è arrivata l’indicazione del collegio sindacale sui “tempi troppo stretti” per una decisione.

Spread e tassi in calo

Il clima sul secondario si mantiene sereno e lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata arretra a 112 punti base, con tassi in lieve calo rispettivamente al 3,61% e 2,49%.

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