Auto e materie prime mandano in rosso le Borse europee e Milano, con il suo -1,1% a 27.627 punti base è la Piazza peggiore del Vecchio Continente. Alla fine della giornata, tutti i principali listini europei chiudono in negativo: Francoforte -0,6%, Madrid -0,5%, Parigi -0,2%. Piatte Amsterdam e Londra.
Si muove sotto i minimi di giornata Wall Street dove le vendite colpiscono Nasdaq (-0,4%), Dow Jones (-0,2%) e S&P 500 (-0,45%) con gli investitori preoccupati dal calo dei profitti e dai dati sotto le attese evidenziati dalle ultime trimestrali pubblicate. Inoltre, all’orizzonte resta un altro rialzo dei tassi d’interesse negli Stati Uniti per combattere l’inflazione – che si conferma persistente in tutto il mondo – nonostante i dati economici non brillanti.
Sotto il profilo macro, nel primo pomeriggio sono stati anche pubblicati i dati sulle nuove richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione, aumentate di 5.000 a 245.000 unità, contro attese per 240.000. Continua a scendere l’indice manifatturiero della Fed di Philadelphia, ora a -31,3.
Tesla affossa il comparto auto
Il comparto auto è in caduta libera in tutto il mondo, con l’Euro Stoxx 600 Auto che segna -3,5% dopo i conti di Tesla (-9%) che hanno mostrato una forte erosione dei margini dopo il taglio dei prezzi di diversi modelli stabilito dalla società. Sotto pressione anche Renault (-7,97%): nel primo trimestre le vendite mondiali del gruppo sono state pari a 535.000 veicoli, in aumento del 14,1% rispetto ai primi tre mesi del 2022. In Europa le vendite sono cresciute del 27,3% in un mercato in crescita del 16,2%. I ricavi di gruppo si sono attestati su 11,5 miliardi di euro, +29,9% rispetto al primo trimestre 2022.
Le vendite colpiscono tutti i colossi del settore, da Volkswagen (-3%) a Bmw (-3,62%). A Milano Stellantis è il titolo peggiore del Ftse Mib con un ribasso del 5,41%. Sul titolo pesa anche la reazione tanto scomposta quanto sorpresa degli investitori al cambio del direttore finanziario, con l’uscita di scena a sorpresa di Richard Palmer, uno degli artefici della fusione con Psa, che prevede di lasciare il gruppo il 30 giugno 2023. A prendere il suo posto sarà Natalie Knight, attuale cfo di Ahold Delhaize.
Giù anche Pirelli (-2,4%). Si salva invece Iveco (+1,57%).
A Piazza Affari sotto i riflettori c’è ancora Tim, negative le banche
A Milano l’attenzione si catalizza ancora una volta su Tim, dopo l’assemblea che ha dato il via libera al bilancio 2022 ma ha bocciato a suon di astensioni la politica di remunerazione dei manager. Dopo il -8,3% segnato ieri, il titolo Telecom Italia ha ceduto oggi l’1,57%. Il bilancio dei due giorni sfiora il -10% con le azioni piombate a 0,2814 euro. Pesano anche i rumors, del tutto improbabili, secondo cui Vivendi (+0,57%) potrebbe lanciare un’Opa per assorbire le perdite della sua disastrosa campagna italiana.
Le vendite colpiscono Stmicroelectronics (-3,74%) dopo le previsioni caute del colosso Tsmc sul secondo trimestre di quest’anno.
Nel comparto finanziario chiudono in negativo Mps (-3,62%), Finecobank (-2,95%), Unicredit (-1,77%), Banca Mediolanum (-1,34%). In rosso anche Banco Bpm (-1%) nel giorno in cui l’assemblea degli azionisti ha approvato il bilancio 2022, che si è chiuso con un utile netto consolidato pari a 703 milioni, e la distribuzione di un dividendo di 0,23 euro per azione. I soci hanno eletto i componenti del cda che rimarranno in carica fino al 2025, confermando Massimo Tononi e Giuseppe Castagna rispettivamente nei ruoli di presidente e amministratore delegato. Resiste Bper (+0,94%).
