Gli indici europei hanno trovato oggi qualche spunto di ottimismo nell’avvio intonato di Wall Street, ma chiudono una seduta contrastata nell’attesa che la Federal Reserve annunci più tardi le sue decisioni di politica monetaria e offra indicazioni per il futuro. Alcune ore fa anche la banca centrale giapponese ha deciso di non toccare i tassi, mentre domani si pronunceranno la Bank of England, la Riksbank svedese e la Banca nazionale svizzera.
Piazza Affari si porta a 39.712 punti base con un progresso dello 0,45%, sostenuta dai titoli energetici e dalle banche.
Le gradazioni di verde sono simili a Parigi +0,70%, Amsterdam +0,96%, Madrid +0,46%, Londra però è piatta e Francoforte arretra dello 0,45%, anche a causa di realizzi dopo la recente corsa.
L’unico fronte di giornata veramente critico è stata la borsa turca, dove il Bist 100 ha perso l’8,72%, a causa dell’arresto arresto del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, uno dei principali oppositori del presidente Recep Tayyip Erdogan. Anche la lira ha toccato oggi i minimi storici.
Il fuso orario ci porta poi a New York che, a fine mattinata, sembra aver ritrovato il buonumore dopo le perdite di ieri. Il DJ guadagna lo 0,56%, S&P500 +0,66%, Nasdaq +0,92%. Le big tech sono in progresso, tra tutte Nvidia (+1,41%) che ieri ha presentato nuovi chip. Viaggia forte Tesla (+5%), con l’azienda che ha ottenuto dalle autorità californiane uno dei permessi necessari per poter offrire un servizio di trasporto pubblico basato su mezzi a guida autonoma. Musk spera di lanciare i robotaxi in Texas e California entro l’anno.
Banche centrali in focus, mentre Trump chiude un”ottima telefonata’ con Zelensky
Il fronte russo-ucraino corre in questi giorni sul filo telefonico della Casa Bianca e oggi Trump ha parlato con Zelensky per un’ora dopo aver discusso ieri per tre ore con Putin. ”Ottima telefonata” commenta il tycoon, similmente a quanto era trapelato ieri a proposito del colloquio con il leader russo. Così, ancora nella speranza che si compiano passi avanti verso una tregua che abbia per tutti lo stesso significato, a tenere banco in queste ore sui mercati è soprattutto l’attesa delle parole del presidente della Fed Jerome Powell, al termine della riunione della banca centrale Usa. Il mercato scommette su tassi invariati al 4,25%-4,5%, ma quello che lo interessa di più è quanto dirà il presidente e quali saranno proiezioni economiche dei banchieri centrali, tenendo conto dell’impatto delle politiche commerciali e di immigrazione su crescita economica, inflazione e disoccupazione.
Secondo i dati Lseg, quest’anno la Fed dovrebbe ridurre i tassi di circa 60 punti base, con il primo taglio previsto per luglio.
A proposito della guerra commerciale di Trump, oggi si registra quanto detto da Fox news e cioè che il consigliere economico della Casa Bianca, Kevin Hassett, ha trascorso la notte a negoziare, insieme al segretario al Commercio Howard Lutnick e al segretario al Tesoro Scott Bessent, con altri paesi per abbassare reciprocamente i dazi prima della scadenza del 2 aprile.
Dalla pagina macro le borse della zona euro hanno tratto qualche spunto dalle stime di Eurostat sull’inflazione nel blocco, limate al ribasso (al 2,3% dal 2,4%) per il mese di febbraio e dopo il 2,5% di gennaio.
In Italia la crescita dei prezzi a febbraio è vista all’1,7%, stabile rispetto al mese prima.
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Dollaro in ripresa
Nella giornata ricca di notizie per il dollaro, la divisa statunitense si muove intonata contro le principali valute. Il biglietto verde guadagna lo 0,4% contro lo yen per un cambio a 149,93. L’euro arretra da quota 1,09 e tratta in calo a 1,088.
L’oro non risente troppo del rafforzarsi del dollaro e si mantiene su livelli record, anche se tratta al momento dopo nuovi massimi toccati in giornata a 3045,39 dollari l’oncia. In questo momento lo spot gold è a 3034,83 dollari.
L’andamento è moderatamente positivo per il petrolio. Il Brent di maggio vede un prezzo di 70,80 dollari al barile, mentre il Wti è a 66,97 dollari.
Il prezzo del gas strappa a +3,5% e rivede i 42 euro dopo la prima intesa Trump-Putin e una tregua di 30 giorni dei raid sulle infrastrutture, a partire da quelle energetiche.
Piazza Affari, svetta Tenaris ed è ancora in rally Mps
Gli acquisti hanno premiato oggi molti titoli energetici, banche e auto.
Il maggior rialzo del giorno tra le blue chip è quello di Tenaris +2,7%. Nel comparto petrolifero sono in evidenza anche Saipem +1,24% ed Eni +1,31%. Per quanto riguarda il cane a sei zampe è di oggi la notizia dell’acquisto da parte di Vitol di partecipazioni in alcuni asset in Costa d’Avorio e nella Repubblica del Congo per 1,65 mld dollari.
Tra gli energetici mostrano progressi robusti Enel +1,44% e Italgas +1,21%. Snam registra un rialzino dello 0,24% nel giorno dei conti, che hanno mostrato una crescita 2024 dell’utile netto del 10,4%, con incremento del dividendo del 3%.
Tre le banche si conferma in rally Mps +2,49%, promossa a “buy” da Deutsche Bank. È ancora in progresso anche Mediobanca +1,06%, su cui Siena ha lanciato un’offerta pubblica di scambio. Su questo matrimonio però i nubendi hanno visioni opposte: ieri il numero uno di piazzetta Cuccia, Alberto Nagel, ha ribadito la contrarietà all’offerta, mentre Mps resta convinta che l’unione porterà benefici a tutta l’economia italiana.
Si appiattisce nel finale la performance di Unicredit, -0,07%, impegnata in partite nazionali e internazionali. Intervenendo all’European financials conference di Londra, l’ad della banca, Andrea Orcel, ha detto che per la scalata a Commerzbank, “ci vuole pazienza”, mentre per l’Ops su Bpm. “Non abbiamo escluso di aumentare l’offerta, ma solo con più valore. Per ora, quello che è successo è uno sviluppo negativo“.
Nel settore auto si piazza bene Ferrari, +1,46%, ma compie qualche passo avanti anche Stellantis +0,29%, nel giorno dell’audizione del presidente John Elkann in Parlamento.
Leonardo, sempre osservata speciale in questi tempi di guerra, guadagna lo 0,98%, dopo aver scritto un nuovo record in giornata.
Nella parte negativa nel listino ci sono prese di beneficio per Campari -2,08%, Iveco -1,56%, Inwit -1,1%, Buzzi -0,93%.
Spread stabile e tassi in calo
La chiusura è piatta sul secondario, dove lo spread tra decennale italiano e tedesco resta a 105 punti base. Scendono invece i rendimenti, incoraggiati dal buon andamento dell’inflazione. Il Btp è indicato in chiusura a +3,84% e il Bund a +2,8%.