Giornata no oggi a Piazza Affari, che chiude con un ribasso dell’1,22%, appesantita dalle vendite sui titoli petroliferi e su quelli bancari. D’altra parte, si avvicinano le feste natalizie e una dose di realizzi appare fisiologica, per un listino che archivierà l’anno con una delle performance continentali migliori, al traino delle azioni bancarie che hanno volato in questi dodici mesi.
Nel resto del continente Londra cede lo 0,82%, Parigi è positiva con un timido rialzo dello 0,12%, mentre Francoforte arretra dello 0,17%. In Germania l’indice Zew della fiducia degli investitori sull’andamento dell’economia tedesca, è balzato a dicembre a 15,7 dai 7,4 del mese prima (previsioni 6,9), ma l’indice Ifo è sceso a dicembre a 84,7 punti dagli 85,6 di novembre, sotto le attese
Madrid -1,7% è in maglia nera, zavorrata dai titoli delle banche.
Sul settore pesa la prospettiva di nuovi tagli ai tassi d’interesse da parte della Bce, anche se questa settimana l’attenzione è particolarmente alta sull’azione della Fed.
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La Fed taglierà i tassi, ma WSJ e Bloomberg criticano Powell
La riunione di politica monetaria della banca centrale Usa è cominciata oggi e terminerà domani e attuerà quasi sicuramente un taglio dei tassi d’interesse di 25 punti base, anche se non mancano le voci critiche su questa possibile mossa. In particolare esperti di WSJ e Bloomberg ritengono che la solida economia a stelle e strisce non abbia alcun bisogno di nuovi aiuti, tanto più che i progressi sull’inflazione sono in una fase di stallo. La miglior mossa di Jerome Powell contro “l’assalto politico di Donald Trump” sarebbe la difesa della credibilità dell’istituto, con scelte strettamente connesse ai dati.
Intanto i numeri macro del giorno sembrano confermare la lettura di un’economia Usa nuovamente ruggente: le vendite al dettaglio sono infatti aumentate più del previsto a novembre (+0,7%, sopra le attese degli analisti, ferme a 0,6%) in concomitanza con un’accelerazione degli acquisti di autoveicoli. La produzione industriale, il mese scorso si è contratta invece dello 0,1%, oltre le stime degli analisti, che scommettevano su un aumento dello 0,3%.
Wall Street in rosso, Nvidia in correzione
In questo contesto Wall Street si muove debole a metà giornata, mentre il rendimento del Treasury a dieci anni è tornato per qualche momento sopra il 4,42%, massimo di oltre tre settimane.
Nell’azionario il DJ potrebbe chiudere l’ottava seduta consecutiva in ribasso, mentre il Nasdaq è reduce da un nuovo massimo centrato ieri. Tra i titoli si fa notare negativamente anche oggi Nvidia, -2,65%, entrata in correzione già nella seduta delle vigilia con una perdita complessiva superiore al 10% dai massimi toccati lo scorso mese.
Non accenna ad esaurirsi invece il rally di Tesla (+3,29%), euforica dalla vittoria di Trump alle elezioni.
Restano sugli scudi anche i titoli legati alle criptovalute, con il bitcoin oltre i 107.000 dollari.
Petrolio in calo
Sugli altri mercati arretra il petrolio, con i punti interrogativi sulla domanda che frenano la voglia di oro nero.
Il greggio texano, gennaio 2025, lascia sul campo il 2,5% e tratta sotto 69 dollari al barile; il Brent, febbraio 2025, perde l’1,83%, per un prezzo di 72,56 dollari al barile.
Nel valutario, l’euro-dollaro risulta poco mosso per un cambio che staziona intorno a 1,05, mentre lo yen recupera qualche posizione per un cambio a 153,51, stesso trend per la sterlina. Questa settimana si riuniranno anche le banche centrali dei due paesi, ma il mercato non si aspetta un mutamento dei tassi.
Tra gli istituti centrali al lavoro nei prossimi giorni ci saranno inoltre quelli di Svezia, Norvegia, Indonesia e Thailandia.
Piazza Affari, Stellantis dubbiosa dopo l’incontro al ministero
Stellantis segna un timido rialzo dello 0,22%, nel giorno dell’incontro con il ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso. Aprendo il tavolo Urso ha annunciato che il governo, in un contesto di bilancio difficile, ha compiuto uno sforzo, mettendo a disposizione del comparto auto e della filiera oltre un miliardo di euro nel 2025 per supportare le imprese nella transizione in corso con gli strumenti di politica industriale. Jean-Philippe Imparato, responsabile europeo di Stellantis, ha sottolineato che tutti gli impianti in Italia della casa d’auto resteranno attivi e che l’azienda è impegnata a investire 2 miliardi di euro nel 2025 nel Belpaese e il piano non contempla aiuti pubblici ma finanziamento con risorse proprie.
I maggiori rialzi del giorno sono d’altra parte tutti risicati: Stm +0,43% Cucinelli +0,29%, Banco Bpm +0,2%.
I ribassi sono invece robusti e colpiscono molti titoli bancari. Si parte da Bper -2,73% (e l’azionista Unipol -2,15%), Mps -1,88%, Intesa -1,99%, Unicredit -1,75%, mentre Piazza Meda resiste, nel giorno della riunione del cda.
Tra i titoli petroliferi le perdite maggiori sono di Saipem -2,12% ed Eni -2,41%. Il titolo del cane a sei zampe è precipitato in avvio e poi, ha ritrovato un andamento normale dopo una sospensione. All’origine c’è stato forse un errore tecnico di immissione di ordini.
Scende Nexi -2,55% e resta nuovamente in panne Ferrari, -1,33%, mentre la rivale Lamborghini (Volkswagen) decide di lanciare il suo primo modello elettrico nel 2029, poiché i tempi non sono ancora maturi per la completa elettrificazione del segmento di mercato delle auto sportive.
Il Cavallino rampante lancerà invece il suo primo modello Ev nel quarto trimestre 2025.
La chiusura è debole per Telecom Italia, -0,36%, al termine di una giornata volatile e dopo lo scatto di ieri a seguito di indiscrezioni su un interesse di alcuni fondi, tra cui Cvc, ad acquisire la quota della società di Tlc in mano a Vivendi.
Spread poco mosso
Sale leggermente lo spread tra decennale italiano e tedesco sul secondario: la chiusura è a 115 punti base, con rendimenti rispettivamente al 3,39% e 2,23%.