La settimana finanziaria europea si spegne oggi per consunzione, con i listini in lieve ribasso dopo il previsto taglio dei tassi deciso ieri dalla Bce e in vista di una decisione analoga che probabilmente la Fed prenderà la prossima settimana. A pesare sull’azionario però è il rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato, venduti a piene mani in queste ore su entrambe le sponde dell’Atlantico.
Anche Wall Street infatti procede incerta a metà giornata, fiaccata dalle vendite sui T-Bond, che toccano livelli dei tassi al top del mese di dicembre.
Nel brumoso panorama Piazza Affari si distingue positivamente con un timidissimo progresso dello 0,09%, dovuto a Tim, +2,69%, a titoli dell’auto come Iveco +2,41% e Stellantis +1,06% e ad alcune banche. Chiudono una seduta negativa invece i titoli del lusso, dopo il rally di ieri, anche perché ha deluso la reticenza di Pechino a entrare in dettaglio sul rilancio della crescita cinese.
Nel resto del continente è piatta Francoforte, arretra leggermente Parigi-0,15% e così Londra -0,15%, Amsterdam -0,1% e Madrid -0,1%.
Oltreoceano Wall Street è incolore, nonostante l’impennata di Broadcomm, +20% (sul Nasdaq, -0,05%), dopo ricavi trimestrali superiori alle stime e previsioni di una domanda in forte espansione per i suoi chip dedicati all’AI personalizzati.
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Nuovi segnali di stanchezza per l’economia europea
Nuovi segnali di debolezza arrivano poi dalla zona euro: la Bundesbank taglia le stime di crescita della Germania per il 2024 (-0,2%) e il 2025 (+0,2%), mentre Eurostat vede una produzione industriale stabile in ottobre rispetto a settembre.
Il futuro appare incerto, tanto più che a gennaio arriva Trump alla Casa Bianca e prenderanno probabilmente corpo gli annunciati dazi, che potranno fiaccare ulteriormente l’economia europea, agendo al contempo sull’inflazione.
Nella zona euro anche il quadro politico solleva molti punti interrogativi e in Francia l’incarico di primo ministro conferito dal presidente Emmanuel Macron al veterano centrista Francois Bayrou è un passo avanti, ma l’impresa di mettere assieme una maggioranza non è scontata.
È sempre super dollaro
Sul mercato dei cambi l’euro recupera qualche posizione, ma resta sopraffatto dalla forza del dollaro trattando sotto 1,05. Il biglietto verde si mantiene sugli scudi dalla vittoria di Trump alle elezioni e si conferma in auge con l’allenamento della stretta monetaria da parte della maggior parte delle banche centrali, mentre la Fed è vista frenare il prossimo anno.
Per il prossimo mese il mercato stima infatti solo un 20% di probabilità che Jerome Powell agisca nuovamente sul costo del denaro, al contrario di quanto si pensa farà la Bce, alle prese con una crisi economica del blocco ben più palpabile.
Oggi vari banchieri europei si sono espressi in favore di nuovi tagli nel 2025. Per Centeno il processo graduale andrà avanti e per Francois Villeroy de Galhau ci saranno “più tagli dei tassi l’anno prossimo, tagli dei tassi al plurale”.
Le scommesse degli investitori sono di un taglio complessivo superiore ai 100 punti base nel corso del 2025.
Tra le materie prime si avvia a chiudere un’ottava intonata il petrolio, con il Wti, gennaio 2025, che tratta a 70,73 dollari al barile (+1,01%) e il Brent, febbraio 2025, a 73,95 dollari (+0,73%).
Piazza Affari, occhi su Telecom
A guidare i rialzi del Ftse Mib è oggi Telecom Italia. La spiegazione sarebbe da ascriversi al fatto che il Mef e Retelit hanno chiesto il posticipo di due giorni del termine per presentare l’offerta per Sparkle. Così Intermonte non esclude che l’offerta attuale da 700 milioni (non vincolante) possa essere migliorata.
I titoli delle quattro ruote hanno guadagnato terreno in tutta Europa e anche in Piazza Affari, dove Iveco e Stellantis si sono distinte positivamente.
Bene alcune banche, come Mps +1,37% e Bper +1,67%, anche se il settore ha poco da guadagnare da un percorso di tagli dei tassi. Unicredit infatti cede lo 0,79%.
Bene il risparmio gestito con Banca Mediolanum +1,31% e Azimut +0,68%.
I ribassi sono a partire da Cucinelli -1,88% e Moncler -1,84%.
Arretrano Amplifon -1,29%, Campari -1,15% e Recordati -1,07%.
Spread stabile, ma i tassi salgono
Lo spread tra Btp 10 anni Bund di pari durata rimane stabile a 114 punti base, ma anche oggi salgono i tassi. Il decennale italiano in chiusura è indicato al 3,39%, contro il 2,25% del Bund.
Non fa meglio l’Oat francese, che vede lo spread salire a 78 punti base e un tasso del 3,04%.