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Borse chiusura 12 marzo: finalmente rimbalzo a Piazza Affari, in Europa e al Nasdaq ma resta il rischio dazi

L’inflazione Usa sotto le attese e la schiarita sull’Ucraina spingono i listini azionari al recupero dopo i crolli d’inizio settimana. A Milano bene le banche. Il Nasdaq è oggi il miglior indice americano grazie all’exploit di Tesla e Nvidia ma sulle Borse Usa resta l’incognita dei dazi

Borse chiusura 12 marzo: finalmente rimbalzo a Piazza Affari, in Europa e al Nasdaq ma resta il rischio dazi

I listini europei chiudono oggi una seduta positiva e anche Wall Street tenta di rialzare la testa (seppur al momento procede contrastata), dopo che l’inflazione di febbraio negli Stati Uniti si è rivelata inferiore alle attese.

Dazi, guerra in Ucraina – Kiev ha accettato la proposta di tregua americana – e dati macro sono stati al centro dell’attenzione degli investitori, che hanno trovato spunti di ottimismo in ognuno di questi ambiti, nonostante i passi avanti sembrino pochi.

Come ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde infatti “il livello di incertezza economica e geopolitica è eccezionalmente alto”, ma “la nostra risposta ai recenti episodi inflattivi deve dare a chi ci guarda la fiducia che faremo sempre tutto ciò che è necessario per assicurare la stabilità dei prezzi” e che la nostra politica “può adattarsi alle nuove circostanze”.

Piazza Affari si apprezza dell’1,61% e torna a 38.307 punti base, sostenuta da oil, industria e banche. La piazza migliore è Francoforte, +1,63%, galvanizzata dal colosso della difesa Rheinmetall (+8,97%) che ha concluso il 2024 con un utile operativo record (+61%) a 1,48 miliardi di euro. Oggi tra l’altro il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione non vincolante sul Libro bianco della difesa che la Commissione europea presenterà il 19 marzo, e che conterrà il piano ReArm Europe illustrato dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, nel dibattito in plenaria di martedì

Le altre piazze: Amsterdam +1,07%, Parigi +0,59%, Londra +0,53%. Stona Madrid -0,5%.

Oltreoceano la piazza di New York non sembra aver ancora trovato quella stabilità che darebbe fiato alle trombe. Il Nasdaq sale dello 0,9%, grazie agli acquisti su Tesla (+6,89%), anche oggi in recupero dopo il tracollo precedente. Viaggia forte il settore dei chip, Nvidia (+5,8%). Intel sale del 4,45%. Per Reuters Tsmc ha migliorato la proposta per una joint venture con Nvidia, Advanced Micro Devices e Broadcom per operare la divisione fonderia di Intel.

Il Dow Jones però arretra(-0,18%) ed Apple (-2%) aggiunge nuove perdite a quelle dei giorni scorsi.

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Inflazione Usa sotto le attese

La pagina macro ha offerto oggi un po’ di nutrimento all’affamato Toro: l’inflazione a stelle e strisce ha rallentato nel mese di febbraio: i prezzi al consumo sono saliti del 2,8%, rispetto al 3% di gennaio e contro il 2,9% atteso. Su base mensile l’aumento è stato dello 0,2%, inferiore al +0,3% su cui scommetteva il mercato. L’indice core – al netto di energia e alimentari – ha segnato un rialzo mensile dello 0,2% e su base annua del 3,1%. In ambedue i casi migliore delle attese degli analisti che scommettevano su +0,3% e +3,2%.

I futures sui tassi di interesse indicano comunque che la Federal Reserve manterrà invariato il costo del denaro fino a giugno, ma i trader prevedono che i segnali di debolezza economica potrebbero costringere la banca centrale a ridurre i tassi di interesse di almeno 75 punti base entro dicembre.

Intanto Reuters scrive che, secondo l’economista capo di JP Morgan, quest’anno le probabilità di una recessione negli Stati Uniti sono del 40% circa e c’è il rischio di danni duraturi alla reputazione del Paese come meta di investimenti se l’amministrazione mina la fiducia nella governance Usa.

