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Borse chiusura 2 gennaio: petrolio e gas ai massimi danno sprint a Saipem ed Eni. Prese di beneficio sulle banche. Crolla Tesla

Snam

Le tensioni geopolitiche e gli attentati di questi giorni lasciano intatto l’appetito per il rischio di Wall Street, che contagia oggi i listini europei nella prima seduta dell’anno. I venti dell’ovest nel pomeriggio hanno spazzato via un po’ di volatilità e di polvere dalle borse del Vecchio Continente, consentendo anche a Piazza Affari di chiudere con un rialzo 0,55%, a 34.374 punti base, dopo una mattina in calo. A spingere in alto il listino sono stati soprattutto gli acquisti sui titoli petroliferi, grazie ai progressi del greggio, mentre i realizzi hanno colpito i titoli bancari, che si sono lasciati alle spalle un 2024 da incorniciare.

La seduta ha il segno più anche a Francoforte +0,56%, Amsterdam +0,97% e Madrid +0,67%. Parigi, +0,18%, è più timida soprattutto a causa delle vendite sui titoli del lusso. La borsa francese inoltre è l’unica a non aver messo a segno un guadagno negli scorsi 12 mesi.

Fuori dalla zona euro svetta Londra, con un progresso dell’1,07%.

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Soffre la manifattura europea

Nella regione delle moneta unica hanno portato una certa volatilità, in mattinata, i deludenti dati relativi al Pmi manifatturiero del mese scorso.

A preoccupare sono soprattutto la Germania e la Francia. Ricordando che sotto 50 punti ci si trova in zona contrazione, si osserva che la locomotiva economica europea registra un indice di 42,5 punti dai 43 di novembre, mentre la Francia tocca 41,9, livello minimo dal 2020. Una positiva sorpresa arriva dall’Italia, dove il Pmi rimane in contrazione, ma cresce oltre le attese a 46,2 punti da 44,5 punti del mese prima.

Nel complesso l’indice dell’Eurozona è in leggera flessione, dai 45,2 punti di novembre a 45,1.

Wall Street in progresso, aspettando Trump

Oltreoceano si muovono in progresso frazionale DJ, S&P 500 e Nasdaq, assaporando l’arrivo di Donald Trump, che si insedierà il 20 gennaio alla Casa Bianca, pur valutando il fatto che le proposte del tycoon sui tagli alle imposte societarie, le normative permissive, le leggi più severe sull’immigrazione e i dazi configurano politiche inflazionistiche e potrebbero rallentare il ritmo dell’allentamento della politica monetaria della Fed nei prossimi mesi. La “Maganomics” di Trump danneggerà la crescita, ammoniscono gli economisti interpellati dal Financial Times.

Gli investitori soppesano poi i dati macro del giorno, con i sussidi settimanali alla disoccupazione scesi di 211 mila e l’indice manifatturiero in contrazione nel mese di dicembre (sotto quota 50), ma in misura inferiore a quanto temuto. Il dato, stilato da Ihs Markit, indica 49,4 punti dai 49,7 di novembre, ma i 48,3 della lettura preliminare e attese e in linea.

Tra i singoli titoli cade rumorosamente Tesla, -6%, peggiore azione sullo S&P 500, dopo numeri trimestrali sotto le attese e il primo calo annuale delle consegne in oltre un decennio.

Brilla invece Synaptics (+5%), società di semiconduttori, + 5% che ha annunciato una partnership con Google su Edge AI.

La scommessa sull’intelligenza artificiale continua anche a spingere Nvidia, +2,44%, su cui non accenna a tramontare il sole dopo un guadagno annuale del 171%.

Euro sotto 1,03, ai minimi da due anni contro dollaro

In questo contesto economico e politico l’euro subisce la forza del dollaro anche con l’anno nuovo. Il cambio si muove oggi ai minimi da due anni e buca al ribasso la soglia di 1,03, per un cross di 1,0289.

Le materie prime appaiono invece baldanzose, nonostante la forza del biglietto verde. I future del petrolio guadagnano oltre il 2%, scommettendo su misure di stimolo cinesi che diano una sferzata al Dragone e conseguentemente alla domanda di oro nero. Il contratto Brent marzo 2025 tratta a 76,21 dollari al barile; il contratto del greggio texano, febbraio 2025, a 73,35 dollari.

Riprende quota l’oro, che vede lo spot in crescita dell’1%, per un prezzo di 2651,40 dollari l’oncia.

Il prezzo del gas continua a salire, dopo lo stop, da ieri, delle consegne di gas russo all’Europa attraverso l’Ucraina, in seguito alla scadenza di un contratto firmato tra le due parti nel 2009 e rinnovato già nel 2019 per altri cinque anni. Ad Amsterdam i future del metano sono oltre i 50 euro al Mwh.

Piazza Affari, il listino trova la giusta energia

In Piazza Affari il quadro generale si riflette in cospicui guadagni per i titoli dell’energia: così si apprezzano Saipem +6,1%, Eni +2,84%, Tenaris +2,08%, Enel +2,02%, Snam +1,71%.

Le tlc registrano buoni progressi con Inwit +2,19%. L’azienda di infrastrutture per il settore beneficia anche del fatto che l’azionista Daphne 3 (Ardian) continua ad arrotondare la sua quota di partecipazione con acquisti sul mercato.

Bene Prysmian +2,27% e Recordati +2,27%.

Il menù delle blue chip in ribasso è composto in gran parte da titoli che lo scorso anno hanno guadagnato di più. Si parte con Bper -2,9% e si prosegue con Banca Mps -1,41% e Unipol -1,16%. Altre banche in ribasso sono Sondrio -1,35%, Unicredit -0,38%, Banco Bpm -0,54%, Intesa -0,34%. L’altro settore debole è l’automotive, che piazza tra le dieci peggiori big cap del giorno Iveco -0,77% e Ferrari -0,78%.

Fuori dal paniere principale si mette in luce Gas Plus, +7,76%, cui arride il rincaro dei prezzi.

Brembo, +0,66%, rimane piuttosto defilata anche se ha completato l’acquisizione di Öhlins Racing, società che opera nella produzione di sospensioni premium ad alte prestazioni per moto e auto nei segmenti del primo equipaggiamento, del motorsport e dell’aftermarket.

Geox cede il 7,69%, con il mercato che reagisce con decise vendite alla decisione di una manovra a supporto del nuovo piano industriale al 2029 che prevede un aumento di capitale fino a 60 milioni. L’annuncio risale a fine anno.

Spread stabile

La chiusura è stabile sul secondario. Lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata è a 117 punti base, mentre i tassi sono rispettivamente al 3,53% e 2,37%.

Si ravviva nuovamente invece il rosso per la carta francese: lo spread con il decennale tedesco si porta a 85 punti base (+2,78%) e il rendimento dell’Oat tocca il 3,22%.

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