I listini europei chiudono un’altra ottima seduta oggi, pur rallentando nel pomeriggio a causa dell’andamento incerto di Wall Street. Tengono alto l’umore del Vecchio Continente i titoli del lusso, mentre a New York l’entusiasmo della vigilia, dovuto al dato core dell’inflazione e alle trimestrali di alcune grandi banche, lascia oggi spazio ai realizzi e forse a qualche dubbio, con una serie di dati macro in chiaroscuro e la raggiunta tregua a Gaza che appare ancora fragile.
In Europa risplende il lusso, illuminato da Cartier
Piazza Affari, dopo aver superato brevemente i 36 mila punti base, ripiega ma chiude comunque in progresso dello 0,48% a 35.819 punti base, grazie al rally del settore del lusso, con Moncler +6,32% e Brunello Cucinelli +2,16%.
A Milano, come nel resto d’Europa, le grandi firme hanno festeggiato la trimestrale di Richemont (+15,5% a Zurigo), titolare di marchi prestigiosi come Cartier, Buccellati, Baume & Mercier, Piaget, Montblanc, Ynap. Tra ottobre e dicembre il colosso svizzero ha visto le vendite salire del 10% rispetto allo stesso periodo 2023 raggiungendo i 6,15 miliardi di euro. Registrano crescite a due cifre quasi tutti i mercati, anche se l’Asia-Pacifico mostra un calo del 7%.
Di riflesso la piazza continentale migliore è Parigi, +2,14% dove fanno bella mostra di sé tante azioni di brand illustri: Louis Vuitton, +9,15%, Kering (Gucci) +6,18%, Hermes +4,91%, Essilor Luxottica, +1,48%.
Bene anche gli altri listini, con l’eccezione di Madrid -0,55%: Francoforte +0,14% (ha toccato anche un nuovo record), Amsterdam +1,53%, Londra +1,1%.
Wall Street in lieve calo, deludono le vendite al dettaglio e risalgono i tassi
Wall Street, dopo un avvio intonato, ha presto cambiato passo e ora mostra una lieve debolezza (DJ -0,05%, S&P 500 +0,1%, Nasdaq -0,29%). C’è ancora qualche nervosismo sui mercati, mentre si avvicina la presidenza Trump e ci si interroga sulle politiche della nuova amministrazione. Inoltre i dati macro del giorno sollevano alcuni dubbi: le vendite al dettaglio di Natale non sono state così soddisfacenti come sperato (+0,4%), mentre la settimana scorsa le richieste di sussidi alla disoccupazione sono cresciute del previsto (a 217 mila contro attese a 210mila). A ciò si aggiunga che i prezzi delle importazioni a dicembre sono saliti dello 0,1%, contro stime a -0,1%. Numeri che non consentono quelle scommesse su un’azione della Fed abbastanza solida quest’anno da soddisfare il mercato, anche se ieri sono timidamente risalite le speranze di due tagli dei tassi nel 2025.
Per quanto riguarda le trimestrali sono più che soddisfacenti i risultati di Morgan Stanley e BofA, che hanno visto raddoppiare e oltre profitti o utili, anche se i due titoli si muovono in direzioni opposte.
Oro, dollaro, petrolio. Il sorriso di Draghi faceva bene ai tassi
Se i gioielli oggi brindano alle vendite delle festività, anche l’oro, consegna immediata, sfodera la sua forma migliore muovendosi oltre i 2716,1 dollari l’oncia (+0,72%). I progressi sono anche più robusti per il future febbraio 2025, in crescita dell’1,28% a 2752,71 dollari l’oncia.
Si placano invece gli acquisti sui future del petrolio, con il Brent che resta in ogni caso saldamente oltre gli 81 dollari al barile e il greggio texano vicino a 78 dollari.
Sul mercato dei cambi l’euro galleggia poco oltre 1,03, mentre il dollaro perde maggior quota contro lo yen, dopo dichiarazioni di banchieri della BoJ che lasciano intravedere possibili rialzi dei tassi.
A proposito di banche centrali dalle minute della Bce è emerso che alcuni componenti del board hanno chiesto di prendere in considerazione anche tagli dei tassi da 50 punti base.
Visto che anche un solo cenno viene studiato dai mercati per intuire le intenzioni dei banchieri centrali, i ricercatori dell’Università di Giessen, in Germania, hanno identificato e classificato le espressioni facciali e le emozioni vocali di Mario Draghi e Christine Lagarde durante le conferenze stampa seguite alle decisioni sui tassi. Nell’indagine dal titolo ‘The Emotions of Monetary Policy’ (Le emozioni della politica monetaria), si sottolinea come il sorriso fosse l’arma di Draghi, per rafforzare il proprio messaggio, mentre quello di Christine Lagarde è un’espressione accigliata.
È emerso così che i messaggi di Draghi, sia quelli ‘dovish’ sia quelli ‘hawkish’, hanno avuto un impatto maggiore sui rendimenti dei titoli di Stato, sull’euro e sui titoli della zona euro se accompagnati da un sorriso.
Piazza Affari: respira Nexi, banche miste
In Piazza Affari, come detto, sono soprattutto i titoli del lusso a dominare la scena. Anche fuori dal paniere principale Ferragamo guadagna il 2,69%.
Sul Ftse Mib riprende colore Nexi, +2,6%, dopo la valanga di vendite subite dal titolo nelle ultime sedute.
Tra le blue chip si apprezza Leonardo +1,96%, promossa a titolo degno di acquisto da parte di Morgan Stanley con prezzo obiettivo di 35 euro. Gli analisti vedono di buon occhio la possibile ristrutturazione del business Aerostrutture e il potenziale scorporo della stessa in collaborazione con partner. Sale Interpump +1,72% e chiudono una seduta positiva ultility come Hera +1,39%, Italgas +1,19% e Terna +1,09%.
Il lato vendite si apre con Iveco, -1,92%, su realizzi dopo il balzo di ieri. Arretra Stellantis, -0,99%, che ha visto le vendite scendere del 9% nel quarto trimestre a livello globale e del 6% in Europa.
Le banche sono contrastate: bene le big, Intesa +0,56% e Unicredit +0,38%, mentre i realizzi fanno scendere leggermente Banco Bpm -0,44% e Bper -0,56%.
Spread in calo
Si chiude positivamente anche oggi la seduta per la carta italiana: lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata si restringe a 113 punti base, con tassi rispettivamente al 3,65% e 2,51%.
Dal Bollettino statistico della Consob emerge inoltre che titoli di Stato italiani sono andati a ruba nel 2024: il controvalore dei bond governativi passati di mano sulle piattaforme italiane è salito lo scorso anno a 8.007 miliardi di euro (dai 4.512 dell’anno precedente).