Dazi e contro dazi

Per quanto riguarda la guerra commerciale c’è da registrare l’ennesima virata del presidente Donald Trump, che ieri dopo aver annunciato il raddoppio dei dazi su acciaio e alluminio, ha poi fatto retromarcia. Oggi comunque tariffe del 25% su questi prodotti sono entrate in vigore e la Commissione Ue a stretto giro ha deciso imposte doganali da aprile che colpiranno prodotti americani per un valore di 26 miliardi di dollari.

Ottawa d’altra parte annuncerà oggi 29,8 miliardi di dollari canadesi (20,7 miliardi statunitensi) in tariffe agli Usa come sua ritorsione (fonte Reuters).

Intanto oggi la Banca centrale canadese ha deciso di tagliare i tassi al 2,75%.

La palla passa alla Russia

Sul fronte russo-ucraino, pare che l’incontro tra rappresentanti degli Stati Uniti e di Kiev a Gedda sia andato bene e che gli ucraini abbiano accettato la proposta di un mese di tregua con Mosca mediata da Washington. La Casa Bianca è quindi pronta a ripristinare gli aiuti militari e la condivisione di intelligence con l’Ucraina. Ora la palla passa a Mosca, come ha detto il Segretario di Stato americano Marco Rubio, ma il calcio di rinvio non sembra tanto morbido, visto che fonti moscovite hanno giudicato improbabile che il presidente Vladimir Putin accolga la proposta.

Oro in rialzo

In questa complessa e spigolosa situazione l’oro si rafforza, con lo spot gold che tratta al momento a 2.932,91 dollari l’oncia (+0,56%).

Spinge forte sull’acceleratore anche il petrolio, il Brent si avvicina a 71 dollari e il greggio texano è a 67,7, favorito da un incremento delle scorte statunitensi interiori alle stime.

Sul mercato dei cambi l’euro-dollaro è poco mosso, ma la moneta unica tratta agevolmente oltre 1,092.

Piazza Affari, Saipem svetta sul listino

L’incremento dei prezzi del greggio ha favorito oggi la performance stellare di Saipem, +5,85%.

Torna in vetta al Ftse Mib inoltre Buzzi +5,74%, che dopo il rally della scorsa settimana era stato oggetto di realizzi.

Bene anche Prysmian, +5,83% in ripresa per la seconda seduta consecutiva dopo una fase no, anche a seguito di timori legati ai dazi e al calo del settore tecnologico.

Chiudono una seduta brillante le banche a partire da Mps +4,19% e Unicredit +3,08%. Popolare di Sondrio guadagna il 3,05%, nel giorno del piano 2025-2027 in cui ambisce a una significativa crescita della distribuzione e a mantenere l’utile a livelli record, anche nel tentativo di convincere gli azionisti a respingere l’offerta non concordata da parte di Bper (+1,74%).

Il settore creditizio è apparso tonico in tutto il continente dopo che Moody’s ha alzato da ‘negativo’ a ‘stabile’ l’outlook sul comparto di Francia, Germania, Svezia, Belgio e Olanda mantenendo ‘stabile’ quello di Italia, Spagna, Danimarca e Svizzera, Gran Bretagna.

Tornando alle blue chip milanesi: è in rialzo il risparmio gestito con Fineco +2,91% e Banca Mediolanum +2,99%.

Nell’automotive svettano Ferrari +3,08% e Pirelli +2,78%, non inverte la rotta invece Stellantis -0,55%.

Bene Cucinelli +1,48%, promossa da Morgan Stanley alla vigilia dei conti completi del 2024 che saranno diffusi domani. La banca d’affari ha iniziato la copertura con la raccomandazione overweight e l’indicazione di un target di prezzo a 130 euro.

La propensione al rischio ha sfavorito le utility: Italgas -1,22%, Terna -0,76%.

I titoli in rosso sono per lo più oggetto di realizzi dopo recenti rally: Amplifon -1,69%, Campari -1,66%.

Fuori dal paniere principale la Juventus ridimensiona i guadagni al 2,93%, in una giornata in cui ha brillato su indiscrezioni di un possibile riassetto nell’azionariato con il ritorno di Andrea Agnelli.

Spread in calo

La carta italiana chiude una seduta positiva contro quella tedesca e vede uno spread tra i due decennali benchmark in calo a 105 punti base. I rendimenti restano abbastanza alti: il Btp in chiusura è indicato al 3,94% contro il 2,88% del Bund.

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