Le azioni di Banco Bpm (+4,21%) e Tim (+3,32%) svettano oggi su Piazza Affari, che chiude con un guadagno dello 0,46% a 25.901 punti base e guida i rialzi dei listini europei, dove il clima appare comunque mite. Francoforte si apprezza dello 0,3%, Parigi +028%, Amsterdam +0,04%, Madrid -0,14%. Fuori dalla zona euro Londra, +0,19%, raggiunge i 7.859,13 punti e si avvicina al suo record storico (7.903,50).
Le borse continentali consolidano così i progressi delle prime due settimane dell’anno, pur in assenza di indicazioni provenienti da Wall Street, in festa per il Martin Luther King Day.
Rimane stabile l’euro-dollaro, con la moneta unica che cambia intorno a 1,082.
I prezzi del gas scendono sotto i 60 euro e cancellano i guadagni fino a settembre 2021.
Arretra il petrolio: il Brent perde circa un punto percentuale e tratta a 84,48 dollari al barile.
Cauto ottimismo sull’inflazione
A influire positivamente sui corsi, fin dai primi giorni dell’anno, è stata la possibilità che l’inflazione abbia già toccato il picco negli Usa e in Europa (contribuisce a questo il crollo del prezzo del gas) e che le banche centrali possano rallentare la loro stretta sui tassi, in attesa di indicazioni questa settimana sui prezzi nella zona euro e in vista della pubblicazione delle minute dell’ultima riunione della Bce.
Tra le variabili che potrebbero influire sul sentiment nei prossimi giorni ci sono le decisioni della banca centrale del Giappone che si riunirà domani e dopodomani e che potrebbe riservare sorprese sulla politica di controllo dei rendimenti, come ha già fatto il mese scorso.
In Europa ha inoltre preso il via il forum annuale a Davos, in Svizzera, al quale parteciperanno 52 capi di Stato e di governo e 19 banchieri centrali.
De Puyfontaine lascia il cda e Telecom vola
La storia del giorno in Piazza Affari riguarda Telecom e le dimissioni dal cda di Arnaud de Puyfontaine, Ceo dell’azionista Vivendi. Secondo gli analisti di Bloomberg Intelligence Unit l’addio arriva dopo lunghi colloqui con il governo e potrebbe segnalare la disponibilità di Vivendi ad accettare il piano statale per la ristrutturazione del gruppo. “Questo potrebbe comportare l’accordo per una vendita della rete fissa più vicina alla valutazione di Cassa Depositi e Prestiti di 18-20 miliardi di euro rispetto alle attese iniziali di Vivendi fino a 31 miliardi di euro, valutando l’asset a 15 volte l’Ebitda”.
Per il Sole 24 ore, che aveva anticipato la notizia, “il manager francese chiede discontinuità nel board di Tim per iniziare un nuovo corso, soprattutto con riferimento all’attuale presidente Salvatore Rossi. Inoltre, de Puyfontaine vuole, con questo atto, avere più libertà nel dialogo col Governo sulla rete come rappresentante del primo azionista di Tim. Vivendi, in questo contesto, ribadisce il suo interesse industriale per Tim, di cui vuole essere investitore di lungo termine”.
Tornando al Ftse Mib, la blue chip che ha messo a segno il maggior rialzo di giornata è Banco Bpm +4,26%, favorita dalla promozione di Redburn, che ha alzato la raccomandazione a ‘buy’ (acquistare) poiché l’istituto sarebbe nella migliore posizione per beneficiare di potenziali M&A tra le banche del Sud Europa.
Nella parte alta del listino tornano ad affacciarsi inoltre Diasorin +2,2% e Saipem +2,66%. Bene, tra le utility, Enel +1,4%.
Le prese di profitto mandano in rosso Iveco, -1,32%, che rimane vicina al prezzo obiettivo di 7 euro Morgan Stanley che ha avviato la copertura sul titolo con rating ‘equal weight’.
Sono in calo Hera -1,12%, Banca Generali -0,87%, Tenaris -0,8%, Eni -0,65%.
Spread stabile, ma il tasso del Btp decennale torna al 4%; Moody’s è pessimista
La chiusura è poco variata anche sul secondario, con lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata che si conferma a 187 punti base. Salgono però i rendimenti e il titolo italiano è indicato nuovamente al 4,01%, dopo essere sceso sotto questa soglia la scorsa settimana.
Il tasso del Bund è indicato a +2,14%.Potrebbe aver influito sull’andamento il fatto che la prospettiva di Moody’s sui rating sovrani della zona euro sia negativa. L’agenzia, in una nota, sostiene che “la crisi dell’energia, i crescenti tassi di interesse e il rallentamento della crescita globale porteranno a una lieve recessione”. Le misure pubbliche per evitare questa deriva non salverà il 60% dei paesi del blocco. In particolare “il Pil di Germania, Italia e Slovacchia scenderà sotto i livelli pre-pandemia”.