I mercati premiano oggi le speranze di pace in Ucraina accese dai colloqui telefonici di Donald Trump con Vladimir Putin e Volodymyr Zelenski. Nonostante lo schiaffo politico inflitto dal presidente Usa all’Europa e le novità sui dazi reciproci attese in serata da Washington (“oggi è il grande giorno” ha detto Trump, anche se le tariffe non entreranno in vigore prima di aprile), la maggior parte dei listini del Vecchio Continente chiude una seduta improntata all’ottimismo. Oltreoceano si muove in progresso anche Wall Street, benché i prezzi alla produzione di gennaio abbiano confermato la tendenza al rialzo vista ieri con i prezzi al consumo.
Europa tonica, con l’eccezione di Londra
Nel verde panorama si distingue negativamente Londra, -0,46%, che oggi non ha trovato molto da festeggiare neppure nei dati macro. Nel quarto trimestre la Gran Bretagna ha evitato la recessione, ma la crescita economica è rimasta asfittica, +0,1%.
Non che l’economia della zona euro faccia scintille (-1,1% la produzione industriale a dicembre, -2% annuo), eppure i listini hanno spinto sull’acceleratore.
Piazza Affari si apprezza dello 0,82% e conquista 37.908 punti base, consolidandosi ai massimi da oltre 17 anni. Il principale indice milanese si è mosso soprattutto al ritmo dei titoli industriali e del lusso, mentre le banche e i titoli petroliferi hanno fatto da zavorra.
In un sentiment in cui si intrecciano i risultati trimestrali, il quadro geopolitico e quello macroeconomico, Francoforte domina la zona euro dall’alto di un incremento del 2,13% a 22.613 punti base, dopo aver conquistato i 22 mila punti per la prima volta nella storia solo pochi giorni fa e senza risentire del tragico attentato a Monaco, dove un’auto è piombata sulla folla.
Il lusso spinge Parigi +1,52%, mentre sono più indietro Madrid +0,2% e Amsterdam +0,42%. Fuori dal blocco brilla Zurigo +2,02% e Mosca va in orbita con un progresso del 9,39% per quanto riguarda l’indice in dollari RTSI; il Moex, indice in rubli, si apprezza invece del 5,88%. Si rafforza contestualmente la moneta russa.
Dollaro in calo; crolla il prezzo del gas
Sul mercato valutario il caro prezzi e la prospettiva di una politica monetaria restrittiva più a lungo di quanto sperato, non basta al dollaro a difendersi oggi dalle vendite. Il biglietto verde perde oltre il 3% contro il rublo e lo 0,67% contro lo yen.
L’euro tratta in progresso dello 0,43%, per un cross a 1,0428.
I titoli del Tesoro Usa mostrano lo stesso atteggiamento del dollaro: prezzi in rialzo e tassi in ribasso, fornendo ossigeno all’azionario di Wall Street e in particolare al Nasdaq (+1,06%).
Tra le materie prime l’oro si conferma in zona massimi e tratta in rialzo oltre 2900 dollari l’oncia, sia nella versione spot (2920,29) sia nel contratto aprile 2025 (2948,09).
Il petrolio arretra moderatamente, a causa dei potenziali colloqui russo-ucraini e dall’aumento delle scorte Usa. Ieri entrambi i contratti hanno perso oltre il 2% dopo che il presidente degli Stati Uniti Trump ha detto che il presidente russo Putin e il presidente ucraino Zelensky hanno espresso il desiderio di pace in telefonate separate. Trump ha ordinato ai funzionari statunitensi di avviare colloqui per porre fine alla guerra in Ucraina.
Al momento i future di Brent e Wti sono in calo frazionale, con prezzi rispettivamente a 74,78 dollari al barile e 71,10 dollari al barile.
Il gas mette la retromarcia, dopo i rincari a partire dalla fine delle forniture russe al nord Europa attraverso l’Ucraina e il freddo intenso di questi giorni. Ad Amsterdam i prezzi scendono quasi dell’8% e il prezzo si ridimensiona sotto 52 euro al Mwh.
Piazza Affari in rialzo con Moncler, Stellantis, Cucinelli, Campari
Tra le blue chip di Piazza Affari oggi svetta Moncler +9,54% a pochi minuti dai conti 2024 che la regina dei piumini presenterà a mercati chiusi. Il lusso brilla anche con Brunello Cucinelli +3,81% e Ferragamo +8,4%, che da inizio anno ha guadagnato oltre il 16%.
La seduta è da incorniciare anche Stellantis +4,54% e Campari +3,8%, mentre Leonardo guadagna il 2,24%, dopo un debutto di giornata in profondo rosso in un settore delle armi destabilizzato dalle possibilità di pace.
Tra le blue chip più vendute del giorno ci sono le banche: Mps -2,4%, Banco Bpm -1,85%, Bper -1,24%, Intesa -0,94%, Unicredit -0,93%, Mediobanca -0,74%.
La maglia nera va però a Telecom -2,55%, che chiude una seduta molto negativa e volatile, nel giorno dei conti e dell’aggiornamento del piano industriale. La società intende ricominciare a remunerare gli azionisti nel periodo 2026-2028, dopo aver centrato le attese con gli utili 2024 e previsto per quest’anno un aumento di circa il 7% del core profit. L’ad Pietro Labriola, in conferenza stampa, ha detto che ancora non ha incontrato ancora rappresentanti di Iliad o Poste, per eventuali operazioni di M&A.
Soffrono i titoli petroliferi a partire da Tenaris -1,53% con l’altalena del greggio.
Spread e tassi in calo
La seduta è positiva anche sul secondario, dove scendono i tassi e lo spread tra Btp e Bund di durata decennale si restringe a 107 punti base. I rendimenti sono rispettivamente al 3,49% e 2,42%.