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BORSE CHIUSURA 18 APRILE: Europa in rialzo con Cina e banche ma non mancano le nubi intorno a Wall Street

Pixabay

La Cina cresce più del previsto (+4,5% il pil nel primo trimestre), ma il morale degli investitori tedeschi è basso, mentre le grandi aziende americane presentano oggi numeri trimestrali contrastanti. Inoltre il falco Bullard insiste sul fatto che la Fed debba continuare ad aumentare i tassi.

Così Wall Street, dopo un avvio misto, si muove ora in leggero calo al traino del Dow Jones (-0,25%) e in particolare di Goldman Sachs (-2%), mentre i listini europei chiudono positivi, ma lontano dai massimi di giornata.

Borse: il Toro scalpita in Europa

Il Toro scalpita ancora sulle Borse Europee, che si mantengono intorno ai recenti massimi.

Piazza Affari continua a inseguire quota 28mila e chiude in rialzo dello 0,69% a 27.891 punti base grazie alla buona performance delle banche a partire da Mps (+5,63%).

Francoforte butta il cuore oltre l’ostacolo e sale dello 0,52%, nonostante in aprile l’indice Zew degli investitori stupisca per il calo a 4,1, dal 13,0 di marzo, poiché gli esperti dei mercati finanziari prevedono condizioni di credito più restrittive nei prossimi mesi.

Si apprezzano Parigi +0,47% (al traino di Vivendi, +6,32%), oltreché Amsterdam +0,61%, Madrid +0,47%, Londra +0,37%.

Il dollaro torna nei ranghi degli ultimi tempi e si muove in calo contro le principali valute, con l’euro che cambia intorno a 1,096.

Sono in ribasso i future del petrolio: Brent -0,97%, 83,94 dollari al barile; Wti -1,15%, 79,9 dollari al barile.

Wall Street tra Apple, Goldman Sachs e i falchi Fed

Apple guida il Dow Jones con un rialzo dello 0,5%, dopo l’approdo in India e 300 persone in fila al negozio della mela morsa a Mumbai. 

Sul fronte opposto invece c’è Goldman Sachs, peggior titolo anche sullo S&P 500, dopo un utile trimestrale in calo del 18% (ma sopra le previsioni degli analisti) e ricavi scesi del 5%, a causa della debolezza delle attività di trading obbligazionario. Perde l’1% anche Bofa, nonostante utile ricavi del colosso bancario a stelle e strisce siano saliti superando le previsioni, “rafforzando il bilancio e mantenendo una solida liquidità”, come ha sottolineato l’amministratore delegato Brian Moynihan.  

Tra le grandi aziende alla prova della trimestrale anche Johnson&Johnson (-2,r%), che ha alzato l’outlook sulle vendite e gli utili dell’intero anno, registrando un aumento dei ricavi del 5,6% nei primi tre mesi dell’anno grazie all’aumento della domanda per i suoi prodotti farmaceutici.

I dati trimestrali in chiaroscuro si accompagnano oggi a notizie macro che non guariscono gli investitori dai timori di recessione. Cantieri edili e permessi edilizi a marzo risultano infatti in calo rispettivamente dello 0,8% e dell’8,8%, mentre sale l’attesa di una Fed ancora in campo contro l’inflazione nella riunione di maggio con le probabilità di un nuovo rialzo dei tassi di 25 base che salgono all’89,4% (dati Cme Group), mentre quelle di una Fed in stand bye scendono al 10,6%.

A rincarare la dose provvede poi il presidente della Federal Reserve di St. Louis, James Bullard, che in un’intervista a Reuters, dice che la banca centrale statunitense deve continuare ad aumentare i tassi di interesse alla luce di dati che mostrano un’inflazione persistente con un’economia che sembra orientata alla crescita, anche se più lenta. “Wall Street è molto convinta dell’idea che ci sarà una recessione tra sei mesi o qualcosa del genere, ma questo non è proprio il modo in cui si legge un’espansione come questa”, dice il banchiere.

Borse chiusura: Piazza Affari scommette sul risiko bancario

Piazza Affari scommette su un nuovo Risiko bancario e cresce oggi al traino dei titoli degli istituti di credito, a partire da Monte Paschi. In vista dell’assemblea di giovedì la banca senese, rispondendo a domande dei soci, sostiene di essere nelle condizioni di guardare a tutte le opportunità che si dovessero presentare in chiave di consolidamento del settore bancario italiano. Infatti presenta una patrimonializzazione tra le più alte del sistema e, grazie alla riduzione dei costi di struttura e al rafforzamento dell’organizzazione commerciale, si muove verso il raggiungimento dell’obiettivo previsto dal piano, di generare oltre 700 milioni di utili nel 2024. Dopodomani l’assemblea dovrà anche nominare il nuovo cda, dopo che il Tesoro, azionista al 64%, ha indicato la conferma dell’ad Luigi Lovaglio. Dopo la nomina del board, il governo dovrebbe riprendere in mano il dossier per rinunciare al controllo della banca, come concordato con la Ue.

In scia sono Bper +4,08%, Unicredit +2,22%, Mediobanca +2,01%, Banco Bpm +2,06%, Banca Generali +2,27%, Intesa +1,5%.

Tra le altre blue chip in evidenza c’è Amplifon, +2,04%, grazie alle indicazioni della concorrente danese Demant che ha migliorato la guidance 2023 dopo i dati del primo trimestre, che saranno resi noti il 3 maggio prossimo. Nel settore salute perde quota invece Recordati -0,98%.

Bene l’industria con Prysmian +1,73% e Pirelli +1,57%, male invece con Leonardo -1,82%, oggi in maglia nera.

Telecom si apprezza dell’1,27%, in attesa di notizie, che dovrebbero essere arrivate oggi, sul miglioramento delle offerte da parte degli aspiranti acquirenti della rete, da un lato Kkr e dall’altro Cdp/Macquarie.

Il rosso lambisce molti titoli dell’energia come  Erg -1,64%, Saipem -1,33%, Italgas -1,17%, Snam -0,6%, Tenaris -0,49%.

Spread in ribasso

Chiude positivamente anche il secondario: lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata arretra a 178 punti base (-1,63%), con tassi in leggera contrazione rispettivamente a +4,21% e +2,43%.

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