Oggi i pianeti delle borse si sono allineati nel segno del Toro: il pil cinese ha stupito in positivo, l’inflazione europea è risultata in linea con le attese, i commenti accomodanti di alcuni banchieri centrali hanno fatto ben sperare sui tassi, Donald Trump ha parlato cordialmente al telefono con Xi Jinping, mentre l’Unione Europea non è sembrata sorda al grido d’aiuto del settore auto e in Medio Oriente potrebbe persino scoppiare la pace. Un cocktail corroborante che ha consentito ai listini europei di sigillare una settimana in netto rialzo (la quarta di seguito per lo STOXX 600) e a Wall Street di tornare in rally, nella migliore seduta dal 5 di novembre. Oggi è l’ultima prima del ritorno ufficiale del tycoon alla Casa Bianca.
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Europa in corsa sulle 4 ruote, su tutte svetta Londra
Piazza Affari chiude con un guadagno dell’1,35%, che consente al Ftse Mib di aggiornare i suoi massimi da gennaio 2008 a 36.267 punti base. I titoli dell’industria guardano dall’alto il listino e tra i più vivaci ci sono i titoli delle quattro ruote (e dintorni) come Iveco (5,72%) e Stellantis (+2,8%), in un settore automotive ben comprato a livello europeo dopo la notizia che la Ue sta studiando iniziative di supporto al settore per la transizione verso l’elettrico.
Il quadro è quindi simile nel resto della zona euro: Francoforte +1,3%, Parigi +0,98%, Amsterdam +0,72%, Madrid +0,57%. Fuori dal blocco svetta Londra +1,35%, dove il Ftse 100 tocca un nuovo massimo storico a 8.505,29 punti base. A dare una mano alle azioni delle tante aziende esportatrici quotate a Londra è anche la debolezza delle sterlina (-0,3% contro dollaro a 1,22) fiaccata da un calo inaspettato delle vendite al dettaglio nel Regno Unito a dicembre. Effervescente il settore minerario sulle indiscrezioni di una possibile fusione dei colossi del settore Glencore e Rio Tinto.
A livello continentale l’appetito per il rischio è stato stuzzicato in avvio dal pil cinese, salito nel quarto trimestre 2024 al 5,4% contro stime medie degli analisti ferme al 5%-5,2%. Si tratta del dato più alto nei quattro trimestri dello scorso anno, chiuso con una crescita complessiva del 5% (contro il 5,2% del 2023). L’inflazione poi non ha riservato brutte sorprese, visto che Eurostat ha confermato l’attesa risalita nell’Eurozona al 2,4% a dicembre, dal 2,2% di novembre e al 2,7% nella Ue dal 2,5%.
Wall Street pronta ad accogliere Trump
Successivamente l’ottimismo in Europa si è consolidato con l’apertura intonata di Wall Street, che sta proseguendo le contrattazioni in progresso dopo la debolezza di ieri. A dare respiro all’azionario contribuiscono anche gli acquisti sui T-Bond, che vedono tassi in lieve calo dopo che ieri il governatore della Fed, Christopher Waller, ha prospettato la possibilità di tre o quattro tagli dei tassi di interesse quest’anno. I future sui fondi federali si sono così avvicinati di nuovo alla quotazione di due tagli dei tassi nel 2025, dopo aver dubitato che ci sarebbero stati tagli fino alla scorsa settimana.
È stata ben accolta dal mercato anche l’udienza alla commissione finanze del Senato degli Stati Uniti di Scott Bessent, designato segretario del Tesoro da Trump.
Euro-dollaro poco mosso, petrolio in calo
Sul mercato dei cambi l’euro-dollaro appare sempre in precario equilibrio sul filo di 1,03, mentre la moneta unica si apprezza sulla sterlina a 0,8442 e sulla yen a 160,68.
Tra le materie prime è piatto l’oro, dopo i guadagni di ieri, mentre sono in moderato ribasso i future del petrolio con la tregua a Gaza. Il contratto marzo 2025 del Brent perde circa lo 0,75% per un prezzo di 80,69% dollari al barile. È analogo l’andamento del contratto di marzo del Wti, che tratta a 77,25 dollari.
La nuova presidenza Trump arride al bitcoin, che si muove ampiamente oltre i centomila dollari al momento a 104,368,40. Secondo il New York Times gli uomini del presidente eletto sarebbero già al lavoro su una proposta per istituire una scorta federale di Bitcoin.
Piazza Affari tonica con Iveco, Buzzi, Stellantis
Nella top ten di Piazza Affari ci sono oggi molti titoli industriali. La lista si apre con Iveco e prosegue con Buzzi +4,32%, Stellantis, Prysmian +2,63%.
Il primo titolo finanziario in evidenza è Azimut +2,95%, su conti 2024 e previsioni che convincono il mercato, mentre nel lusso si conferma ben comprato Brunello Cucinelli +2,65%.
È proseguito anche oggi il recupero di Nexi +1,96% e Campari +2,38%.
Il settore bancario è rimasto defilato, arretra leggermente Mps -0,4%, ma Unicredit svetta con una crescita dell’1,3%. Gli osservatori si interrogano sulla mossa di Barclays, salita al 16% di Commerzbank. Secondo le indiscrezioni, la banca inglese non avrebbe alcuna mira sulla tedesca, ma starebbe invece operando per conto di una cliente e questo potrebbe essere proprio Unicredit. Per Milano Finanza, che cita fonti di mercato, non si tratterebbe però di una quota aggiuntiva di Orcel sui tedeschi, perché Barclays starebbe agendo come controparte di Unicredit nell’ambito di un contratto riguardante la quota potenziale del 28% già opzionata dalla banca italiana.
Tra le poche blue chip in ribasso ci sono Amplifon -1,54% e Saipem, -0,58%. Quest’ultima anche a causa della retrocessione di Kepler a ‘hold’ da ‘buy’. Il broker ha invece promosso Maire, che è diventato un titolo da comprare e, fuori dal paniere principale, mette a segno oggi un rialzo del 9,58%.
Spread stabile e a febbraio arriva il Btp Più
Sul mercato secondario risulta stabile a 113 punti base lo spread tra decennale italiano e decennale tedesco, mentre scendono leggermente i rendimenti rispettivamente al 3,64% e 2,51%.
Intanto il menù di titoli a disposizione del Tesoro si arricchisce del Btp Più, un nuovo titolo dedicato al retail sulla scia dei Btp Valore, ma con la caratteristica di essere rimborsabile anticipatamente. Il titolo ha durata otto anni, ma dal quarto anno si potrà chiedere il rimborso del 100% del capitale. L’emissione sarà dal 17 al 21 febbraio.