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BORSE CHIUSURA 18 GENNAIO – Piazza Affari sfonda quota 26 mila mentre scendono i rendimenti dei Btp

Peppe Baselice

Piazza Affari si conferma positiva (+0,28%) e agguanta quota 26mila punti (26.054), al termine di una seduta piatta in Europa e debole, in avvio, a New York. Il listino milanese si consolida ai massimi pre-guerra favorito anche dal calo dello spread. Il differenziale di rendimento tra il Btp decennale e l’omologo tedesco arretra a 175 punti base (-4,79%), ai minimi da aprile 2022. I rendimenti calano: +3,72% per il titolo italiano; +1,97% per il Bund.

Si rammenta che il rally della carta tricolore è cominciato nel tardo pomeriggio di ieri a seguito di indiscrezioni stampa sul fatto che la Bce dopo la prossima stretta di 50 punti base a febbraio, dovrebbe rallentare il passo a 25 punti a partire da marzo. Il mercato sembra scommettere su questo scenario, nonostante le dichiarazioni severe di alcuni consiglieri. A far propendere per l’ipotesi più favorevole è la discesa del prezzo del gas (anche se oggi è tornato oltre i 60 euro) in Europa e i dati sull’inflazione Usa, mentre la Banca del Giappone ha confermato la sua politica ultra-accomodante.

Europa poco mossa. Vola Lufthansa dopo l’offerta per Ita

Secondo il gotha dell’economia mondiale, riunito a Davos, l’eventuale recessione in Europa e negli Usa sarà breve. L’inflazione d’altra parte resta altissima, ma offre nuovi segnali di rallentamento e la banca centrale del Giappone stupisce tutti confermando la sua politica da colomba, dopo la sorpresa di dicembre. La Cina intanto è pronta a ripartire, nonostante il Covid, e il petrolio vola. In questo contesto continuano a lottare Orsi e Tori, per un finale di giornata che vede Madrid in progresso dello 0,46%, mentre sono piatte Parigi +0,09%, Amsterdam +0,04% e Francoforte -0,03%. Si conferma lievemente negativa Londra, -0,28%.

Tra i vari titoli svetta la tedesca Lufthansa, +5,37%, che ha presentato al Mef un’offerta per l’acquisto di una quota di minoranza di Ita.

Sul mercato valutario l’euro-dollaro è favorevole alla moneta unica che tratta intorno a 1,084.

Il petrolio corre: Brent +2,14% a 87,76 dollari al barile; Wti +2,24%, 81,98 dollari al barile. Il greggio festeggia le previsioni dell’Agenzia internazionale per l’energia (Iea), secondo la quale l’abolizione delle misure restrittive anti-Covid-19 in Cina farà toccare un nuovo record alla domanda globale di petrolio quest’anno, mentre il tetto sui prezzi imposto alla Russia potrebbe intaccare l’offerta.

Sul Ftse Mib svettano petroliferi; banche miste

Sul principale indice di Piazza Affari svettano così i titoli petroliferi. In particolare, Saipem +7,06% e Tenaris +4,15%, spinti dalla raccomandazione positiva degli analisti di Bank of America sui titoli delle oil service.

Le banche sono miste: Bper si apprezza del 3,3%, ma le big Intesa e Unicredit perdono rispettivamente lo 0,49% e -0,27%. Giù anche Mediobanca -1,12%

Nell’industria torna sugli scudi Iveco +165% e si apprezzano Stm +1,96%, Interpump +1,04%, Prysmian +0,85%. Bene le utility: Snam +1,42% e Italgas +0,92%.

Sono in rosso Campari -1,93%, Amplifon -1,49%, Telecom -1,42%.

L’inflazione rallenta in Europa e negli Usa

Le notizie macroeconomiche più fresche sono arrivate nel primo pomeriggio dagli Usa, dove i prezzi alla produzione nel mese di dicembre sono diminuiti dello 0,5% rispetto a novembre, contro attese di -0,1%. La componente “core” – quella depurata cibo, energia e servizi commerciali – è aumentata dello 0,1%, in linea con le attese. Nel 2022, i prezzi alla produzione sono aumentati del 6,2%, dopo il +10% del 2021, contro attese per un +6,8%, dopo il +7,3% annuale registrato a novembre. Sempre a dicembre, inoltre, le vendite al dettaglio sono diminuite dell’1,1% rispetto al mese precedente a 677,1 miliardi di dollari, dopo il -0,6% di novembre; le attese erano per -1%. Rispetto a un anno prima, registrato un +6%, dopo il +6,5% del mese precedente. Le vendite totali nei 12 mesi del 2022 sono state del 9,2% superiori a quelle del 2021. In calo dello 0,7% la produzione industriale, contro attese per un ribasso dello 0,1%.

L’inflazione è in rallentamento anche in Europa

Eurostat ha confermato che a dicembre il tasso annuale nell’area euro è sceso a +9,2% da +10,1% di novembre e dopo +10,6% a ottobre (picco massimo mai raggiunto). A novembre 2021 era al 5%. Nella Ue a dicembre +10,4% dopo 11,1% a novembre. In Italia 12,3% dopo 12,6% a novembre, 4,2% un anno prima). 

Buone le notizie dal Regno Unito, dove l’inflazione si abbassa un po’ per il secondo mese consecutivo. A dicembre, su base annua è scesa al 10,5%, dal 10,7% di novembre. Sul mese però è rimasta stabile allo 0,4%.

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