L’inquietudine di Wall Street e l’atteggiamento aggressivo dei banchieri centrali travolgono oggi i listini europei, che chiudono in profondo rosso, interrompendo la striscia di sei sedute consecutive in rialzo dello Stoxx 600.
Piazza Affari perde l’1,75% e scivola a 25.596 punti base, in sintonia con Francoforte -1,71%, Parigi -1,86%, Amsterdam -1,79%, Madrid -1,57%, Londra -1,06%.
Sul mercato valutario l’euro-dollaro è piatto in area 1,08.
Tra le materie prime si rianima il petrolio dopo una mattina negativa, ancora in scia alla china discendente dei listini newyorkesi di ieri. Al momento il Brent si apprezza dello 0,61% e tratta a 85,5 dollari a barile; il Wti sale dello 0,83% a 80,14 dollari al barile.
L’avversione al rischio riporta l’attenzione sull’oro e lo spot gold al momento guadagna circa un punto percentuale, 1922,9 dollari l’oncia.
Banchieri in trincea contro l’inflazione, ma lo spread è stabile
Le parole di Christine Lagarde a Davos, le minute dell’ultima riunione della Bce, le dichiarazioni di ieri di alcuni banchieri Usa hanno allargato oggi le crepe già presenti nel fragile ottimismo degli investitori sulle prossime mosse degli istituti centrali e sulla recessione. Fed e Bce mostrano di restare in trincea contro l’inflazione e in particolare Francoforte fa piazza pulita delle indiscrezioni su una Bce più colomba. Lagarde afferma che la banca centrale europea terrà “la barra dritta sui tassi fino a quando saremo entrati in territorio restrittivo abbastanza a lungo per riportare velocemente l’inflazione al 2%”. Dalla minute inoltre risulta che nell’ultima riunione della Bce i banchieri europei più severi hanno insistito per un rialzo di 75 base e il compromesso a 50 punti base è stato trovato solo a patto di una retorica ferma su futuri rialzi.
In questo contesto i rendimenti dei titoli di Stato del blocco sono leggermente saliti, ma neanche tanto e lo spread tra decennale e tedesco è rimasto stabile. In chiusura il differenziale è 175 punti base e i tassi sono rispettivamente indicati a +3,76% per il Btp (da 3,72% di ieri) e 2,01 per il Bund (da 1,98%).
Wall Street nervosa
Wall Street, dopo la seduta negativa di ieri, procede in calo anche nella seduta odierna.
Le trimestrali non convincono e si teme che gli utili del quarto trimestre scenderanno. Procter & Gamble galleggia dopo i conti e dopo aver avvertito che i costi delle materie prime stanno erodendo i profitti, mentre Apple e Microsoft vanno giù dopo aver annunciato il taglio di migliaia di posti di lavoro.
Ad alimentare il nervosismo contribuisce inoltre il fatto che oggi gli Stati Uniti raggiungeranno il tetto del debito federale, fissato dal Congresso, nel 2021, a circa 31.400 miliardi di dollari e quindi il dipartimento del Tesoro dovrà correre ai ripari per evitare il default. Le misure straordinarie necessarie a questo fine copriranno i fabbisogni per alcuni mesi, ma poi democratici e repubblicani dovranno trovare un accordo. Nei giorni scorsi, la segretaria al Tesoro, Janet Yellen, ha ricordato che l’impossibilità del governo di rispettare i propri obblighi creerebbe un “danno irreparabile” all’economia statunitense, alla vita degli americani e alla stabilità finanziaria globale.
Sul fronte macroeconomico stupisce il calo delle nuove richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione, a prova di un mercato del lavoro ancora molto forte.
A Piazza Affari si salvano solo Leonardo, Iveco, Unicredit
Sul principale listino di Piazza Affari si salvano soltanto tre blue chip. Leonardo +1,89%, Iveco, +1,62% e Unicredit +0,01%. La società della difesa in particolare festeggia il contratto, dal valore di 304 milioni di euro, per la vendita di ulteriori 18 elicotteri AW169M LUH destinati all’Austria.
Le vendite sono ben spalmate su tutti i settori, a partire da energia e servizi.
La maglia nera del giorno va a Tenaris -4,91%, in ritirata insieme a Saipem -3,32% ed Eni -1,42%. Sul cane a sei zampe gli analisti di JP Morgan hanno tagliato il giudizio a ‘Neutral’, mentre Credit Suisse ha avviato la copertura con ‘Outperform’. La società inoltre chiude domani le adesioni al bond “sustainability-linked 2023/2028” destinato agli investitori retail, in anticipo rispetto alla tempistica prevista, considerato che l’ammontare nominale complessivo dell’offerta pubblica di sottoscrizione è stato interamente collocato presso il pubblico indistinto.
Nella lista dei peggiori si collocano Stm -3,76%, A2a -3,13%, Cnh -3,4%, Nexi -3,18%.
Arretra Snam, -2,2%, nel giorno della presentazione del piano industriale e in una seduta di vendite generalizzate sul settore energetico.
Fuori dal listino principale sale Gvs, +6,59%, dopo la promozione di Equita a “Buy”.