Nessuna colomba e nessun ramoscello d’ulivo rivolto ai mercati: le banche centrali confermano la loro traiettoria rialzista sui tassi e aggravano i toni. Così le Borse vanno a picco, insieme ai titoli di Stato della zona euro, soprattutto i Btp.
La chiusura dei mercati
Piazza Affari chiude oggi in maglia nera e archivia la peggior seduta da tre mesi a questa parte con una perdita del 3,45%, che la riporta a 23.726 punti base, mentre la carta italiana s’inabissa e rivive il poco invidiabile derby con la Grecia, per il paese percepito come il più rischioso. Sul secondario lo spread tra Btp decennale Bund di pari durata s’impenna a 207 punti base (+8,04%). Salgono i rendimenti, soprattutto quello del titolo italiano che torna al 4,15%, mentre il benchmark tedesco è indicato al 2,08%. Per completare il quadro Bankitalia ha comunicato che, in ottobre, il debito pubblico tricolore ha toccato un nuovo record salendo a 2.770 miliardi.
La seduta è stata fortemente negativa anche per gli altri listini europei, che si fermano tutti con ampi cali: Parigi -3,09%, Francoforte -3,28%, Amsterdam -3,18%, Madrid -1,72%. Limita le perdite allo 0,92% Londra.
Le cose non vanno meglio a New York, dove Wall Street procede con perdite massicce.
Sul mercato monetario è volatile l’euro-dollaro, che ha cambiato più volte segno e al momento tratta in ribasso intorno a 1,064.
Dopo tre sedute intonate si tinge di rosso il petrolio: Brent -0,8%, 82,04 dollari al barile; Wti -1,54%, 76,09 dollari al barile.
Lagarde: c’è ancora molto da fare
A creare tutto questo scompiglio sui mercati sono state le parole dei banchieri centrali, Jerome Powell ieri e Christine Lagarde oggi. L’aumento dei tassi di 50 punti base da parte della Bce, dopo identica mossa decisa ieri dalla Fed, era attesa. Il tasso principale nella zona euro tocca il 2,5%, livello più alto da 14 anni e i toni sulle azioni future non si sono ammorbiditi, anzi, perché le stime sull’inflazione sono peggiorate e la strada per tornare alla normalità appare ancora lunga. “Occorreranno nuovi rialzi dei tassi per conseguire il nostro mandato” ha detto la presidente al termine della riunione di politica monetaria della Bce, che vede altri rialzi dal 50 punti base. Secondo le stime aggiornate di Francoforte inoltre l’inflazione rimarrà sopra l’obiettivo anche nel 2025 quando dovrebbe scendere al 2,3%. E intanto l’economia frena: questo e il prossimo trimestre probabilmente ci sarà una contrazione, anche se “la recessione dovrebbe essere breve e poco profonda”.
La Bce avvierà inoltre il quantitative tightening e inizierà a liberarsi dei bond comprati negli anni (circa 5mila miliardi di euro), “a partire dagli inizi di marzo 2023”.
Nella giornata di oggi sono intervenute sui tassi anche la Bank of England e la Banca centrale svizzera che hanno alzato i tassi di 50 punti base.
Sul FtseMib si salva solo Leonardo. Bene la Juventus +7,19%
L’ondata di vendite che si è abbattuta oggi su Milano ha risparmiato solo Leonardo +0,03%. Saipem, che ha galleggiato per gran parte della seduta, chiude in calo dello 0,58% protetta dall’annuncio, in mattinata, di contratti offshore per 1,2 miliardi di dollari.
La lunga lista dei ribassi si apre con Finecobank -6,35%. Il risparmio gestito appare sotto pressione a causa della concorrenza dei rendimenti dei titoli di Stato. Anche Poste cede il 5,22%.
Il bilancio di giornata è pesante per le utility, a partire da Hera -5,02%. Forti perdite poi per Nexi -5,24%, Amplifon -5,47%, Stm -4,95%, con quest’ultima che guarda com preoccupazione all’andamento del Nasdaq (-3%) a NY.
Male le banche a partire da Intesa, -4,46%. Tra i titoli costantemente sotto i riflettori Telecom perde il 2,38% nel giorno del primo incontro tra esponenti del governo e i principali azionisti della società di telefonia, Vivendi e Cdp, per discutere dei piani di riassetto.
Per trovare qualche gioia bisogna uscire dal paniere principale, dove la Juventus si mette in luce con un progresso del 7,19%. Il titolo mette a segno la terza seduta consecutiva in progresso, con il mercato che sembra credere all’Opa della controllante Exor e al successivo delisting della Vecchia Signora.
In questa terribile giornata esordisce con il botto Saccheria F.Lli Franceschetti +53,6%, sul listino dedicato alle Pmi dinamiche e competitive.