Fuori dal Ftse Mib limita i danni (-0,5%) Banca Ifis, con l’assemblea che dato via libera al bilancio 2022 al dividendo di 0,40 euro, approvando in parallelo la nomina del fondatore, Sebastien Egon Furstenberg, a presidente onorario a tempo indeterminato. L’attuale presidente di Banca Ifis, Ernesto Furstenberg Fassio, ha annunciato che la politica sulle cedole sarà rivista in chiave espansiva.
Passando alle note più dolci della giornata, sul listino principale tra i titoli migliori, oltre a Iveco, c’è Saipem, che ha chiuso a +1,49% dopo conti trimestrali positivi e nonostante il calo del prezzo del petrolio. Bene anche Moncler (+1,52%) e le utility: Terna (+0,96%), Enel (+0,53%).
Lagarde: “Inflazione ancora troppo alta”
“L’inflazione è ancora troppo alta e lo è da troppo tempo e la nostra politica monetaria deve utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione per riportarla all’obiettivo del 2% nel medio periodo”, ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde intervenendo a un incontro con gli studenti organizzato dall’Ecole Polytechnique di Parigi. La numero uno dell’Eurotower ha aggiunto: “Durante la pandemia sono state sospese le regole sugli aiuti di stato ed è stato sospeso il patto di stabilità e crescita che prevedeva un limite di deficit del 3% e di debito del 60% del pil. Per noi è imperativo ritornare a un quadro di regole”.
Di tassi è tornato a parlare anche il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ribadendo l’importanza di moderare eventuali richieste salariali per compensare gli effetti dell’inflazione. In un intervento all’Ambasciata di Francia, Visco ha sottolineato come “comportamenti e scelte non appropriate, anche a livello di singoli paesi membri, potrebbero innescare pressioni e spirali inflazionistiche che richiederebbero un significativo inasprimento dell’orientamento della politica monetaria, rendendo più difficile e costoso il raggiungimento della stabilità dei prezzi”. Per Visco occorre, invece, un “impegno coordinato di tutti gli attori coinvolti – famiglie, imprese, intermediari finanziari, governi nazionali – impegno che un’Europa più integrata a livello economico e dotata di adeguati strumenti di intervento a livello centrale aiuterebbe a garantire”.
Visco ha poi evidenziato la necessità di “partire dalle iniziative avviate con la pandemia e trasformarle in un disegno organico di completamento dell’unione monetaria. Oltre che perfezionare l’Unione bancaria, bisogna riprendere la discussione sulla possibilità di introdurre una capacità di bilancio comune in grado di affiancare la politica monetaria nel compito di rendere l’area dell’euro più resiliente”. “Ciò permetterebbe – ha precisato – di conciliare il pieno esercizio della funzione di stabilizzazione con l’equilibrio dei conti pubblici in ciascun paese. Secondo il Governatore, infine, “l’introduzione di un titolo comune di debito pubblico, che in prospettiva possa anche sostituire una parte dei titoli nazionali in circolazione e svolgere il ruolo di safe assetassegnato ai titoli di Stato nelle altre principali economie, servirebbe anche a imprimere un’accelerazione del processo verso l’Unione del mercato dei capitali, il quale a sua volta faciliterebbe l’accesso delle imprese ai finanziamenti”.
Gli altri mercati
In forte calo il petrolio, con i prezzi del Wti (77,4 dollari) e del Brent (81,2 dollari) che cedono oltre due punti percentuali. La scorsa settimana, le scorte di petrolio negli Stati Uniti sono diminuite più delle attese. Registrato un ribasso di 4,581 milioni di barili a 465,968 milioni di unità, secondo i dati diffusi dal dipartimento dell’Energia, contro attese per un ribasso di 0,5 milioni di barili.
Sale invece lo spread (+0,89%), che si attesta a 186 punti base, con il rendimento sul decennale italiano a quota 4,305%. Stabile sopra i 40 euro il prezzo del gas.