Piazza Affari prosegue la settimana con i piedi di piombo, mentre l’Emilia-Romagna, una delle zone più produttive del paese, è in ginocchio a causa delle piogge incessanti che hanno provocato fino a questo momento nove morti e danni economici tutti da calcolare, ma sicuramente ingenti.
In chiusura il Ftse Mib risulta piatto, -0,01%, a 27.196 punti base, in un panorama europeo poco mosso e con Wall Street timidamente intonata nelle prime ore di contrattazioni. L’atmosfera risulta più o meno paludosa a Parigi -0,09%, Londra -0,34%, Francoforte +0,32%, Amsterdam +0,27%, Madrid +0,21%.
A frenare la propensione al rischio contribuisce l’andamento dell’inflazione nella zona euro che, in aprile, è in lieve ripresa, +0,6% mese e +7% annuo, contro +6,9% di marzo. Un andamento confermato da Eurostat e che fa pensare a una Bce in trincea nella guerra contro la corsa dei prezzi, con conseguenti effetti sull’economia. E i primi già si vedono: in un passaggio del Bollettino Economico di Eurotower, ad esempio, si legge che l’aumento a breve di un punto dei tassi “porta, a parità di condizioni, a un calo degli investimenti immobiliari nell’area euro di circa il 5% dopo circa tre anni”.
Pesano sul sentiment inoltre alcune trimestrali deludenti, come quella di Commerzbank, che arretra del 3,94%.
Wall Street, rimbalzano le banche regionali
Wall Street però sembra timidamente ottimista nella mattina americana, coltivando la speranza che sul tetto del debito alla fine prevarrà il buon senso, dopo che lo speaker della camera Kevin McCarthy ha detto che “le posizioni sono ancora lontane ma un accordo è possibile entro il fine settimana”. Intanto il presidente Joe Biden è partito per il G7 in Giappone, ma tornerà prima del previsto proprio per sancire al più presto un auspicato accordo sul tema.
Per quanto riguarda i diversi titoli, rimbalzano le banche regionali a partire da Western Alliance, +13,5% che ha comunicato una crescita dei depositi nell’attuale trimestre di oltre 2 miliardi di dollari. Sul Dow Jones brilla Home Depot (+2,75%), dopo il tonfo di ieri e appaiono ben intonati i colossi bancari.
Sale il dollaro
Sul mercato dei cambi torna ad attrarre gli acquisti il dollaro, che rispolvera il suo ruolo di valuta rifugio, mentre si raffreddano le attese di una Fed colomba nei prossimi mesi.
L’euro perde circa lo 0,4%, per un cross attorno a 1,08.
Tra le materie prime si muovono in questo momento in progresso i future del petrolio, con il Brent che guadagna lo 0,7% e tratta a 75,45 dollari al barile e il Wti a +0,7%, 71,35 dollari al barile.
Piazza Affari, bene industria e Tim, banche contrastate
In Piazza Affari sono in evidenza i titoli dell’industria come Iveco +2,09%, Leonardo +1,57% (su cui Akros cita l’ipotesi di un accordo tra governo italiano e tedesco nel settore della difesa) e l’emiliana Interpump, +1,38% dopo l’ottima trimestrale presentata nei giorni scorsi.
Rimbalza Telecom +1,41%, sempre alle prese con notizie e contro-notizie sulla vendita della rete. A dare una spinta oggi ha contribuito Dario Scannapieco, presidente di Cdp, dicendo che Cassa depositi e prestiti sta rivedendo la sua offerta per la rete assieme a Macquarie e negando di volersi ritirare. Equita scrive nel daily che le dichiarazioni di Scannapieco “non portano molti elementi di novità sul processo”.
Nel settore oil brillano Tenaris +1,36% ed Eni +1,26%, mentre nell’auto è nella top ten Stellantis +1,01. Il gruppo ha chiesto al governo della Gran Bretagna di rinegoziare gli accordi legati alla Brexit altrimenti si vedrà costretto a chiudere i suoi impianti d’Oltremanica.
Le banche sono contrastate. Si conferma in rally Monte Paschi, +1,4%, mentre sono negative Banco Bpm -1% e Bper -1,51%.
Lo scenario è variegato anche per il risparmio gestito: bene Mediolanum +1,3%, male Finecobank -1,84%.
Nella lista dei ribassi la blue chip peggiore è Diasorin -3,79%. Seguono Amplifon -2,32% e Campari -2,02%.
Tra le utility scende Hera -1,52%, alle prese con molti interventi a causa dell’alluvione nei territori di riferimento.
Spread in calo
Il clima resta sereno invece sul mercato secondario dei titoli di Stato: lo spread tra Btp decennale e Bund di durata uguale arretra a 185 punti base (-1,46%), con modeste correzioni sui rendimenti, che in chiusura sono indicati a +4,18% e +2,33%.