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Borse chiusura 18 marzo: la paura della recessione spaventa Wall Street che frena un po’ anche l’Europa

Photo by David Vives on Unsplash

Le borse europee chiudono in rialzo anche oggi, mentre Wall Street si muove in rosso a fine mattinata, riproponendo uno schema visto più volte nel corso degli ultimi mesi. Il colloquio telefonico fra Trump e Putin “è andato bene” secondo la Casa Bianca (qualsiasi cosa questo significhi), ma nell’attesa di conoscere i dettagli i mercati hanno anche altre cose su cui concentrarsi, come il maxi piano tedesco, il balzo della fiducia in Germania, i prezzi dell’oro alle stelle, le parole che pronuncerà domani il presidente della Federal Reserve Jerome Powell, al termine della riunione di politica monetaria.

I titoli di industria e difesa in Europa sono il perno di un rally che vede Piazza Affari chiudere in rialzo dell’1,31% oltre 39.500 punti base; Francoforte, +0,97%, a nuovi massimi; Madrid spinge sull’acceleratore fino a +1,7%. Sono più caute Parigi +0,5% e Londra +0,31%, mentre Amsterdam è piatta. A New York gli indici si muovono invece in ribasso a metà giornata (DJ -0,77%; S&P 500 -1,04%; Nasdaq -1,53%) e a soffrire di più sono le cosiddette Magnifiche sette, un po’ meno magnifiche da quando la cinese Deepseek ha messo in campo un prodotto dell’intelligenza artificiale a basso costo. Arretra Nvidia, mentre è in corso la conferenza annuale degli sviluppatori di software e si conferma in retromarcia Tesla che nell’ultimo mese ha perso il 33%. Alphabet va giù dopo l’annuncio che acquisirà la start-up di cybersecurity Wiz per circa 30 miliardi di dollari.

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Draghi “la difesa comune è un passaggio obbligato”

Insomma sui mercati si respira un’aria nuova da quando il presidente Usa Donald Trump ha intrapreso la sua guerra commerciale e ha rotto i vecchi schemi della storica alleanza con l’Europa, provocando la reazione del Vecchio Continente. Molto c’è da fare: “la difesa comune – ha ammonito oggi Mario Draghi, parlando al Senato italiano – è un passaggio obbligato”. Comunque si sta discutendo del riarmo della Ue e di quello dei singoli paesi. La nazione più attiva in questo momento è la Germania, che con il suo maxi piano per difesa e infrastrutture (oggi il Bundestag era chiamato al voto sulla modifica costituzionale) può far ripartire la sua economia stagnante e quella di tutta la regione. Questo fermento contribuisce a mettere le ali alla fiducia degli investitori tedeschi e alla voglia di azionario. È di oggi il dato che l’indice Zew sulle aspettative nell’economia tedesca a marzo raddoppia, passando a 51,6 punti, dal 26 di febbraio. Si tratta del livello più alto da febbraio 2022 e del balzo più consistente da gennaio 2023.

Oro oltre 3.031 dollari

Sul mercato dei cambi anche il dollaro stenta (l’euro tratta a 1,092), allarmato dai dazi e dal conseguente rischio di stagflazione (bassa crescita economica unita a una ripresa dell’inflazione), d’altra parte il prezzo dell’oro non si ferma più. Anche oggi il lingotto aggiorna valori record. Lo spot gold è salito fino a 3.038,33 dollari l’oncia e al momento tratta oltre 3.031 dollari.

Il petrolio, dopo una fiammata con la ripresa dei raid israeliani a Gaza, tratta in frazionale ribasso. I contratti di maggio di Brent e Wti perdono circa mezzo punto percentuali, per prezzi rispettivamente di 70,77 dollari al barile e 66,97 dollari.

Piazza Affari Iveco, Prysmian, Unipol sul podio del Ftse Mib

In Piazza Affari il podio del Ftse Mib va oggi a Iveco +5,2%, Prysmian +3,62%, Unipol +2,61%.

A spingere gli acquisti sui titoli dell’azienda di veicoli commerciali sono le indiscrezioni sulla corsa di quattro colossi degli armamenti per acquistare la divisione Iveco Defence Vehicles. Tra questi anche Leonardo (+2,23%) attraverso la jv con Rheinmetall.

Brillano le grandi banche, Unicredit +2,54% e Intesa +2,26%. Si conferma sugli scudi Mediobanca +2,01%, mentre la pretendente Mps si apprezza dell’1,57%.

Bene Stm +2,44%.

Generali +2,37%, in attesa della decisione del comitato gestori di Assogestioni sulla lista per il rinnovo del cda del Leone.

La maglia nera del giorno va a Telecom Italia, -1,85, seguita da Ferrari -1,3%, Terna cede l’1,08%, dopo che Ubs ha tagliato il target price 8,1 euro da 8,3 euro precedente.

Fuori dal paniere principale patisce un tracollo Brembo, -15,16%, dopo i conti e le stime per il 2025. 

Spread in leggero allargamento

La chiusura è moderatamente negativa sul mercato secondario: lo spread tra Btp decennale Bund decennale è a 105 punti base, con tassi rispettivamente al 3,86% e 2,81%. Le modeste tensioni sui titoli di Stato sono dovute da un lato alla gran voglia di azionario, dall’altro alla prospettiva che i debiti pubblici salgano.

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